Renault: senza Red Bull resterà senza batterie per l'ERS
Il 6 cilindri francese dispone del pacco fornito dalla Magna Steyr via Milton Keynes. C'è chi vuole i francesi fuori dai Gp?
Foto di: XPB Images
La Renault si sente in una morsa. Mentre i motori tacciono per la sosta estiva delle vacanze, c'è chi tesse la tela per costruire il futuro. E la domanda che molti si fanno nel Circus è se il marchio della Losanga avrà ancora un ruolo strategico nel mondo dei Gp o se, invece, sarà costretto a lasciare la Formula 1. Cyril Abiteboul, managing director di Renault Sport F1, non ha mai fatto mistero che nelle opzioni contemplate ci sia anche l'uscita dal giro, ma è sempre sembrata una possibilità più sbandierata che voluta.
Ora però le cose si stanno facendo molto complicate, perché sono diversi i vicoli ciechi nei quali la Casa francese rischia di avventurarsi: non è un mistero il fatto che la Red Bull Racing abbia ricevuto un'offerta dalla Mercedes per avere la quinta fornitura della Stella a tre punte, nonostante il team di Milton Keynes abbia ancora un contratto valido per il 2016 con la Renault.
E' da capire se a Bernie Ecclestone preme rilanciare il team di Dietrich Mateschitz, caduto in disgrazia dopo quattro titoli mondiali di fila, o se preferisce tenere a galla la Renault. I transalpini stanno tentando l'acquisizione della Lotus, ma la struttura di Enstone è una groviera di debiti fatti da Gerard Lopez e la Renault (che fra gli azionisti ha anche lo Stato francese) non è disposta a rilevare una società come il team di F.1 inglese di cui non si conoscono tutte le pendenze, nascoste in una miriade di scatole cinesi che nemmeno una due diligence ha reso più chiara.
L'uscita della Red Bull Racing (e della Toro Rosso) avrebbe un effetto devastante sulle casse di Renault Sport Formula 1, visto che il budget gestionale era stato costruito per la fornitura di (almeno) tre team clienti, potendo recuperare oltre 60 milion di euro degli oltre 100 che vengono spesi in Formula 1. La mancanza di competitività del 6 cilindri Turbo Energy, invece, ha fatto precipitare le cose.
Il distacco fra Renault e Red Bull Racing non potrà essere pacifico dal momento che le implicazioni della squadra di Milton Keynes vanno ben oltre il ruolo del team clienti: l'esempio più evidente riguarda le batterie della sistema ERS che la RBR realizza in Austria alla Magna Steyr di Graz. E senza perderebbe un partner strategico non facilmente sostituibile su due piedi. Non solo, ma la nuova testata che sta girando al banco a Viry Chatillon è opera di Mario Illien, il consulente svizzero imposto dalla Red Bull Racing.
Di questo motore si parla un gran bene (c'è chi assicura un guadagno di 45 cavalli) e lo si dovrebbe vedere non prima del Gp di Russia: sarebbe una scelta politica più che tecnica per non fare vedere troppe novità a chi ha intenzione di andarsene. Carlos Ghosn, presidente del Gruppo Renault, non ha alcuna intezione di uscire dal Circus con il ruolo del perdente, ma non è disposto a spendere in Formula 1 cifre da capogiro pur di starci. In che modo si sbloccherà la situazione?
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