Red Bull: Ricciardo e Verstappen, due facce della stessa medaglia
All'australiano va tutto bene: al Red Bull Ring colleziona il quinto podio di fila, proprio mentre prosegue il momento nero di Max costretto al ritiro nel primo giro. Analizziamo il momento double face dei due piloti del team di Milton Keynes.
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB13
Charles Coates / Motorsport Images
Una medaglia con due facce: Daniel Ricciardo sorridente per il quinto podio di fila; Max Verstappen con il volto scuro per il quinto ritiro nelle ultime sette gare. La realtà in Red Bull Racing è in chiaroscuro, tanto che il team principal Christian Horner ci ha giocato facendo un po’ di spirito nel tipico humor inglese…
“La nostra monoposto è siglata RB13: il 13 è un numero fortunato per alcuni e non per altri. Si può dire che sia fortunato per Daniel e sfortunato per Max, almeno finora”.
L’australiano da Barcellona in poi non è più sceso dal podio collezionando quattro terzi posti oltre alla vittoria di Baku, totalizzando nel 2017 107 punti, più del doppio rispetto a Max Verstappen che non è andato oltre a 45 punti.
Daniel è quarto nella classifica iridata piloti a 64 lunghezze dal leader Vettel e, oggettivamente, non ha alcuna speranza di inserirsi nella sfida fra i due colossi Ferrari e Mercedes, ma l’obiettivo della Red Bull è quello di fare la guastatrice, cercando di lucrare il massimo ad ogni Gran Premio.
Ragione per cui Christian Horner non ha deciso che il giovane olandese debba vestire i panni del… valletto di Ricciardo: il britannico, in una fase in cui la monoposto rivista da Newey comincia a dare dei risultati, non vuole bruciare il potenziale di Max per metterlo al servizio del compagno di squadra, considerando che non sono in lotta per nessun titolo…
"Non stiamo pensando alle classifiche di campionato, stiamo lavorando per ottenere il massimo dalla macchina – prosegue Christian – e sono convinto che il ciclo negativo di Max non possa andare oltre”.
L’olandese è partito malissimo per un problema alla frizione: lo star lento lo ha portato a diventare la vittima sacrificale di Daniil Kvyat che ha speronato Fernando Alonso alla prima curva prima di coinvolgere anche la Red Bull. Per gli ultimi due è stato ritiro dopo pochi metri.
Max sta vivendo una fase difficile della sua carriera: il “fenomeno” capace di vincere al debutto con la Red Bull è in una fase di normalizzazione che lo fa precipitare nell’anonimato. Il suo talento naturale non si discute, ma negli ultimi GP è stato percepibile un nervosismo che si è trasformato in errori in pista molto frequenti.
Il “ragazzo” sta mettendo a dura prova l’approvvigionamento dei pezzi nuovi e rischia di rallentare lo sviluppo della RB13 ora che pare sia stata trovata la giusta correlazione dei dati fra la simulazione (CFD, simulatore e galleria del vento) e la pista. Nelle frequenti uscite di pista ha danneggiato spesso il fondo, limitandogli la possibilità di girare e di sviluppare la macchina.
Verstappen è poco sereno, qualcuno gli ha messo nell’orecchio la possibilità di andare alla Ferrari, sebbene sia bloccato da un contratto blindatissimo. Forse alla prospettiva ci ha pensato un attimo, ma Helmut Marko e Christian Horner gli hanno fatto capire che non può mettersi strani grilli per la testa e magari potrà cercare un immediato rilancio nel prossimo weekend a Silverstone.
“Per quanto riguarda Verstappen non abbiamo firmato assolutamente niente – ha spiegato Marchionne al Red Bull Ring - . Prima della fine dell'anno saprete".
Daniel Ricciardo, per contro, si gode il momento: l’australiano si trova nella condizione ideale perché non deve dimostrare niente a nessuno. Non ha responsabilità e, quindi, può esprimere il suo meglio senza condizionamenti né pressioni. Ha infilato Kimi Raikkonen alla Curva 3 nelle prime battute mettendo i mattoncini al terzo posto e poi si è difeso con mestiere su Lewis Hamilton quando la Mercedes W08 si era fatta molto minacciosa negli specchietti.
Se il successo un po’ casuale di Baku è stato più un omaggio di Hamilton e Vettel che il frutto della propria superiorità, va detto che Daniel è sempre al posto giusto nel momento giusto e a dispetto del compagno di squadra, che ha una lista dei danni lunga così, non sbatte e commette pochissimi errori, mostrando una consistenza che rivela la raggiunta maturità. È una pietra di paragone molto scomoda, che aveva costretto Sebastian Vettel a cambiare aria da Milton Keynes e che sta ridimensionando un talento puro come Max Verstappen.
Chissà se nei test che seguiranno il GP d’Ungheria farà il suo debutto la RB13/B (o addirittura una RB14): se l’olandesino fosse anche solo un poco superstizioso, potrebbe essere la svolta?
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