Red Bull: Honda favorita nel dilemma motore con Renault, in attesa di Porsche
Il team di Milton Keynes ha chiesto tempo alla Casa francese per dare una risposta sul rinnovo della fornitura del motore fino al 2020, ma la sensazione è che abbiano già deciso per Honda. Perché...
Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images
Tra tre settimane, nel contesto del Gran Premio d’Austria, la Red Bull annuncerà chi, tra Renault e Honda, sarà il suo fornitore della power unit 2019. Ufficialmente la squadra ha chiesto ancora del tempo per poter osservare i progressi dei nuovi motori evoluti che stanno muovendo i primi passi nel weekend di Montreal, ma in ballo non ci sono solo i pochi cavalli che può garantire una nuova specifica di power unit.
Da una parte c’è la certezza di una partnership nel ruolo di cliente (anche se molto speciale) nata nel 2007 a proseguita tra alti e bassi per dodici stagioni.
Un rapporto che ha portato la conquista di otto titoli Mondiali (quattro piloti e altrettanti costruttori) ma che ha anche vissuto momenti di grande tensione nell’era power unit, con critiche pubbliche da parte di Red Bull nei confronti di Renault che non sono state un esempio di eleganza.
L’alternativa è una partnership con una Casa che affiderebbe alla Red Bull il ruolo di team ufficiale, e sarebbe una novità assoluta per la squadra di Milton Keynes.
La scelta Honda presenta dei rischi maggiori sul fronte tecnico, perché pur confermando dei concreti passi avanti nel Mondiale in corso, la power unit giapponese è ancora lontana dalla performance di Mercedes e Ferrari, ed il problema dell’affidabilità non è ancora del tutto alle spalle.
La partnership con la Honda avrebbe però dei vantaggi economici non indifferenti, perché la Red Bull passerebbe da pagare le power unit Renault (circa 20 milioni di euro il prezzo complessivo) ad una fornitura gratuita, esclusiva, ed accompagnata da un contributo importante da parte della Casa giapponese che ai tempi dell’accordo con la McLaren era di circa 50 milioni di euro.
Non è una scelta semplice, ma almeno sul fronte tecnico la Red Bull ha tutti i dati del caso a disposizione. Il potenziale della Renault è ovviamente ben chiaro agli ingegneri del team, mentre per farsi un’idea di quello della Honda ci sono a disposizione i dati della Toro Rosso. Ma la scelta, come detto, non è solo tecnica.
Nel lungo periodo, ovvero quando entrerà in vigore il prossimo regolamento tecnico che darà vita anche ad un’inedita generazione di power unit, i piani della Red Bull potrebbero anche prendere un’altra strada, ovvero quella Porsche.
La semplificazione del regolamento sul fronte della power unit garantita da Liberty Media con l’abolizione dell’unità MGU-H, sembra sia stata fondamentale per convincere la Porsche a varare un progetto Formula 1 che ovviamente al momento non ha conferme ufficiali.
Ma i rumors sono sempre di più, e se la Casa tedesca sarà effettivamente in Formula 1 a partire dal 2021, c’è da scommettere che lo farà con Red Bull.
Le attività sportive del gruppo Audi-Volkswagen hanno sempre trovato una partnership con la Red Bull, dal programma WRC, alla Parigi Dakar e al DTM.
Anche quando i piloti del programma Red Bull junior sono transitati nel loro percorso di crescita dalla Formula 3, la priorità è sempre stata data ad accordi con squadre che utilizzavano il motore Volkswagen.
Logico, quindi, ipotizzare che Red Bull non voglia andare oltre un programma biennale, garantendosi la possibilità di poter iniziare il nuovo ciclo tecnico con il partner invocato da molti anni e che finalmente sembra intenzionato a compiere il grande passo verso la Formula 1.
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