Renault: 23 punti in meno rispetto al 2018, come fermare il tracollo?
La squadra di Enstone è quella che ha fatto il più grosso salto indietro rispetto alla stagione scorsa: la R.S.19 non è all'altezza e la power unit è ancora poco affidabile. E anche Ricciardo non ha raggiunto una buona integrazione con il team: si è reso conto di aver sbagliato scelta?
Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images
Il Gran Carlos Sainz Jr.Premio di Spagna è sempre un crocevia importante nell’economia del Mondiale. La tappa che sancisce l'esordio europeo della Formula 1 coincide tradizionalmente con un’importante rivisitazione delle monoposto, ed i verdetti di Montmelò sono spesso stati molti indicativi sui valori in campo in vista del proseguimento della stagione.
A Montmelò tra i box maggiormente sotto esame ci sarà indubbiamente quello del Renault F1 Team, reduce da un deludente inizio di stagione che ha ridimensionato molto le ambizioni della vigilia.
I numeri dicono che il team diretto da Cyril Abiteboul è la squadra che dopo le prime quattro gare ha perso il maggiore numero di punti rispetto al 2018.
Nello scorso mondiale la Renault era arrivata a Barcellona come quarta forza, grazie ad un bottino di 35 punti maturato con sei piazzamenti nella top-10 conquistati da Nico Hulkenberg e Carlos Sainz.
Numeri, quelli di dodici mesi fa, molto diversi rispetto a quelli attuali, che vedono la squadra solo settima nella classifica costruttori con 12 lunghezze arrivate grazie a due settimi posti.
Poca roba per una team ufficiale come la Renault, e poca roba considerando soprattutto gli investimenti stanziati da quando la Casa francese ha deciso di tornare con una sua squadra in Formula 1, ad iniziare dalla ristrutturazione della sede di Enstone e da una massiccia campagna di assunzioni per rafforzare l’organico.
La causa principale dei problemi, confermati in questo avvio di stagione, è stata però la power unit, un analisi che sorprende non poco considerando che le aspettative alla vigilia del Mondiale erano alte.
L’obiettivo dei motoristi era quello di ridurre il divario storico che ha separato la Casa francese da Mercedes e Ferrari negli ultimi anni, e magari di prendersi anche una rivincita sulla Red Bull, che la scorsa estate ha deciso (non senza polemiche) di sposare la causa Honda.
Ma dopo quattro gare il bilancio è decisamente in... rosso. Non solo non si è visto l’atteso salto prestazionale, ma al contrario sono emersi importanti problemi di affidabilità che hanno rappresentato finora il maggiore ostacolo per la Renault.
Il momento più negativo è stato il doppio ritiro nel Gran Premio del Bahrain, causato da un guasto all’MGU-K che ha bloccato sia Hulkenberg, sia Verstappen. Il problema, successivamente identificato, ha richiesto una nuova evoluzione del componente, rendendo così necessario ricorrere all’ultima unità concessa dal regolamento senza incappare in penalità.
“La nostra è una corsa contro il tempo – ha spiegato Abiteboul - ogni volta che è stato possibile abbiamo diretto i processi interni verso la ricerca di prestazioni, e credo che per questo motivo stiamo pagando un prezzo. Ma spero che sia un dolore a breve termine, da sopportare per vedere un guadagno nel lungo periodo”.
Il responsabile del programma Renault F1 resta ottimista, è lo è ancora di più quando l’analisi si sposta sulle valutazioni della monoposto:
“Lo sviluppo previsto per la nostra vettura è il più corposo che siamo mai riusciti a programmare”.
Anche su questo fronte si attendono risposte importanti dal weekend spagnolo, fine settimana in cui Abiteboul spera di confermare un ‘reset’ che sa tanto di ripartenza nella giusta direzione.
Tra gli interrogativi a cui la Renault spera di dare una risposta al più presto, c’è anche quello legato a Daniel Ricciardo.
L’ingaggio dell’australiano è stato il colpo numero uno del mercato piloti 2018, una scelta che ha certificato la determinazione della squadra francese a voler puntare in alto. Tuttavia l’esordio in giallo di Ricciardo è stato molto inferiore alle aspettative, a causa di un feeling con la monoposto che tarda ad arrivare.
Ma non tutte le colpe sono di una monoposto che Daniel non ‘calza’ ancora come vorrebbe. L’incidente di Baku (che costerà all’australiano tre posizioni di penalità sulla griglia di partenza di Barcellona) è un errore da penna rossa ma anche un campanello d’allarme.
Forse è solo un periodo ‘no’, o forse nella testa di Daniel sarà sorto anche qualche dubbio sulla bontà della scelta fatta lo scorso mese di luglio.
Cambiare aria dopo ben dieci anni non è sempre facile, e il bilancio, finora, è stato molto diverso da quel valore aggiunto che la Renault si attendeva quando ha deciso di mettere mani al portafogli per avere un top-driver.
Anche se siamo solo all’inizio di un rapporto destinato a durare ancora a lungo, meglio (per Ricciardo) dare al più presto un colpo di reni. La rinascita della Renault dipenderà anche da lui.
La Mercedes ha 63 punti in più del 2018 e la Renault 23 in meno!
Team |
2019 |
2018 |
Diff. punti |
Mercedes |
173 |
110 |
+63 |
Ferrari |
99 |
114 |
-15 |
Red Bull |
64 |
55 |
+9 |
McLaren |
18 |
36 |
-18 |
Racing Point |
17 |
16 |
+1 |
Alfa Romeo |
13 |
10 |
+3 |
Renault |
12 |
35 |
-23 |
Haas |
8 |
11 |
-3 |
Toro Rosso |
4 |
13 |
-9 |
Williams |
0 |
4 |
-4 |
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