Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera
Analisi

Report Strategie: come la scommessa Ferrari ad alto rischio non ha funzionato

James Allen analizza il Gran Premio di Singapore, un weekend decisivo nella battaglia per il titolo tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel.

James Allen Race Strategy Report - Singapore GP

James Allen Race Strategy Report - Singapore GP

James Allen

Motorsport Blog

Motorsport Blog

Un'altra gara, come quelle di Germania, Ungheria e Italia, che la Ferrari avrebbe potuto vincere, ma che una combinazione di fattori (strategie e piloti) hanno consegnato ad Hamilton e Mercedes.

The Singapore GP podium

The Singapore GP podium

Photo by: Jerry Andre / Sutton Images

Distacchi

Solitamente in Formula 1 le strategie di gara si basano sul distacco fra le auto e le capacità di scegliere quando farle rientrare. Su diverse piste la combinazione delle gomme portate da Pirelli portano i migliori a scappare via inizialmente e, sfruttando il grande vantaggio accumulato, effettuano il pit-stop senza perdere più di tanto al rientro in pista.

Chiaramente i top-team hanno questa carta a loro favore che il 90% delle volte semplifica loro le cose sulle strategie.

Ma sui tracciati cittadini accade anche qualcosa di diverso ed è stato appunto il caso di Singapore 2018, dove tutti si sono accodati al leader Lewis Hamilton, che sfruttando il via libera ha spremuto le sue hypersoft girando su tempi di qualifica che hanno portato a 10" il suo margine già al giro 12 ponendolo nella condizione di non subire l'undercut.

Avevamo già visto questa cosa a Monaco nel famoso duello Nico Rosberg/Hamilton del 2013, ma a Singapore le hypersoft dovevano essere cambiate attorno al giro 15/16 in favore delle soft, cosa che ha fatto il Campione del Mondo.

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+, leads Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, Max Verstappen, Red Bull Racing RB14, and the rest of the field

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+, leads Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, Max Verstappen, Red Bull Racing RB14, and the rest of the field

Photo by: Steven Tee / LAT Images

Tutti erano dietro a lui e, come sappiamo, per sfruttare l'undercut bisogna avere circa 3" di distacco da chi ti precede, ma poi dipende anche dalle gomme che monti.

A Singapore le soft erano le più lente delle tre mescole portate, ma il vero problema era mandarle in temperatura nel primo giro. La tattica avrebbe potuto funzionare se montate al momento giusto, dato che si accusavano attorno ai 2" di svantaggio rispetto alle ultrasoft.

Inizialmente si poteva pensare questa cosa per Max Verstappen, superato al pelo da Vettel prima della Safety Car per l'incidente di Esteban Ocon (con il tedesco che si era portato davanti subito prima che il direttore di gara attivasse il bottone “Deploy Safety Car”). Seb ha quindi potuto dare la caccia ad Hamilton.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB14, battles with Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, at the start of the race

Max Verstappen, Red Bull Racing RB14, battles with Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, at the start of the race

Photo by: Sam Bloxham / LAT Images

La strategia rischiosa della Ferrari

Hamilton stava girando attorno all'1'47" prima del giro 11 quando improvvisamente ha portato il vantaggio su Vettel a 2"2. Le sue gomme non soffrivano perché davanti aveva strada libera e un passo migliore, cosa che la Ferrari non poteva sfruttare.

C'erano anche 5" fra Ricciardo e Sergio Perez, ma la Ferrari ha cercato di montare subito le ultrasoft per stare davanti a lui al rientro e attaccare Hamilton quando questi si sarebbe fermato. Ma ciò non ha funzionato.

La strategia Ferrari è stata rischiosissima perché Vettel non è riuscito a superare subito Perez (in una serata particolarmente nera e combattiva), tant'è che quando il messicano si è ritrovato in lotta con Sergey Sirotkin, Sebastian ha rischiato di finire anche dietro a Verstappen. Cosa successa effettivamente visto che per due giri la Rossa non ha passato la Force India e la Red Bull le è saltata davanti facendole perdere altri 3 punti.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB14, rejoins ahead of Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

Max Verstappen, Red Bull Racing RB14, rejoins ahead of Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

Photo by: Mark Sutton / Sutton Images

Inoltre la Ferrari ha scommesso sullo sfruttamento della copertura ultrasoft immediatamente, che però ha portato ad un decadimento di prestazioni nel finale.

E' facile e comodo criticare la scelta del muretto di Maranello, ma certe decisioni vengono prese a caldo e sul momento, con pochissime opzioni sul tavolo e con un Mondiale che per poco può sfuggirti di mano.

