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Questo Alonso deve temere Vettel al suo fianco?

Cosa sta succedendo alla Red Bull per convincere Seastian a trattare con Ferrari per il 2014?

Se all'improvviso si fosse spento il televisore e ci fossimo persi gli undici sorpassi che hanno impreziosito la vittoria di Fernando Alonso al Gp d'Europa con la Ferrari, ieri avremmo letto sui quotidiani sportivi di mezzo mondo in modo epico delle gesta sublimi che lo spagnolo ci ha regalato domenica. Al volante di una F2012 perfetta Fernando ci ha deliziato con una corsa ricca di emozioni e di sorpassi degna di un Jim Clark, di un Juan Manuel Fangio o di Tazio Nuvolari. Insomma, tanta roba come è stato ben sintetizzato sulla tabella dei distacchi che proprio Alonso ha portato in pit lane per festeggiare la 29esima vittoria in carriera. Un corsa speciale, su una pista come quella cittadina di Valencia che non ha mai permesso i sorpassi. GOMME SPETTACOLO Luca di Montezemolo domenica ha avuto la conferma ai dubbi sulle gomme Pirelli espressi sabato, dopo le disastrose qualifiche delle Rosse che sono rimaste fuori dalla Q3: il rimescolo continuo delle posizioni e una gara avvincente l'hanno permessa proprio le coperture italiane, ma la classe superiore dello spagnolo ha portato la Rossa a vincere un Gp nel quale in pochi avrebbero scommesso se non pochi centesimi. UNA VITTORIA PESANTE Quella di Valencia è una vittoria pesante che vale tantissimo nell'economia del campionato perché lo spagnolo è stato il primo a rompere quell'equilibrio che nella storia della F.1 non si era mai vista (sette vincitori diversi in sette Gp di fila). E la F2012 che a inizio stagione era una brutto anatroccolo, è diventata un cigno nella mani di Fernando. L'asturiano vanta 26 punti di vantaggio su Sebastian Vettel, 23 su Lewis Hamilton (che deve fare mea culpa per aver inutilmente resistito a Maldonado quando era già in evidente inferiorità di gomme) e 20 su Mark Webber. VETTEL LEPRE IMPRENDIBILE? Abbiamo cominciato dal bi-campione del mondo perché è la vera minaccia per il ferrarista: Sebastian era una lepre imprendibile con la rinnovata RB8. Adrian Newey ha messo in pista una Red Bull Racing capace di guadagnare oltre un secondo al giro fino alla safety car. E sarebbe ancora in testa alla graduatoria iridata. La squadra di Maranello sa che i “bibitari” hanno per le mani un'arma che può essere devastante, se anche Mark Webber è riuscito ad arrampicarsi ad un quarto posto dopo un via dalla 19esima posizione, nonostante l'australiano non sia parso troppo a suo agio sulla RB8 modificata. RED BULL: TIRA BRUTTA ARIA Essendo stati a Valencia abbiamo respirato un'aria pesante per la Red Bull Racing: insomma la sensazione è che la squadra diretta da Christian Horner sia nel mirino di tutto il Circus. Se è vero che esiste ancora l'RRA (resource restriction agreement) è ormai palese che questo agreement sia disatteso da Milton Keynes. La RB8 vista al Gp d'Europa rappresenta uno schiaffo a chi va (giustamente) predicando la riduzione delle spese. I bibitari sono contrari a mettere dei vincoli agli investimenti perché non vogliono vincolare la creatività al genio di Newey. DOPPIA BOCCIATURA La FIA ha già bocciato due soluzioni di Adrian Newey: i fori sul fondo davanti alle ruote posteriori dopo il Gp di Monaco e il mozzo posteriore forato prima del Gp del Canada (dopo la richiesta di chiarimento regolamentare giunta dalla McLaren, pare sollecitata da uno degli ingegneri italiani di stanza a Woking...). E anche a Valencia la RB8 è stata a lungo in verifica: ufficialmente per misurare il rispetto dell'angolo di cinque gradi del tirante della sospensione posteriore. SOLO CACCIA ALLE STREGHE? In realtà c'era molto maretta perché si era sparsa la voce che ci potesse essere addirittura una zavorra mobile (vietatissima dai regolamenti), un particolarmente che non è stato trovato. Sarebbe stata una furbata goffa per un tipo raffinato come Newey che sa leggere nelle pieghe delle norme, interpretando a