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Red Bull: per Verstappen un quarto di nobiltà, per Ricciardo è allarme motore

La squadra di Milton Keynes è rimasta fuori dal podio con una RB14 che non era in grado di reggere il passo di Mercedes e Ferrari, ma Max è stato molto consistente. Paura per il motore di Daniel prima dell'Hungaroring.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB14

Max Verstappen, Red Bull Racing RB14

Andrew Hone / Motorsport Images

Un tifoso di Max Verstappen, Red Bull Racing, mascherato da leone, con un ombrello arancione
Max Verstappen, Red Bull Racing RB14, precede Kevin Magnussen, Haas F1 Team VF-18
Max Verstappen, Red Bull Racing RB14
Tifosi olandesi a supporto di Max Verstappen, Red Bull Racing
Max Verstappen, Red Bull Racing
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14, di traverso
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing, nella drivers parade
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL33, precede Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14

La Red Bull ha lasciato Hockenheim con una buona notizia ed un campanello d’allarme che suona sempre più forte. I riscontri positivi arrivano da Max Verstappen, che dal Gran Premio del Canada è entrato decisamente in modalità ‘efficienza’.

Anche in Germania Max ha portato a casa il massimo risultato alla sua portata, il quarto posto, ma è un piazzamento arrivato al termine di una corsa in cui non ha lasciato nulla di intentato. Le ha provate tutte, l’olandese, ad iniziare dal primo giro in cui ha messo una pressione incredibile su Kimi Raikkonen, ma Iceman questa volta ha resistito con una difesa impeccabile.

Verstappen ha sperato a lungo nella pioggia, ma le gocce cadute sul circuito di Hockenheim sono state troppo poche, e troppo intermittenti, per rappresentare una chance. Il box Red Bull ha anche provato la carta delle gomme da bagnato, ma la pioggia non si è intensificata e Max ha dovuto far ritorno in pit-lane per tornare agli pneumatici d’asciutto.
“Normalmente prego sempre che arrivi la pioggia – ha confermato l’olandese - ma questa volta non mi ha aiutato. Il quarto posto era il massimo possibile. A Lewis è andata bene perché è passato alle ultrasoft nel momento che si è poi rivelato perfetto, visto che subito dopo è uscita la safety car e lui alla ripartenza si è ritrovato con gomme fresche della mescola giusta”.

Verstappen ha poi spiegato i motivi che lo hanno portato a giocare la carta degli pneumatici da bagnato, scelta rivelatasi poi non corretta.
“C’è stato un momento in cui la pioggia si è intensificata parecchio – ha confermato – i primi due settori erano bagnati ed ho pensato che presto sarebbe stato così anche nel terzo. Ma non è andata come speravo, e sono dovuto tornare sui miei passi. Non è stato un errore, quanto una scommessa non azzeccata”.

Ma la peggior notizia di giornata per la Red Bull è stata senza dubbi il ritiro di Daniel Ricciardo. L’australiano era in pista con una power unit aggiornata in tutta la parte ibrida proprio alla vigilia del weekend tedesco, ma a metà corsa ecco uno stop davvero imprevisto.
“Ho sentito qualcosa di strano alla scalata della curva 6 – ha spiegato Ricciardo – e quando in uscita ho accelerato il rumore era diverso dal solito. Un istante dopo è arrivato un calo di potenza, ed ho chiamato il team via-radio. Fine dei giochi, e mi dispiace perché dopo aver sofferto non poco nella prima fase di gara ero pronto a cogliere ogni chance. Ma c’è poco da fare, ultimamente arrivo troppo spesso alle interviste quando la gara è ancora in corso, non è un buon segno”.

Red Bull e Renault non hanno comunicato la natura e l’entità del problema che ha bloccato Ricciardo, e resta un pesante punto interrogativo in vista del Gran Premio d’Ungheria del prossimo weekend. Una gara che sia Ricciardo che la Red Bull attendono con ansia da tempo, visto che le caratteristiche dell’Hungaroring dovrebbero adattarsi perfettamente alla monoposto.

Se però sarà necessario sostituire anche solo uno dei elementi della power unit (l’australiano andrebbe in penalità in caso di sostituzione di qualsiasi componente) le aspettative sarebbero drasticamente ridimensionate.

“Io non vorrei mai cambiare nulla sul motore prima di Budapest – ha rivelato Verstappen – credo che sia più saggio riprendere la prima power unit, perché una penalità compromette tutto. Ma non sarà l’ultima chance per noi per puntare alla vittoria. Credo che Singapore sarà un’altra occasione importante”.

Resta però una situazione allarmante sul fronte affidabilità, ed ormai anche Christian Horner sembra aver tirato i remi (delle critiche) in barca. Mercedes, ma soprattutto Ferrari, continuano a progredire, mentre Renault sta cercando di convincere la Red Bull che la scelta Honda non è stata poi così un azzardo.

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