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Briatore: "Vorrei una F.1 meno tecnica e più umana"

Flavio vieterebbe CFD, simulatore ma non la galleria del vento. Critica la GP2 e riabilita Button

Briatore:
Flavio Briatore senza peli sulla lingua. Con la chiarezza di sempre e senza tanti giri di parole. Lo abbiamo incontrato ieri a Monza, dove era ospite dell'amico Cipriani, protagonista dell'Auto Gp. Nella saletta vip ci accoglie con la moglie, Elisabetta Gregoraci, per parlare di Formula 1 e dintorni. Dice di essere fuori dal giro, ma è sempre informatissimo. Ai microfoni di Sky aveva lasciato intendere che i problemi della Ferrari dipendono da quello strano anteriore della F2012, quasi fosse stato suggerito da... Alonso. Con noi parla di scarichi e di tanto altro. Flavio lancia un manifesto per la F.1 del futuro che per alcuni versi si sposa con la visione di Luca di Montezemolo, ma che si divarica dal Circus della FIA e di Bernie Ecclestone. Critica la GP2 e riabilita Jenson Button, il pilota che aveva dato per pensionato troppo presto. Domenica la F.1 rimette in moto in Australia... “Non sarà molto diversa dallo scorso anno: avremo una griglia, almeno nelle prime gare con la Red Bull Racing davanti due decimi di secondo alla McLaren, tre decimi sulla Mercedes. Ferrari e Lotus saranno in uno spazio fra quattro e sette decimi e poi a seguire ci saranno gli altri”. La F.1 si può permettere un Fernando Alonso che per il terzo anno non può lottare per il mondiale? Così si rischia di perdere uno dei piloti migliori? “No, il problema non esiste, perché allora riguarderebbe anche Hamilton. La questione è molto semplice: in questo momento la F.1 è una Formula auto e non più una Formula piloti. Sappiamo che solo chi l'anno scorso ha guidato una Red Bull poteva vincere il titolo iridato. Webber non aveva capito le gomme Pirelli e forse la macchina per cui il campionato è andato a Vettel, ma se sulla RB7 ci fossero stati Fernando, Lewis, Button o anche Rosberg non avrebbero avuto problemi a ottenere gli stessi risultati del giovane tedesco. E sia ben chiaro che considero Sebastian un ottimo pilota”. Hai citato Button, quindi lo hai riabilitato dopo averlo definito un pilota pensionato? “Il Jenson che ho avuto io non era questo pilota. Devo anche dire che poi ci siamo riparlati e chiariti. Quando ha corso per la Renault non aveva ancora capito cosa volesse dire fare dei sacrifici per ottenere dei risultati in F.1, ma ammetto di essermi sbagliato su di lui. Sono uno di quelli che è disposto a cambiare idea, non mi ostino sulle mie idee. Button nel 2011 ha disputato un campionato eccellente: è un pilota che guida con uno stile molto pulito e che ha capito meglio di altri come sfruttare le gomme. Aggiungo anche che è stato un po' fortunato, un elemento che fa parte del gioco. Lui ha avuto il merito di essere sempre in pista e ha saputo sfruttare al meglio tutte le occasioni di vincere che gli si sono presentate”. La Formula auto contro la Formula piloti, quindi. Cosa si può fare per ridare valore a chi guida? “Bisogna cambiare e in fretta. Non è possibile che siano CFD e galleria del vento a definire i valori del Circus: tutto dipende dall'aerodinamica. Così si uccide lo spettacolo e si deprime lo sport!”. Beh, forse bisogna riconoscere un merito ad Adrian Newey... “Ne sei così sicuro? Noi lo abbiamo anche battuto! Il merito della Red Bull Racing è di aver costruito un'organizzazione perfetta intorno a Newey. Sia ben chiaro: Adrian è un progettista molto preparato e capace. Aggiungo che la Red Bull è stata la prima insieme alla Renault a credere nel CFD. E adesso si vedono i risultati di quel lavoro. Avrai notato che la Lotus, ex Renault, mette sempre in pista una monoposto competitiva all'inizio della stagione. Poi non sa fare lo sviluppo oppure non ha abbastanza soldi per tenere il passo dei top team e si perde, ma l'anno scorso ha conquistato dei podi nelle prime gare. E così farà la Lotus anche in questo inizio di 2012...”