Regole 2021: c'è lo show, perché fare una rivoluzione?
Dopo il soporifero GP di Francia abbiamo assistito a sette gare spettacolari: anche chi sta decidendo le regole 2021 ha qualche dubbio sulle norme da adottare. Guardate la tabella che pubblichiamo: mostra un equilibrio molto interessante. Ha senso ripartire da zero?
Azione di gara vista dalle gradinate
Steven Tee / Motorsport Images
E se la Formula 1 del futuro fosse quella che abbiamo visto negli ultimi tre mesi? Nel prossimo incontro che si terrà a Ginevra per partorire il futuro del Circus, il ‘conclave’ dovrebbe porsi questa domanda, perché ciò che abbiamo visto nelle ultime sette gare del Mondiale in corso è un mix perfetto di ciò che questo sport può offrire.
Iniziamo dall’Austria, all’indomani dei processi seguiti alla soporifera gara del Paul Ricard che hanno messo in discussione anche il numero di ruote delle monoposto.
Da Spielberg in poi si sono disputati 7 Gran Premi, con cinque e tre team saliti sul gradino più alto del podio: un equilibrio invidiabile, confermato dalla mini-classifica che segue, nonché difficilmente prevedibile visti gli esiti del primo terzi di stagione.
Ma non è solo questione di numeri, perché anche la dinamica delle corse, con duelli, tensioni, sorpassi, momenti clou, verdetti a sorpresa e via dicendo, ha aiutato ad accrescere l’interesse, con dati di presenze in pista e share televisivi che non si vedevano da tempo.
Leclerc ha conquistato più punti negli ultimi 7 GP
Pilota |
AUT |
GB |
GER |
UNG |
BEL |
ITA |
SIN |
TOT |
Charles Leclerc |
18 |
15 |
0 |
12 |
25 |
25 |
18 |
113 |
Lewis Hamilton |
10 |
26 |
2 |
25 |
18 |
16 |
12 |
109 |
Max Verstappen |
26 |
10 |
26 |
19 |
0 |
4 |
15 |
100 |
Sebastian Vettel |
12 |
0 |
18 |
15 |
13 |
0 |
25 |
83 |
Valtteri Bottas |
15 |
18 |
0 |
4 |
15 |
18 |
10 |
80 |
Come è accaduto nell’era dei V8 aspirati, anno dopo anno le performance dei top-team stanno convergendo, ed anche a centro classifica la situazione segue lo stesso percorso.
Resta sempre il gap tra le tre squadre di vertice e il resto del gruppo, ma questa non è una situazione inedita per la Formula 1, sin dai suoi albori.
Ora la domanda sorge in modo spontaneo: è davvero necessario stravolgere questa Formula 1? La storia porta esempi molto chiari: quando le squadre sono ripartite da un foglio bianco iniziando un nuovo ciclo tecnico, chi ha avuto la possibilità di stanziare grandi investimenti per far partire i propri studi in anticipo, ne ha tratto molto vantaggio.
Se il regolamento 2021, che sarà definito a fine ottobre comporterà una rivoluzione, i top team partiranno immediatamente con il nuovo progetto affiancandolo a quello per il Mondiale 2020, ovviamente già avviato da tempo ma con un programma di sviluppi da portare a termine.
Poche squadre possono permettersi un tale sforzo economico, e c’è da scommettere che la forbice tra chi potrà e chi no, si allargherà notevolmente. Ma non c’è solo questo rischio. Alla vigilia dell’era ibrida la Mercedes ha saputo fare la differenza in modo marcato sul fronte motoristico, marchiando a fuoco almeno 3 stagioni grazie ad una power unit eccezionale.
Ora che le performance di Mercedes, Ferrari, Honda e Renault si stanno comunque avvicinando, ecco che si prospetta una modifica ai regolamenti. Avere tre top-team non è la garanzia che possano convergere negli stessi risultati, e al contrario esiste il rischio di ritrovare il dominio di una sola forza in campo.
“Evoluzione sarebbe meglio di rivoluzione”, ha sintetizzato un addetto ai lavori, ma soprattutto le squadre che non stanno vivendo un buon periodo della loro storia vedono in un nuovo regolamento tecnico una potenziale risorsa.
Teoricamente può anche starci, ma la realtà dimostra che senza pianificazione e competenza qualsiasi ciclo tecnico nella Formula 1 odierna è molto difficile per chi lo affronta.
Purtroppo, come è accaduto altre volte in passato, iniziative ed idee sensate rischiano di arenarsi davanti alla fatidica percentuale di consensi che deve arrivare dai team. Coinvolgere le squadre nelle valutazioni di quelle che possono essere nuove vie da imboccare è doveroso, ma il problema che si pone (e che da anni è un freno all’introduzione di correttivi) è legato alla filosofia dei team e al potere che hanno di promuovere o bocciare iniziative.
Tutte le squadre, prese singolarmente, non hanno mai avuto e mai avranno una visione d’insieme, ma punteranno su un unico criterio di valutazione: l’interesse del team stesso.
Meglio una decisione sbagliata che porta vantaggio che una corretta che potenzialmente può comportare uno svantaggio. In questi casi servirebbe una Federazione Internazionale forte, con una visione super-partes mirata al bene collettivo, soprattutto nel lungo periodo. Ma il tempo a disposizione è ormai molto poco...
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