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Analisi

Renault cerca Williams: solo per trovare spazi ai giovani piloti?

La Casa francese non ha sbocchi per gli otto piloti della Renault Sport Academy quando dovessero essere maturi per la F1. Scopriamo quanto è difficile per i Costruttori promuovere i giovani talenti. Wolff deve liberare Ocon se vuole dargli una chance di rientrare nel giro dei GP.

George Russell, Williams Racing FW42

George Russell, Williams Racing FW42

Zak Mauger / Motorsport Images

AAA Cercasi sedili per giovani piloti. La Formula 1 sotto diversi aspetti vive di sottili equilibri ed esigenze nuove, necessità che vengono ignorate fino a quando non mutano in problemi.

Sorprende un po' che in un mondo dove tutto è pianificato fino al minimo dettaglio a volte le squadre si ritrovino impreparate ad affrontare problemi annunciati da tempo.

Negli ultimi dodici mesi Mercedes si è imbattuta in una complicazione nuova (anche per il team campione del Mondo) ovvero trovare un volante per i suoi piloti junior.

Il bubbone per Toto Wolff è scoppiato la scorsa estate, con il passaggio di mano della Force India da Vijay Mallya ad un consorzio guidato da Lawrence Stroll.

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Le esigenze della nuova proprietà sono state ovviamente fin troppo chiare (garantire un volante a Lance) e le porte si sono chiuse per Esteban Ocon, rimasto a piedi tra lo stupore non solo del pilota francese.

In extremis la Mercedes è riuscita ad accaparrarsi un sedile in Williams per l’altro junior, George Russell, ma a condizioni ben diverse rispetto a quando il team campione del Mondo poteva far crescere senza fretta Valtteri Bottas nella squadra britannica.

La Williams non è più quella di qualche anno fa, sia sul fronte performance che su quello economico, e i risultati della stagione in corso sono di fatto un pessimo biglietto da visita per il futuro.

La Mercedes dovrà pianificare un 2020 non semplice per Russell (al momento non si intravedono alternative ad una seconda stagione in Williams) e allo stesso tempo sta pensando di cedere Ocon se arriveranno offerte all’altezza delle aspettative. Buon per Wolff che il vivaio Mercedes almeno per un paio di anni non dovrebbe sfornare altri candidati, altrimenti il problema dei sedili sarebbe di massima urgenza e di difficilissima soluzione.

Ma non è solo la Mercedes ad avere questo problema. Il programma Renault Sport Academy ha investito molto negli ultimi anni, e oggi vanta ben otto piloti sotto contratto, due dei quali impegnati in Formula 2 (Guanyu Zhou e Anthoine Hubert) e altri tre in Formula 3 (Christian Lundgaard, Max Fewtrell e Ye Yifei).

Se i risultati di uno, o più, di questi giovani si confermassero all’altezza delle aspettative, arriveranno i punti per la superlicenza e la necessità di trovare spazio in Formula 1. Già, ma dove?

Red Bull e Ferrari hanno un loro spazio

Red Bull da oltre dieci anni ha risolto questo problema con un investimento enorme, ovvero lanciando la Toro Rosso e sobbarcandosi i costi di gestione di una squadra di Formula 1 dedicata a fare da chioccia ai pulcini del vivaio gestito da Helmut Marko. Ma è un lusso che possono permettersi in pochi, o forse proprio nessuno al di fuori dell’area red Bull.

La Ferrari ha recuperato terreno su questo fronte opzionando una delle due monoposto del team Alfa Romeo, scelta che ha portato all’esordio in Formula 1 sia Charles Leclerc che Antonio Giovinazzi. A Maranello possono contare su una relazione sempre molto stretta con la Haas, ed anche se a patron Gene piacciono i piloti con qualche stagione sulle spalle, in caso di necessità le porte non sarebbero chiuse in partenza.

Ma per Mercedes e Renault le chance di poter piazzare un proprio giovane in un team cliente (sul fronte motoristico) si sono quasi azzerate.

La Renault oltre al team ufficiale fornisce solo un’altra squadra, ovvero la McLaren, ma a Woking hanno già il loro programma di giovani interno (che ha lanciato quest’anno Lando Norris) e non dispongono di sedili da poter concedere ad altri junior.