. Nel frattempo molti tecnici di Enstone se ne sono andati alla Mercedes da Ross Brawn... “Sì e quest'anno vedremo la crescita delle frecce d'argento, anche se non credo che siano pronte per lottare per il titolo. Mi auguro piuttosto che la Ferrari possa recuperare rispetto alla delusione dei test invernali”. La Ferrari può recuperare il gap che la separa dalla Red Bull Racing per tornare competitiva? “Spero proprio di sì. Se davvero hanno capito come risolvere il problema degli scarichi, credo che vedremo le Rosse lottare davanti. Il soffiaggio degli scarichi è l'unica cosa che non si può ancora analizzare di una monoposto in galleria del vento. A Maranello sono più indietro rispetto ad altri su questo tema e certamente rispetto alla Red Bull. Anche perché al Cavallino rampante non dispongono ancora del CFD più evoluto”. Dunque è una questione di sistemi e non di uomini? C'è già chi sta crocifiggendo Pat Fry per la F2012 che sarebbe l'ennesima Rossa sbagliata... “C'è un aspetto puramente tecnico, ma ce n'è uno anche di natura logistico. Se vuoi prendere venti ingegneri che ti sviluppino il miglior CFD in Gran Bretagna li trovi, qui è molto più difficile. Pertanto Pat Fry non c'entra niente, ha solo bisogno di tempo che non gli viene dato...”. Povera Ferrari, allora... “La Formula 1 adesso è tutta sbagliata: non conta più la battaglia che si possono fare i migliori piloti per il titolo. L'altro giorno ero a Sky e ho fatto una provocazione: se mettessimo i migliori sette del Circus in GP2 vedremmo delle gare meravigliose con continui sorpassi e contatti, ma una stagione costerebbe solo 4 milioni di euro. La gente si deve di nuovo avvicinare alla Formula 1, in special modo i giovani”. Jean Todt ha ufficializzato la nascita di un nuovo campionato europeo di Formula 3, una serie che vuole diventare il nuovo passaggio dei giovani piloti verso la Formula 1. Non è un progetto che confligge con la GP3 e la GP2 che tu segui? “Lo capisco, la teoria potrebbe anche essere giusta, perché oggi in GP2 i prezzi sono lievitati troppo. Quando ho pensato la GP2 la mia idea era proprio di offrire ai giovani talenti la possibilità di far vedere che potevano meritare il passaggio in Formula 1. Adesso, invece, ci sono solo piloti paganti. Quando si forma una squadra si guarda se i conduttori hanno il budget, non se saranno dei vincenti”. Il livello della GP2, quindi, quest'anno rischia di essere più basso che in passato? “Con queste premesse è inevitabile. Ti faccio una domanda: hai mai visto quelli con i soldi andare forte? No, e allora bisogna cambiare qualcosa anche in GP2”. Bene, ma allora qual è la via maestra? “Faccio una premessa e torno alla F.1: oggi la monoposto non la disegna più un essere umano, ma è il frutto di complicatissimi calcoli al computer. È espressione solo della più alta tecnologia che è patrimonio di un bacino ristretto come l'Inghilterra. Ci sono dieci team con 300 persone per squadra mentre in Italia ce ne sono solo due. Abbiamo macchine che potrebbero essere telecomandate, per assurdo senza pilota. Ci stiamo allontanando dal concetto base delle corse che devono essere sport, spettacolo, battaglia”. E Alonso quanto è contrariato di vivere questa epoca? “No, ne é consapevole. Sa benissimo che la Ferrari sta facendo tutto il possibile per renderlo competitivo. A Maranello stanno lavorando in modo duro e sono sicuro che usciranno presto da un avvio difficile. E allora come la mettiamo con la McLaren che è sempre a soli 3 km/h dalla Red Bull e non riesce a recuperare quel minimo margine? La verità è che la F.1 non è facile...”