Fra l'altro Hamilton si è fermato più avanti e senza problemi, il che ha fatto sfumare anche la minima speranza di undercut, con Vettel a sua volta a rischio di subire l'undercut da Verstappen.

Il pericolo per Maranello è il danno subito moralmente da questo risultato per ogni membro della squadra, che avrebbe dovuto vincere e sfruttare la miglior auto costruita quest'anno, scatenando domande e polemiche su pilota, chi deve avere la leadership e tutto il resta che sta dietro. Qui si capisce perché a Singapore si è corso un rischio pur di tentare di far accadere qualcosa.

Fernando Alonso, McLaren MCL33, leads Carlos Sainz Jr., Renault Sport F1 Team R.S. 18, Nico Hulkenberg, Renault Sport F1 Team R.S. 18, Charles Leclerc, Sauber C37, and Marcus Ericsson, Sauber C37

Fernando Alonso, McLaren MCL33, leads Carlos Sainz Jr., Renault Sport F1 Team R.S. 18, Nico Hulkenberg, Renault Sport F1 Team R.S. 18, Charles Leclerc, Sauber C37, and Marcus Ericsson, Sauber C37

Photo by: Andy Hone / LAT Images

Alonso conferma la sua classe a centro gruppo

Più indietro, invece, proprio un ex-ferrarista ha sfruttato a suo favore le varie situazioni. Fernando Alonso ha tratto massimo beneficio dall'auto e dalla strategia della McLaren partendo con le ultrasoft, anche perché tutti quelli che si erano qualificati davanti a lui montavano le hypersoft e si sarebbero dovuti fermare prima, per poi ritrovarsi nel traffico. Alle sue spalle anche Carlos Sainz ha fatto la stessa cosa.

Sergey Sirotkin, Williams FW41, leads Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-18, Pierre Gasly, Scuderia Toro Rosso STR13, and Brendon Hartley, Toro Rosso STR13

Sergey Sirotkin, Williams FW41, leads Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-18, Pierre Gasly, Scuderia Toro Rosso STR13, and Brendon Hartley, Toro Rosso STR13

Photo by: Glenn Dunbar / LAT Images

Per esempio, in qualifica Perez e Romain Grosjean erano stati più rapidi, ma si sono ritrovati dietro alla Williams di Sirotkin, fermatasi al giro 3 in regime di Safety Car dato che la ruota persa da Ocon nell'incidente aveva danneggiato la sua ala. Il russo ha consentito ad Alonso e Sainz di scappare via e prendersi poi il settimo ed ottavo posto.

Pure Charles Leclerc ha beneficiato della strategia Sauber, seppur abbia dovuto inventarsi il sorpasso sulla Toro Rosso di Pierre Gasly per essere nella posizione giusta. Il monegasco si è fermato allo stesso dgiro di Alonso (38) prendendosi il nono posto e giungendo a punti per la sesta volta in 15 gare.

Kevin Magnussen, Haas F1 Team VF-18, in the pits

Kevin Magnussen, Haas F1 Team VF-18, in the pits

Photo by: Andy Hone / LAT Images

Un paio di dettagli interessanti: Magnussen era con le gomme giuste, ma non è riuscito a imitare Alonso, Sainz e Leclerc fermandosi troppo presto per montare le ultrasoft e restando incastrato dietro a loro, con uno sviluppo di gara ben diverso da quello dei tre.

La Toro Rosso ha deciso di montare le hypersoft sulle sue auto, il che avrebbe dovuto vederle più aggressive per poi sfruttare l'undercut.

La maggior parte dei team rimasti fuori dalla Top10 ha scelto le ultrasoft, per cui è apparso strano che le vetture di Faenza avessero le hypersoft. Chiaramente la scelta non ha pagato.

L'UBS Race Strategy Report è scritto da James Allen basandosi su informazioni e dati raccolti da strateghi dei team di F1 e da Pirelli.

La gara giro per giro

Race history

Race history

Photo by: James Allen

Per gentile concessione di Williams Martini Racing, cliccate per ingrandire

Numero dei giri sull'asse orizzontale, distacco dal leader su quella.

Nella parte superiore il consumo benzina, in quella inferiore il degrado gomme.

Consumo gomme

Tyre history

Tyre history

Photo by: James Allen

Articolo precedente Report Strategie: ecco come è crollato il piano Ferrari a Monza
Articolo successivo Report Strategie: ecco come la Mercedes si avvicina ai titoli nonostante gli errori commessi

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera