Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera

Pit stop F1: perché la Red Bull non è più imbattibile nelle soste?

Da quando è stata introdotta la nuova Direttiva Tecnica della FIA sui cambi gomme abbiamo assistito a GP con ferquenti errori nelle soste in pit lane. Alcune squadre come Red Bull e Mercedes hanno risentito della modifica delle regole che hanno vietato l'automazione del rilascio delle vetture, ma altri team come la Ferrari e la McLaren sommano tempi lunghi per problemi umani. Scopriamo le classifiche.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B, ai box

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

La sfida per il mondiale fra Lewis Hamilton e Max Verstappen si gioca sui particolari: le differenze fra Mercedes e Red Bull sono tanto ridotte che anche i dettagli possono giocare un ruolo importante nel risultato finale.

Uno degli aspetti da tenere d'occhio è sicuramente quello dei pit stop, perché i valori visti fino al GP del Belgio rischiano di essere modificati da una direttiva tecnica della FIA che è diventata attiva proprio da Spa-Francorchamps, nel rispetto del Regolamento Tecnico della F1 che all’art 12.8.4 recita: "Qualsiasi sistema di sensori può agire solo passivamente".

La Federazione Internazionale con una TD che avrebbe dovuto entrare in azione in Ungheria ha imposto un tempo di reazione di 0,15 secondi dal fissaggio della ruota all'abbassamento del cric e di 0,2 secondi dalla discesa della vettura all’effettiva ripartenza.

Era emerso che alcuni team avevano sviluppato una strategia del pit stop a rilascio automatico: la monoposto scendeva dai cric nel momento stesso in cui l'ultima ruota veniva chiusa, mentre ora sono richiesti sei consensi che definiscono il safe release: devono arrivare dai quattro meccanici che agiscono con le pistole e i due addetti ai cric e solo dopo si accende il semaforo verde.

E' evidente che era impossibile ripetere le prestazioni precedenti perché è tornato a esserci un rilascio umano sulle pistole-computer che sono state sviluppate in particolare da Red Bull e Mercedes, capaci di automatizzare grazie a dei sensori alcune funzioni.

Proprio in Ungheria Max Verstappen ha firmato la sosta del cambio gomme più veloce della stagione 2021 in 1,88 secondi. Un tempo strepitoso che è irripetibile con le nuove regole. La squadra di Milton Keynes detiene i cinque pit stop più rapidi, tutti sotto alla soglia fatidica dei 2 secondi. Non deve stupire, quindi, se il tempo medio del team di Milton Keynes era di 2,57 secondi, mentre quello della Mercedes era di 2,81 secondi.

Ora quei numeri strabilianti non si registrano più. E, anzi, tanto nel GP d'Italia che in quello di Russia abbiamo assistito a errori diffusi nei cambi gomme perché la responsabilità dell'azione è tornata nelle mani dei meccanici.

L'egemonia Red Bull a Sochi è stata interrotta dalla Mercedes che con Valtteri Bottas ha completato un pit stop in 2,45 secondi al giro 28, precedendo di 1 centesimo Sergio Perez. Ma i due contendenti del mondiale hanno fatto peggio: Max Verstappen rispetto alla prestazione record di Budapest ha aggiunto 730 millesimi nel primo pit stop completato in 2,61 secondi, mentre il secondo al giro 48 è stato di 3,5 secondi.

E' evidente che in Red Bull è saltato un meccanismo (la seconda sosta di Perez è stata di 8,96 secondi al giro 48) e va ritrovato con nuove procedure: il macroscopico errore sulla RB16B di Max a Monza che ha pagato 11,1 secondi per un problema alla ruota anteriore destra, non è stato un caso isolato.