. D'accordo ma... “...ma ti dico che se c'è un Gran Premio bagnato dove saltano tutti i calcoli di simulazione, scompare la tecnologia e torna alla ribalta l'uomo, il pilota. In quelle gare si vedono sorpassi, contatti, errori che animano la corsa. Insomma si rivede lo spettacolo. E gli spettatori si divertono. Basterebbe riportare la F.1 ad una soglia più umana”. Facile a dirsi: qual è la ricetta giusta? “Se dovessi scrivere il regolamento 2014 definirei un telaio uguale per tutti con ala anteriore e posteriore identiche. Vieterei il CFD e l'uso del simulatore, mentre lascerei la ricerca aerodinamica in galleria del vento. Non tre turni che coprono le 24 ore, ma le tradizionali otto ore lavorative per sette giorni. Eppoi toglierei il divieto dei test: bisogna vincolare le prove, ma non abolirle. Come si devono sviluppare delle nuove soluzioni se non in pista? E i giovani piloti come fanno ad approcciarsi alla F.1 se non hanno modo di provare le monoposto?”. Così si ridurrebbero i costi... “Queste non mi sembrano proposte lunari. Ma ti sembra possibile che l'anno scorso i top team abbiano prodotto 70 alettoni diversi! È una follia: ma quanti sono gli appassionati che riescono ad apprezzare e capire queste sottigliezze? I giornali specializzati come Autosport o Autosprint hanno ormai un pubblico di nicchia con lettori non più giovanissimi. La tecnologia esasperata non si riesce nemmeno a spiegare alla gente e i giovani non si appassionano a questa Formula 1. Un conto è il contributo che le corse possono dare allo sviluppo delle auto da corsa e un conto è perdersi con soluzioni estreme che non hanno alcuna ricaduta sulla serie. Del KERS non si parla e nessuno ha mai visto come è fatto: è un sistema che resta nascosto nella monoposto”. Il recupero di energia però può essere utile allo sviluppo delle vetture del prodotto... “Bene, allora lo teniamo ma facciamo in modo di spiegare agli appassionati a cosa serve e come funziona. Sono ospite qui a Monza della Auto Gp: queste vetture montano motori che costano 40 mila euro per monoposto che saranno una decina di secondi più lente delle F.1, ma offrono una battaglia dal primo all'ultimo giro. Bisogna trovare un giusto compromesso, anche perché i Gp attuali hanno delle squadre che non si possono definire di Formula 1. Come si fa a competere con i top team con poche risorse se si è obbligati ad essere dei costruttori?”. È una regola pensata per spingere le Case ad entrare in Formula 1... “Certo e le Case che c'erano se ne stanno andando una dopo l'altra. Il vincolo dell'essere costruttori non ha senso. Sarebbe molto meglio consentire l'uso di una terza macchina di un top team alle squadre minori. Anzi, io sarei favorevole a vedere dieci Ferrari in griglia, piuttosto che due Rosse e una Marussia e una che ne so. Abbattiamo i costi così sarebbe possibile mettere in macchina piloti che non hanno la valigia piena di dollari, ma hanno talento”. Ben detto, ma sei in antitesi anche con la tua GP2 attuale che costa troppo... “Sicuro, dobbiamo cambiare. Se prendiamo le monoposto di Auto Gp e le sostituiamo a quelle della GP2 credi che qualcuno se ne accorga del grande pubblico? La gente vuole vedere lo spettacolo, mentre noi abbiamo lasciato il motorsport in mano agli ingegneri. Quando si vede una macchina in griglia non si pensa a quanto spende la Ferrari per una stagione. Gli appassionati vorrebbero vedere partire una gara con cinque o sei top driver che si possono giocare la vittoria con vetture dalle prestazioni simili. Punto”. Manca meno di una settimana a Melbourne e si ricomincia... “Ecco, la riprova: in questi giorni di Formula 1 non ne parla quasi nessuno! Non interessa, non ha più appeal. Lascia che i campioni tornino a darsi le ruotate e vedresti lo stesso interesse di un tempo...”.

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