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Hembery: "Daremo spettacolo con le gomme nuove"

Quattro mescole più morbide con carcasse e spalle riviste. La Pirelli vuole garanzie per il futuro

Hembery:
Paul Hembery è contento. Il direttore di Pirelli Motorsport è soddisfatto del lavoro di sviluppo effettuato dai suoi tecnici nell’inverno: hanno rivoluzionato le gomme per il mondiale di Formula 1. Al terzo e ultimo anno di contratto con la FOM, la Casa milanese modifica le coperture per rimescolare le carte e dare pepe al campionato 2013 che inizierà a Melbourne in marzo… “Il fatto che non ci siano grandi cambiamenti regolamentari, vedremo delle macchine simili a quelle che abbiamo visto nel 2012: le monoposto, quindi, saranno solo delle evoluzioni di quelle che conosciamo, a differenza dello scorso anno quando, era stato bandito il doppio diffusore e limitata l’azione degli scarichi soffianti, che avevano determinato una pesante riduzione del carico aerodinamico posteriore. Vedremo, quindi, quanto influirà nelle prestazioni il nuovo prodotto Pirelli”. Che novità ci sono per il 2013? “Abbiamo quattro mescole nuove e una struttura diversa sia nelle carcasse, sia nel battistrada. Dal nostro punto di vista c’è un cambiamento enorme e si profila una sfida per le squadre perché le gomme si scaldano di più e, quindi, andranno prima in temperatura ma avranno un maggiore degrado. È stata aumentata la superficie di contatto con l’asfalto e pertanto le squadra dovrebbero trovare un mezzo secondo nelle prestazioni sul giro. I cambiamenti influiscono anche sull’aerodinamica perché queste coperture a livello verticale risultano il 10% meno rigide, per cui avranno maggiori deformazioni che condizioneranno i flussi d’aria che andranno verso il posteriore della macchina”. Cambierà qualcosa nel modo di guidare dei piloti? La gomma Pirelli, finora, ha sempre avuto una grande carica longitudinale e una bassa forza trasversale, mentre se aumentate la superficie di contatto è facile prevedere che aumenti la tenuta trasversale... “Si è giusto. Potrebbe cambiare qualcosa nella trazione combinata, che è quella fase di transizione fra il momento della frenata e il punto dove il pilota riesce ad aprire il gas all’uscita dalla curva. In appoggio i piloti dovrebbero sentire più grip. Alcuni conduttori avevano sottolineato questa carenza che noi conoscevamo già dalla presentazione di Abu Dhabi nel 2010”. Era stata una scelta di progetto? “Certo, determinata dal fatto che volevamo la massima sicurezza nella struttura della gomma e potevano avere un prodotto più stabile nel controllo delle prestazioni. Detto questo, i cambiamenti attuali sono importanti e vanno nella direzione di chi sta lavorando per andare incontro ad una sfida con altri gommisti e quindi con gomme più radiali con pacco di cintura più rigido, per dare un maggiore grip durante l’appoggio in curva”. Con le nuove gomme varierà il comportamento delle monoposto in frenata? “No, a dire il vero non abbiamo visto grandi differenza. Quello che abbiamo guadagnato nel lavoro sulla spalla, non ha portato a cambiamenti sostanziali in staccata. La copertura si scalda di più. C’è più energia che entra nella mescola e quindi si riscalda prima, consentendoci di usare soluzioni di compound più spinte che genereranno un maggiore degrado, tornando a situazioni più vicine a quelle del 2011. L’anno scorso, invece, c’è stato un consumo molto minore”. Perché la Pirelli nella seconda parte della stagione scorsa ha fatto delle scelte di gomme molto conservative? Avete voluto dare un segnale alle squadre che se si vuole lo spettacolo è necessario passare per strategie prevedibili, oppure avete un po’ “chiuso i rubinetti” in attesa di sapere quale sarà il futuro, visto che avete solo un altro anno di contratto? “Nooo, non è quest’ultimo motivo… - e Paul si mette a ridere di gusto lasciando intendere altro - abbiamo voluto dimostrare che siamo in grado di assolvere ad ogni richiesta: abbiamo affrontato alcune gare con zero degrado e ci sono state le critiche dai tifosi di tutto il mondo, mentre a inizio stagione c’era stato qualche commento negativo per le scelte più aggressive che avevano reso le gare molto combattute, imprevedibile e spettacolari. Si trattava di lamentele marginali che riguardavano una percentuale bassissima, di cento a