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Red Bull stupisce, Mercedes delude e Ferrari... respira

La prima giornata di test in Bahrain, condizionata da una tempesta di sabbia, non può offrire valutazioni precise, ma offre uno spaccato che ci mostra uno scenario che sembra molto diverso da quello dello scorso anno. Andiamo ad analizzare perché...

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B

Mark Sutton / Motorsport Images

Quando si scorre una classifica è difficile resistere alla tentazione di dare il via alle valutazioni, soprattutto se si tratta della prima graduatoria dell’anno. Parliamo pur sempre di una giornata di test, con carichi di benzina ed ‘engine-mode’ rigorosamente segreti, ma qualcosa le otto ore di attività in pista concluse oggi in Bahrain hanno detto.

Piccole tessere in un mosaico ben più complesso, ma comunque dei punti di partenza. Sono due le notizie maggiori del giorno: la Red Bull è partita molto bene, la Mercedes tutt’altro.

Curiosamente è stato il team campione del Mondo a tenere maggiormente banco nella serata di Sakhir. Negli ultimi anni il copione del ‘day 1’ dei test pre-campionato era sempre lo stesso: Mercedes subito veloce e, soprattutto, in grado di coprire distanze mostruose senza il minimo contrattempo.

Oggi in Bahrain il verdetto è stato invece diverso, a causa di un problema al cambio che ha bloccato Valtteri Bottas appena uscito dai box.
“Nel giro di installazione mi sono reso conto che c’era un problema alla trasmissione – ha spiegato – e quando è stato chiaro che sarebbe stata necessario sostituirla ho capito che avrei girato poco”. Ed infatti Bottas è potuto rientrare in pista solo dopo tre ore e mezza, concludendo la mattinata con solo sei giri all’attivo.

Lewis Hamilton, Mercedes W12

Lewis Hamilton, Mercedes W12

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Sfortuna o presunzione?

La Mercedes ha pagato un prezzo carissimo alla decisione di non programmare lo shakedown tradizionale a Silverstone, un appuntamento fisso in passato ma che quest’anno è stato posticipato a Sakhir tra i test e il weekend di gara.

L’obiettivo era quello di evitare la pioggia inglese, ma è costato caro. “È facile dirlo dopo – ha concluso Bottas – certo, se lo avessimo fatto ci saremmo accorti del problema al cambio, ma negli ultimi anni tutto era stato perfetto dopo i normali test al banco. Magari il prossimo anno rivedremo questa decisione”.

In termini di chilometraggio percorso è andata meglio a Lewis Hamilton, che ha messo insieme 42 giri nella sessione pomeridiana iniziata sotto una piccola bufera di sabbia. Il decimo tempo finale, dopo diverse escursioni nelle vie di fuga, completa una giornata difficile per il box Mercedes, ma siamo al primo giorno di un 2021 a dir poco lungo, e sarebbe un errore grossolano trarre conclusioni affrettate.

L’errore in casa Mercedes è stato arrivare in Bahrain senza il classico shakedown, un peccato di presunzione figlio dei riscontri delle scorse stagioni. Ma per valutare il progetto W12 serve tempo.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B nella... tempesta di sabbia

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B nella... tempesta di sabbia

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

Red Bull: sorrisi con le dita incrociate

I primi a saperlo sono proprio i mattatori della giornata, ovvero Max Verstappen e la Red Bull. Un bilancio perfetto, quello dell’olandese, con 139 giri all’attivo, miglior tempo e i primi sorrisi stagionali tra i tecnici nel box.

“Siamo partiti molto bene – ha commentato Verstappen – le condizioni della pista non erano ovviamente le migliori, ma siamo riusciti a completare tutte le prove programmate, e la macchina è stata piacevole da guidare, ed è sempre positivo iniziare con questi riscontri, nel team siamo tutti contenti. Ma voglio sempre aspettare il termine della prima Q3 dell’anno per valutare il potenziale di tutte le monoposto”.

Troppe volte in casa Red Bull hanno pensato di aver colmato il gap nei confronti della Mercedes, e dopo tanti bruschi ritorni alla realtà non osano più esporsi.

Nel complesso a convincere è stato il ritmo confermato da Max (soprattutto con le hard) e la guidabilità emersa dalle immagini on-board, tutt’altra cosa rispetto a quella della RB16 (senza B) che lo scorso anno esordì a Barcellona.

Non possiamo parlare di sorpresa, in casa Red Bull hanno deciso nel 2020 di percorrere un sentiero rassicurante, evolvendo costantemente la vettura in vista di questa stagione, ma resta sempre la domanda che toglie il sonno non solo a Verstappen, ma anche a Helmut Marko, Christian Horner e Adrian Newey (tutti presenti a Sakhir): quanto va davvero la Mercedes?

Carlos Sainz  sulla Ferrari SF21 in una sosta ai box

Carlos Sainz sulla Ferrari SF21 in una sosta ai box

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Lotta a quattro, bene la ‘prima’ di Sainz

Dietro al tandem di testa i dubbi sono ancora di più, definendo un contesto splendido per gli appassionati. Il primo timido exploit tra chi ambisce al ruolo di terza forza va alla McLaren (leader al mattino con Daniel Ricciardo e seconda nella classifica finale con Lando Norris) ma sono tutti lì.

Esteban Ocon, terzo, Lance Stroll, quarto, e Carlos Sainz quinto. Lo spagnolo ha completato un’ottima ‘prima’ in rosso, dopo aver atteso con trepidazione l’inizio della sua sessione osservando Leclerc girare al mattino.

A rendere tesa la pausa pranzo di Sainz è stato proprio lo stop di Leclerc a dieci minuti dalla prima bandiera a scacchi dell’anno, a causa di un’anomalia alla combustione rilevata dai tecnici della Ferrari in telemetria che ha fatto scattare l’allarme.

Leclerc ha accostato la SF21 a bordo pista, e Sainz ha dovuto attendere una mezz’ora in più del previsto (a causa dei controlli effettuati dai tecnici del Cavallino) prima di scendere in pista.

Poi, finalmente, la Ferrari con il numero 55 è uscita dalla pit-lane. “Abbiamo completato il programma (identico a quello svolto da Leclerc al mattino) ma di sicuro non mi aspettavo il mio primo test al volante della Ferrari in una tempesta di sabbia e con un vento a 40 km/h! – ha raccontato Sainz – giro dopo giro è andata sempre meglio, ma è incredibile come le macchine di Formula 1 siano ognuna un mondo diverso. Sto imparando, siamo all’inizio, il limite è ancora molto lontano”.

Una prima valutazione, confermata anche dal sesto tempo di un ottimo Antonio Giovinazzi, è il ritorno della Ferrari ad un rendimento motoristico all’altezza della concorrenza. Il purgatorio sembra di fatto un ricordo, e almeno su questo fronte si tornerà eventualmente a parlare di un decimo o due, in più o meno rispetto alla concorrenza. Poi servirà tutto il resto, che non è poco, ma questo emergerà giorno dopo giorno, ad iniziare da domani.

Lando Norris, McLaren MCL35M

Lando Norris, McLaren MCL35M

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

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