Per Renault sarebbe molto utile riuscire ad espandere il proprio parco-clienti, e vista in questa prospettiva non sono da ignorare in partenza le indiscrezioni trapelate negli ultimi giorni in merito a colloqui esplorativi che ci sarebbero stati tra i responsabili della Casa francese e la Williams.

Ovviamente per concretizzare una trattativa l’interesse deve essere reciproco, ma anche se oggi la fornitura Mercedes è decisamente più competitiva di quella Renault, la realtà della Williams non è quella di un team a caccia dei due decimi finali per un salto di qualità.

Se la Renault metterà sul piatto un aiuto importante nel lungo periodo, il binomio che ha marchiato a fuoco la Formula 1 negli anni ’90 potrebbe ricomporsi, anche se i presupposti e le ambizioni sono di tutt’altra portata, almeno da parte di Renault che opzionerebbe uno dei due posti per i suoi junior.

Non c’è spazio per i giovani ‘marchiati’

Lo scorso autunno, quando Wolff capì che la situazione per il programma junior Mercedes si stava complicando parecchio, usci allo scoperto con una proposta: “Dateci la possibilità di schierare una terza macchina da mettere a disposizione di un pilota con al massimo due anni d’esperienza in Formula 1. I costi non sarebbero enormi, la griglia ne beneficerebbe, e sarebbe fantastico anche per lo spettacolo aggiungere monoposto competitive allo schieramento attuale, ma… non mi illudo che questa proposta venga accolta”.

Wolff rispose anche a chi sottolineava l’importanza per un Costruttore di contare su un team junior: “Possedere un'altra squadra solo per garantire un volante ai nostri giovani per noi non ha senso, è una cifra enorme in termini di budget, e purtroppo stiamo verificando che per i piloti ‘marchiati’ come giovani Mercedes, non ci sono chance in altre team. Se non riusciremo a trovare una soluzione definitiva per i nostri ragazzi, dovremo mettere in dubbio il nostro programma junior”.

Dodici mesi dopo la situazione è la stessa, se non peggiore. Tra le squadre oggi presenti in Formula 1 non esistono team ‘neutrali’, tutti hanno legami più o meno stretti con i rispettivi motoristi, e quanto sottolineato da Wolff lo scorso settembre è più che mai attuale.

Un giovane Mercedes difficilmente troverà posto fuori dall’area dei team legati alla Casa tedesca, e se le porte sono chiuse anche tra le squadre che montano le power unit clienti… addio chance d’esordio in Formula 1. E questo vale ovviamente per tutti gli young-driver dei programmi ufficiali.

L’era in cui la Minardi faceva da chioccia ai giovani esordienti, o in cui team privati potevano offrire chance a giovani piloti, indipendentemente da chi detenesse il loro cartellino, è terminata da tempo. Ma al di là di sentimenti nostalgici, il problema è più che mai concreto e ad oggi senza soluzione.

Arthur Rougier, Sun Yue Yang, Christian Lundgaard, Max Fewtrell, Jack Aitken, Victor Martins, Sacha Fenestraz

Arthur Rougier, Sun Yue Yang, Christian Lundgaard, Max Fewtrell, Jack Aitken, Victor Martins, Sacha Fenestraz

Foto di: Renault Sport

Daniel Ricciardo, Renault F1 Team R.S.19

Daniel Ricciardo, Renault F1 Team R.S.19

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Esteban Ocon, Mercedes AMG F1

Esteban Ocon, Mercedes AMG F1

Foto di: Steve Etherington / Motorsport Images

Toto Wolff, Direttore Esecutivo (Business), Mercedes AMG, durante la conferenza stampa

Toto Wolff, Direttore Esecutivo (Business), Mercedes AMG, durante la conferenza stampa

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

George Russell, Williams Racing FW42

George Russell, Williams Racing FW42

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

George Russell, Williams Racing

George Russell, Williams Racing

Foto di: Joe Portlock / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C38

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C38

Foto di: Alfa Romeo

Mick Schumacher, Prema Racing

Mick Schumacher, Prema Racing

Foto di: FIA Formula 2

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