uno: tutti preferivano i Gp più stimolanti. Per le squadre il cambiamento delle gomme 2013 è una nuova sfida: il tecnico di Formula 1 cerca di controllare tutti i parametri di una monoposto e noi abbiamo deciso di modificare gli pneumatici perché incidono molto nelle prestazioni globali della macchina. Almeno all’inizio della stagione dovremo rivedere un po’ di instabilità. L’ingegnere più bravo arriverà per primo a comprendere l’ottimale funzionamento delle coperture e vincerà. L’importante è che sappia di avere le stesse identiche opportunità del collega del box di fianco…”. Avere una spalla più morbida significa avere maggiore deformazioni della gomma? “La rigidezza è ridotta del 10% e quindi si modificheranno i flussi che andranno verso il posteriore della monoposto”. È pensabile, quindi, vedere delle paratie delle ali anteriori di disegno diverso rispetto a quelle che abbiamo visto nel 2012? “Sì, sarà interessante scoprire se questo aspetto avrà un impatto importante. Ci hanno detto di sì: aspettiamo le prime monoposto nuove per verificarlo. Abbiamo dovuto rifare le gomme che si usano in galleria del vento: alle squadre abbiamo fornito a fine settembre dei modelli in scala 50 e 60% con i nuovi disegni e hanno avuto il tempo per analizzare i cambiamenti di natura aerodinamica”. Con Ferrari e McLaren che effettuano il lavoro di sviluppo nelle gallerie del vento della Toyota, tutte le squadre dovrebbero essere passate alla scala del 60%? “No, forniamo ancora dei modelli di gomme al 50%...”. Nella nuova Supersoft avete introdotto dei materiali innovativi: si può approfondire questo argomento? “Non… posso parlare, ma devo ammettere che usiamo nuovi materiali. Diciamo che le squadre sono molto preparate, per cui qualunque sia la sfida che noi siamo in grado di proporre ai team, non impiegheranno molto per dominare il problema: dopo qualche Gran Premi sapranno già come sfruttare tutto il potenziale disponibile. E se non saranno ancora riusciti a trasferire le informazioni sulla monoposto, sapranno su cosa lavorare”. I piloti dovranno imparare come utilizzare le nuove coperture? “Sulle macchine non ci saranno grandi sorprese, per cui abbiamo dato un contributo allo spettacolo. Le gomme si scalderanno prima per cui non vedremo dei piloti zigzagare per cercare di raggiungere le temperature di esercizio: in qualifica dovremmo vedere i migliori tempi già al primo giro lanciato”. Avete selezionato dei nuovi tester? Avevi fatto il nome di Michael Schumacher che poteva essere testimonial e poi si è parlato di Kamui Kobayashi che è rimasto a piedi… “Non vedo il motivo di cambiare e poi bisognerà vedere se ci sarà bisogno di avere una squadra test. Tutto dipenderà se resteremo in Formula 1”. C’è una data limite per avere una risposta? “Non possiamo andare oltre il mese di giugno”. Vi ritrovereste come due anni fa a realizzare le coperture per una F.1 tutta nuova in tre mesi: non è un rischio? “Sì è troppo tardi. Non tanto per gli pneumatici: oggi conosciamo il materiale e la sfida non ci spaventerebbe, quanto per le persone. Ci sono quattrocento collaboratori che dovranno trovarsi un posto di lavoro se non dovessimo più essere nei Gran Premi l’anno prossimo. Dobbiamo capire in tempi brevi cosa fare: nei contatti che abbiamo avuto fino ad oggi non abbiamo avuto segnali negativi. E le squadre si dicono soddisfatte…”. C’è chi spinge per un rientro nel Circus della Michelin… “Vedremo quello che succederà…”. Ma accettereste di andare alla battaglia delle gomme? Tronchetti Provera non è contrario a patto che ci siano dei vincoli nei costi… “Voglio vedere il vincolo… Avere un competitore sarebbe interessante e noi oggi avremmo il know how per accettare la sfida, ma le squadre non voglio la guerra fra gommisti che farebbe innalzare i costi. Inoltre c’è un altro aspetto: non si riuscirebbe mai a comunicare la vittoria di un titolo. Il campionato lo vincono il pilota e la macchina, non le gomme. Abbiamo colto dei titoli dominando l’avversario, ma non siamo mai stati menzionati. Si diventa protagonisti solo se si è causa di una sconfitta per un problema alle coperture”. Avete delle condizioni da porre alla FOM per continuare la collaborazione in F.1? “No, le regole le stila la Federazione con le squadre. Non poniamo condizioni…”.

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