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Analisi

Red Bull: cento punti in meno, ma sono arrivate tre vittorie

La squadra di Milton Keynes ha avuto un avvio deludente con l'attesa RB13 che poi nella seconda parte della stagione è parsa la monoposto che è cresciuta di più. Marko ha scommesso su Verstappen, con Ricciardo che si sente ospite.

Il casco di Daniel Ricciardo, Red Bull Racing nella foto di gruppo del team Red Bull Racing

Il casco di Daniel Ricciardo, Red Bull Racing nella foto di gruppo del team Red Bull Racing

Sutton Motorsport Images

LA SQUADRA  

Max Verstappen, Red Bull Racing RB13
Max Verstappen, Red Bull Racing RB13

Photo by: Sutton Motorsport Images

Il bottino finale (3 vittorie per 13 podi complessivi) non è certo un fallimento, anzi, però le premesse alla vigilia del campionato erano altre. La Red Bull era chiamata ad essere la prima antagonista della Mercedes, e la chance che avrebbe dovuto riportare la squadra a lottare per il Mondiale era la rivoluzione aerodinamica resasi indispensabile dal nuovo regolamento tecnico.

“Un assist per Newey”, si è detto tutto lo scorso inverno, ma la pista ha detto altro. Daniel Ricciardo e Max Verstappen hanno capito subito che gli obiettivi sarebbero stati diversi, e che la RB13 non sarebbe stata la vettura in grado di portarli a lottare per la vittoria con continuità.

Il successo di Baku è stato un jolly pescato con abilità da Ricciardo, ma la prima affermazione... vera è arrivato solo in Malesia con Verstappen, che ha poi bissato con una cavalcata sembrata fin troppo semplice a Città del Messico.

Si è detto che alla Red Bull va la palma del miglior sviluppo portato avanti con continuità durante la stagione, ma quando si parte da un livello più basso della concorrenza, è anche più semplice migliorare lo stato delle cose.

Sul bilancio finale del 2017 della Red Bull pesa anche la mancanza di affidabilità della power unit Renault, e questo giustifica i cento punti in meno conquistati rispetto al Mondiale 2016. Ma il team sa che non è stato solo il motore francese a bloccare le sua ambizioni, è ciò aumenta i rimpianti per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato.

I PILOTI

Daniel Ricciardo

Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB13
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB13

Photo by: Sutton Motorsport Images

Mano appariscente di Verstappen, ma redditizio come un veterano. Il 2017 di Ricciardo è stato condizionato (in negativo) da una resa in qualifica inferiore rispetto al compagno di squadra (13 a 7 il bilancio a favore di Max), ma il suo rendimento nell’arco della stagione è stato da top-driver.

Nonostante una Red Bull inferiore alla Ferrari, solo nella tappa conclusiva di Abu Dhabi l’australiano ha dovuto cedere la quarta posizione nella classifica generale a Kimi Raikkonen, dimostrando di lasciare per strada davvero poco.

Il finale di 2017 è stato decisamente duro per Ricciardo, con ben tre ritiri per motivi tecnici nelle ultime quattro gare in calendario, per un totale di solo otto punti conquistati nell’ultimo poker di Gran Premi.

In più è arrivata la notizia del prolungamento del contratto di Verstappen, pilota su cui la Red Bull sembra puntare guardando al futuro. Ma Ricciardo ha la scorza dura, ed una forza caratteriale che nel paddock ha pochi eguali.

Ha colto la chance di Baku, vincendo una gara-lotteria ma onorandola con il sorpasso dell’anno, ed in generale si è sempre fatto trovare pronto (e decisamente grintoso) quando si è presentata l’occasione di salire sul podio, obiettivo raggiunto in nove occasioni.

Ricciardo è uno dei piloti top di questa Formula 1, e se la Red Bull lo lascerà libero di partire verso altre destinazioni (il suo contratto scade alla fine del 2018) non sarà assolutamente semplice rimpiazzarlo.

Max Verstappen

Max Verstappen, Red Bull Racing
Max Verstappen, Red Bull Racing

Photo by: Charles Coates / LAT Images

Verstappen fa discutere, e lo farà ancora. Ma è ormai indiscutibile che il ventenne olandese sia il talento più cristallino arrivato in Formula 1 in questa decade.

La sua crescita è evidente, dalla qualifica alla gestione di gara, e ormai sembra pronto per l’esame finale, ovvero una stagione al volante di una monoposto in grado di puntare al titolo Mondiale.

Nel paddock c’è chi sostiene che la sua aggressività sarà un limite quando sarà necessario terminare tutte le gare, ma a bene vedere nei sette ritiri accusati nel corso delle venti gare disputate, nessuno è imputabile a suoi errori.

Per tre volte è stato colpito da avversari (Spagna, Austria e Singapore) ed in altre quattro occasioni lo stop è arrivato per problemi tecnici. Le cinque "stellette" finali perdonano l’errore commesso nel Gran Premio d’Ungheria, dove ha gettato al vento le chance di ottenere un risultato di peso colpendo il compagno Ricciardo nel primo giro di gara, condizionando negativamente il bilancio di tappa del team.

Un errore condonato per quanto Max ha regalato in pista a tutti gli appassionati di Formula 1. Una anticipo sul ‘Verstappen che sarà’ è arrivato nelle ultime sei gare della stagione, coincise con il cambio di passo della Red Bull. Max in questa fase del mondiale è stato il pilota che ha ottenuto il maggiore bottino (100 punti, ex-aequo con Hamilton) a conferma che è pronto anche per le sfide di vertice. La Formula 1 del futuro ha una certezza...

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