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Red Bull 2019: la scelta Honda non è dettata solo dal nuovo motore giapponese

A Milton Keynes vogliono il legame con una Casa ufficiale che investa nella crescita, supportando economicamente anche la Toro Rosso. Ecco cosa c'è dietro a un accordo che avrà diversi risvolti non solo con Renault.

Motore Honda RA618H

Motore Honda RA618H

Scuderia Toro Rosso

Max Verstappen, Red Bull Racing RB14
Il naso di una Toro Rosso STR13
Masashi Yamamoto, General Manager, Honda Motorsport
Max Verstappen, Red Bull Racing RB14
Pierre Gasly, Toro Rosso STR13, nell'abitacolo della sua monoposto
Dr Helmut Marko, Consulente Red Bull Motorsport beve una lattina di Red Bull
Christian Horner, Red Bull Racing Team Principal, Dr Helmut Marko, Consulente Red Bull Motorsport e Cyril Abiteboul, Managing Director Renault Sport F1
Pierre Gasly, Toro Rosso
Logo Honda sul cofano motore della Toro Rosso STR13 Honda

La decisione è già stata presa. La Red Bull l’anno prossimo avrà i motori Honda lasciando la Renault dopo una collaborazione che è durata dodici anni. Il team di Milton Keynes per la prima volta nella sua storia potrà contare sul supporto di una Casa ufficiale senza dovere pagare la fornitura della power unit.

Si dice che a far pendere l’ago della bilancia sarebbe stata la prestazione del nuovo motore Honda promosso dai due piloti della Toro Rosso, Pierre Gasly e Brendon Hertley, che hanno parlato di un importante passo in avanti non solo in termini di potenza, si parla di 27 cavalli, ma anche nella riduzione dei consumi.

In realtà il passo avanti c’è stato: i tecnici di Faenza hanno misurato in circa tre decimi il guadagno in Canada, anche se è difficile credere che facendo il cambio di unità, passando dal motore Tag Heuer (Renault) all’Honda la RB14 sarebbe in grado di vincere un Gran Premio.

Chi ha fatto dei rilevamenti fonometrici durante le qualifiche a Montreal ha rilevato che la power unit Honda ha ancora un margine importante di cavalli da colmare con il propulsore Mercedes, anche se le velocità massime viste in Canada erano prossime a quelle del motore Renault.

C’è chi parla di una cinquantina di cavalli di divario che potrà ulteriormente essere ridotto nel corso dell’anno, visto che sulla STR13 non si registrano i continui problemi di affidabilità che avevano afflitto l’unità giapponese montata sulla McLaren nei tre anni precedenti e la crescita, quindi, può essere più rapida (sulla MCL33 di Alonso, invece, a Montreal si sono rotti gli scarichi per surriscaldamento…).

Le ragioni dell’accordo Red Bull - Honda, quindi, sarebbero molto più profonde, tali da non giustificare una sorta di “derby” all’ultimo cavallo fra la power unit Renault e quella Honda.

Perché è bene ricordarlo anche la bistrattata power unit Renault per la prima volta ha potuto disporre del “pulsante magico” in qualifica, portando Max Verstappen ad appena 173 millesimi dalla pole position di Sebastian Vettel su una pista come quella dedicata a Gilles Villeneuve. La questione, quindi, assume toni che sono tecnici, ma anche politici.

La Honda al quinto anno dal ritorno in F1 vuole cominciare a vedere qualche risultato che vada oltre al quarto posto di Pierre Gasy in Bahrain ed è disposta a garantire la fornitura gratuita delle power unit tanto alla Red Bull che alla Toro Rosso, aggiungendo un sostanzioso budget di sponsorizzazione che potrebbe andare a prendere quegli spazi che oggi sono di Aston Martin.

Ma il risparmio di Dietrich Mateschitz potrebbe essere drasticamente maggiore se Red Bull e Toro Rosso iniziassero una vera collaborazione sullo stile di Haas con Ferrari: Red Bull Technology diventerebbe il fornitore principale dei due team per cui scocca (che sarebbe poi prodotta a Faenza), motore, cambio, sospensioni, freni e impianti di raffreddamento potrebbero essere uguali, lasciando che gli aerodinamici di Bicester curassero autonomamente le forme di ali e carrozzeria.

È chiaro che questa operazione potrebbe portare ad una riduzione del personale della Toro Rosso che oggi conta oltre 600 addetti in una sede modernissima ed efficiente a Faenza.

Cyril Abiteboul pare che abbia voluto mettere le mani avanti, minacciando che la Renault potrebbe cancellare l’offerta dei motori per il prossimo biennio. Ma si tratta solo di una prima mossa di una partita che non sembra destinata a finire in fretta…

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