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Red Bull già rinuncia all'opzione Renault per passare all'Honda?

La squadra di Milton Keynes ha tratto dati importanti dai test di Barcellona sul V6 giapponese: la Red Bull nel 2019 potrebbe diventare squadra uffciale della Honda, come la Toro Rosso. Sarebbe una scomessa di due anni, perché...

Pierre Gasly, Scuderia Toro Rosso STR13

Foto di: Andrew Hone / Motorsport Images

Scuderia Toro Rosso STR13, dettaglio del naso
Max Verstappen, Red Bull Racing RB14
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14
Max Verstappen, Red Bull Racing RB14
Christian Horner, Team Principal Red Bull Racing
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14 con vernice aerodinamica sul bargeboard
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14
Max Verstappen, Red Bull Racing con casco e volante

La Red Bull avrebbe già deciso: non ci sarà bisogno di aspettare il mese di maggio per rispondere all’ultimatum della Renault giunto per bocca di Cyril Abiteboul in occasione della prima sessione di test invernali a Barcellona.

Il team di Milton Keynes, visti i risultati conseguiti dalla Toro Rosso con i motori Honda, sarebbe intenzionato a scommettere sulla power unit giapponese che in otto giorni di collaudi in Spagna non ha rotto un’unità e ha collezionato 822 giri, pari a 3.826 km, l’equivalente di quasi 13 GP.

E così, con non poca sorpresa, il motore nipponico si è collocato subito dietro ai V6 Turbo uffciali di Mercedes e Ferrari, ma davanti al Renault, mostrando un potenziale ben più elevato di quanto fosse emerso nei tre anni precedenti con la fornitura esclusiva alla McLaren, caratterizzata da continue rotture che hanno fortemente minato la credibilità di un Costruttore che in passato aveva raggiunto risultati di eccellenza.

I “bibitari”, quindi, sarebbero più che mai intenzionati a far cadere l’opzione con la Renault (ogni Costruttore dovrà dichiarare le forniture 2019 alla FIA il 1 giugno) per diventare squadra ufficiale Honda, proprio come è già oggi la Toro Rosso. Il primo vantaggio sarà che a Milton Keynes non dovranno più pagare la power unit, cosa che non dispiacerà affatto a Dietrich Mateschitz, sempre più in balia dei motoristi.

Il suo uomo di fiducia, Helmut Marko, proprio recentemente ha ammesso che per vincere in F.1 non basta più avere il miglior telaio o l’aerodinamica più efficiente, ma è indispensabile avere anche un propulsore ufficiale.

Le voci del paddock dicono che la Red Bull non vorrebbe legarsi per più di un paio d’anni con i giapponesi, per avere eventualmente le mani libere nel 2021 quando dovrebbe partire la F.1 con i nuovi motori.

La collaborazione con la Honda potrebbe proseguire se si aprisse un ciclo vincente, altrimenti perché non spalancare le porte alla Porsche se volesse ritrovare un posto al sole nel Circus, dopo che il Gruppo VW ha “purgato” il Dieselgate?

In Germania questa supremazia tecnologica della Mercedes in Formula 1 sta un po’ imbarazzando gli altri grandi Costruttori. Toto Wolff è stato abile a fare l’asso piglia tutto in questa era ibrida, mettendo in scacco marchi storici delle corse come Ferrari, Renault e Honda.

Qualcuno starebbe pensando che l’ingresso nei GP non sarebbe da perdere proprio sfruttando il cambiamento di regole della F.1 nel 2021, quando, almeno sulla carta, tutti i motoristi dovrebbero ripartire da zero, o quasi.

Per il promotore Liberty Media sarebbe un gran colpo perché l’eventuale ingresso di Porsche potrebbe scatenare il… riarmo anche di altri Costruttori che avevano lasciato la F.1.

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