Red Bull: il ritiro di Ricciardo non è stato causato dal motore, ma dalla frizione
I tecnici Renault hanno provato a fare una messa in moto una volta che la RB14 è stata portata nei box e il 6 cilindri "Spec C" è ripartito senza mostrare problemi. Daniel ha collezionato il quarto stop nelle ultime sei gare.
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14
Glenn Dunbar / Motorsport Images
La fumata non aveva lasciato molti dubbi: il ritiro di Daniel Ricciardo nel corso del 18esimo giro del GP d’Italia faceva pensare che fosse causato dal cedimento di schianto del motore Renault e, invece, pare che a rompersi sia stata solo la frizione.
La conferma è arrivata tanto da Red Bull che da Renault: una volta riportata la RB14 i motoristi hanno fatto una prova di accensione della power unit che è regolarmente andata in moto.
In questo caso si sarebbe salvato il propulsore “Spec 3” che è stato montato sulla monoposto dell’australiano: secondo la Casa francese l’ultima evoluzione del 6 cilindri turbo è un significativo passo avanti nelle prestazioni, si parla di tre decimi di secondo al giro, ma con ancora dei limiti in materia di affidabilità.
Se le prime verifiche venissero confermate, Daniel Ricciardo potrebbe andare a Singapore confidando di avere buone chance di ben figurare, visto che ha pagato la penalità a Monza proprio per avere un propulsore fresco e competitivo sul circuito cittadino asiatico, nella speranza riprendere la via del successo dopo Monte Carlo e Baku.
"Possiamo confermare, dopo aver analizzato la power unit di Daniel Ricciardo, che il suo ritiro non è stato collegato a un problema del motore - ha detto un portavoce Renault – ma il sospetto è che ci sia stato un problema di frizione".
Ricciardo spera in una svolta dal prossimo GP, dopo aver registrato il quarto ritiro nelle ultime sei gare.
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