suo modo ogni particolare della monoposto, anche quelli che sembrano più insignificanti e non prestazionali. IL SALTO DI QUALITA' RB8 Eppure sono in molti che si domandano come sia possibile che Vettel abbia trovato gli oltre tre decimi nell'ultimo giro da qualifica, quando i successivi quattro piloti erano racchiusi in un solo decimo. E gli occhi dei tecnici più attenti si sono puntati sul doppio canale nel fondo che porterebbe l'aria ad alimentare quello che un po' per volta si sta trasformando in una sorta di doppio diffusore con l'apparizione di tre deviatori di flusso davanti al nolder che incornicia l'intero estrattore con tanto di soffiaggio nella parte terminale. IL TRIS DI SEB NON PIACE Il terzo mondiale di seguito di Sebastian Vettel non sarebbe accolto con favore nemmeno da Bernie Ecclestone che, invece, vorrebbe cavalcare l'incertezza che le gomme Pirelli consentono. C'è chi ha letto in modo malizioso anche la safety car che è stata chiamata in pista per dare modo ai commissari di ripulire la pista dai detriti dell'incidente fra Vergne e Kovalainen, mentre più tardi sono bastate le bandiere gialle per spostare con un carro vicino alla traiettoria la monoposto di Hamilton ferma. Postulando che la sicurezza dei piloti viene davanti a tutto, l'accusa resta opinabile, ma ciò non toglie che il clima nel Circus per il team di Dietrich Mateschitz non sia più amichevole come prima. IL RICHIAMO DEL CAVALLINO La percezione di questa situazione potrebbe spingere Sebastian Vettel alla Ferrari nel 2014. Il tedeschino è un ragazzo intelligente e non vuole sprecare gli anni migliori. La migliore alternativa alla Red Bull Racing è certamente la Ferrari che può aggiungere alle indiscutibili capacità del team di Milton Keynes il blasone e il peso della sua storia. Un carisma che è sempre stato molto attrattivo per i grandi campioni del passato e che non lascia indifferenti quelli di oggi. DREAM TEAM 2014 La squadra del Cavallino starebbe pensando al dream-team per il 2014: Vettel insieme ad Alonso. A Maranello se ne parla spesso dei due galli nel pollaio (ricordate Prost e Mansell?), ma poi prevale la ragion di stato. Nel 2006 si aspettava l'accoppiata Raikkonen-Schumacher, ma alla fine Michael si è ritirato e al fianco di Kimi è rimasto Massa. VOCI USCITE TROPPO PRESTO Le voci sono uscite troppo presto e rischiano di agitare proprio Fernando che, invece, ha bisogno di un ambiente sereno per dare il meglio nella fase cruciale del mondiale. Lo spagnolo ha già vissuto sulla sua pelle un dualismo in McLaren con Lewis Hamilton e farebbe volentieri a meno di ripetere un'esperiena simile con Vettel. SI MUOVE IL TRIS D'ASSI Il bravo Alberto Antonini su Autosprint ha anche accennato alla possibilità che il tedeschino si possa portare dietro a Maranello due pezzi forti come Christian Horner e Adrian Newey. Se questo scenario fosse vero, vorrebbe dire che starebbe finendo il ciclo di Alonso al Cavallino che, invece, ha un contratto con il Cavallino fino al 2016. SERVE LA RIVOLUZIONE ROSSA? Lo spagnolo ha plasmato la squadra intorno a sé e ora che il team comincia a dare i suoi risultati rischierebbe di essere sfasciato: un conto è prendere Adrian Newey alla direzione tecnica per rafforzare un nucleo che con Pat Fry ha ancora delle lacune, un altro conto è importare alla Gestione Sportiva un tris d'assi (Vettel, Horner e Newey) che destabilizzerebbe l'attuale sistema. LA RED BULL VUOLE LASCIARE? Se fosse vero vorrebbe dire che Mateschitz si sarebbe stufato del gioco F.1 e potrebbe girare i tacchi dal Circus, consentendo ai suoi pupilli di andare nella piazza migliore del mercato, ma non ci sono i segnali di una tale rivoluzione copernicana nel paddock, anche perché la Red Bull Racing è pronta a firmare il nuovo Patto della Concordia. Ognuno gioca la sua partita e spinge quei tasti che possono fare cambiare gli equilibri che sono in atto. È una sfida che non si gioca solo in pista. E basta poco a rompere la stabilità...

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