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Pirelli piccata per le accuse di Marko sulle gomme 2019: sono state scelte da tutti i team

La Casa milanese non accetta le polemiche lanciate dall'austriaco della Red Bull, sostenendo che la fornitura di pneumatici 2019 è stata anticipata da una lettera di intenti sottoscritta dai team e dal promotore. La Mercedes sfrutta meglio le gomme perché ha più carico.

Pneumatici Pirelli

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

La fiamma covava sotto alla brace già a Monte Carlo, ma il fuoco è divampato in Canada con Helmut Marko che è partito con un duro attacco contro la Pirelli accusata di aver fatto le gomme apposta per la Mercedes. Il manager austriaco della Red Bull non è andato troppo per il sottile:

“La Mercedes ha un grande vantaggio grazie a uno stupido cambiamento sulle gomme. Ci sono 19 team che fanno fatica e uno solo che ne beneficia. Adesso è più importante il giro per scaldare gli pneumatici di quello da qualifica. Se non raggiungi la temperatura ideale sei rovinato”.

“Quella di ridurre il battistrada è stata una richiesta della Mercedes che ha sempre sofferto di blistering. Ma così si rovina lo sport…”.

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Gli uomini della Pirelli si sono piccati per l’attacco dal momento che il fornitore unico della F1 realizza le gomme in funzione delle richieste che arrivano dai team, dalla FIA e dal promotore. Ci vuole, quindi, una buona dose di faccia di bronzo nel sostenere che la Casa milanese abbia lavorato a favore esclusivo della Stella, tanto che non sono escluse delle azioni nei confronti della squadra di Milton Keynes

Forse Helmut non sa che per cambiare le cose ci vuole l’accordo di sette dei dieci team impegnati nel paddock, per cui non può bastare la “spinta” del più forte. Nei desiderata delle squadre c’era la richiesta di ridurre il degrado per dare modo ai piloti di tirare di più nell’arco dello stint, senza dover guidare salvaguardando gli pneumatici. È tutto scritto nero su bianco nella lettera-obiettivo che i promotori avevano consegnato ai tecnici milanesi.

La Pirelli, quindi, ha lavorato su queste linee guida, sviluppando gomme nei test che anche la Red Bull (come la Ferrari) aveva avuto modo di sperimentare durante la scorsa stagione.

Si parla tanto dei collaudi di delibera collettivi di Abu Dhabi svolti dopo l’ultimo GP 2018, ma le squadre avevano avuto modo di partecipare a 25 giornate di sviluppo degli pneumatici, traendo le necessarie indicazioni tecniche.

Come mai team importanti come la Red Bull (e anche Ferrari) si sono persi per strada?

La verità è una sola: la Mercedes W10 è la monoposto che genera più carico aerodinamico e, quindi, porta una maggiore energia sugli pneumatici rispetto a Ferrari e Red Bull che, invece, sembrano carenti in fatto di downforce nel confronto con le frecce d’argento. E, allora, il problema si trasferisce altrove.

Lapidario Mario Isola: “Il warm up delle gomme è una questione di prestazioni, non di sicurezza”. Come dire: per la Pirelli il problema non esiste e se qualcuno ha qualcosa da obiettare sa dove rivolgersi. Ma per le vie ufficiali non si è mosso nessuno…

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