Ecco tutti i tempi dei pit stop del GP di Russia

Pos. Team Pilota Tempo Giro
1 Mercedes Valtteri Bottas 2.45 28
2 Red Bull Sergio Perez 2.46 50
3 AlphaTauri Pierre Gasly 2.50 33
4 Mercedes Valtteri Bottas 2.51 47
5 Ferrari Charles Leclerc 2.60 51
6 Red Bull Max Verstappen 2.61 26
7 Aston Martin Sebastian Vettel 2.66 26
8 AlphaTauri Pierre Gasly 2.68 50
9 Alpine Fernando Alonso 2.71 50
10 Mercedes Lewis Hamilton 2.73 49
11 Ferrari Carlos Sainz 2.75 48
12 AlphaTauri Yuki Tsunoda 2.81 49
13 Mercedes Lewis Hamilton 2.81 26
14 Alfa Romeo Kimi Raikkonen 2.86 47
15 AlphaTauri Yuki Tsunoda 2.88 13
16 Alfa Romeo Antonio Giovinazzi 2.89 36
17 Alpine EstebanOcon 2.92 15
18 Alfa Romeo Kimi Raikkonen 2.98 15
19 McLaren Lando Norris 2.98 28
20 Haas Mick Schumacher 3.01 20
21 Alpine Fernando Alonso 3.02 36
22 Aston Martin Lance Stroll 3.22 12
23 Aston Martin Sebastian Vettel 3.22 50
24 Williams Nicholas Latifi 3.27 13
25 Haas Nikita Mazepin 3.27 14
26 McLaren Lando Norris 3.36 51
27 Alpine Esteban Ocon 3.42 50
28 Red Bull Max Verstappen 3.50 48
29 McLaren Daniel Ricciardo 3.59 48
30 Ferrari Carlos Sainz 3.60 14
31 Williams George Russell 3.68 13
32 AlphaTauri Yuki Tsunoda 3.70 47
33 Alfa Romeo Antonio Giovinazzi 4.58 50
34 Ferrari Charles Leclerc 4.85 35
35 Williams George Russell 4.85 47
36 Haas Nikita Mazepin 6.12 46
37 McLaren Daniel Ricciardo 7.05 22
38 Red Bull Sergio Perez 8.96 36
39 Aston Martin Lance Stroll 15.45

48

Nella classifica del Trofeo DHL che attribuisce i punti iridati alle migliori dieci soste per gara, la Red Bull resta nettamente al comando, ma gli errori recenti fanno pensare che i valori possano cambiare in un ranking ristretto alla seconda parte della stagione.

Sorprende in positivo la Williams che è terza assoluta davanti ad Aston Martin e Alfa Romeo e delude la Ferrari che figura solo al sesto posto, dietro alla squadra clienti di Hinwil.

Charles Leclerc al primo pit ha pagato una sosta di 4,85 secondi per un problema alla ruota posteriore destra. Mattia Binotto, team principal del Cavallino, ci ha tenuto a sottolineare che i problemi non sono stati legati all'introduzione della direttiva tecnica, ma a errori umani, frutto di una squadra molto sotto pressione per una stagione molto serrata che concede pochi margini di riposo.

C'è una consolazione: la McLaren che ambisce ad attestarsi a terza forza fra i Costruttori davanti alla Ferrari, sbaglia i pit stop spesso e volentieri, segno che la squadra di Woking che ambisce a tornare a essere considerata un top team ha ancora un "buco nero": in Russia tre delle quattro soste effettuate sulle MCL35 M sono risultate ben al di sopra della media del paddock.

E non è casuale che lo staff diretto da Andreas Seidl figuri solo all'ottavo posto...

La classifica generale del Trofeo DHL sui pit stop più veloci

Pos. Team Punti
1 Red Bull 375
2 Mercedes 197
3 Williams 161
4 Aston Martin 142
5 Alfa Romeo 139
6 Ferrari 120
7 Alpine 114
8 McLaren 87
9 AlphaTauri 78
10 Haas 1

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Lotus: le alterne fortune tra gli anni 90 e i 2000
Articolo successivo Norris: "La McLaren 2022 diversa dalla F1 FIA-FOM"

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera