Miami potrebbe avere il GP gratis, Liberty Media crea un precedente?
I titolari dei diritti della F1 vogliono un altro Gran Premio negli Usa ma che si disputi su un circuito cittadino: Miami è disponibile a sostenere i costi del tracciato e di organizzazione dell'evento senza riconoscere un guadagno a Liberty Media?
Foto di: Robert Lyon
Gli addetti ai lavori della Formula 1 sono stati (ed in alcuni casi lo sono ancora) decisamente preoccupati quando è trapelata la volontà di Liberty Media di incrementare il già elevato numero di gare in calendario.
Si è parlato di stagioni da 25 Gran Premi, un numero decisamente elevato considerando che già lo stato attuale delle cose assomiglia tanto ad un tour-de-force. Ma il pericolo, almeno per ora, sembra scampato.
Alle 21 gare del calendario 2018 potrà aggiungersi al massimo un appuntamento in più, quello del Gran Premio cittadino a Miami, arrivando a quota 22. Il tutto però se saranno confermati i contratti in scadenza (ben 7) da rinnovare nei prossimi dodici mesi.
L’impressione che traspare a poco più di un anno dall’insediamento di Liberty Media è che non ci sia una gran coda di organizzatori ansiosi di entrare nel calendario Formula 1.
Almeno non alle condizioni attuali, ovvero contratti molto onerosi imposti nell’era Ecclestone e che stanno ancora facendo il loro tempo. E una conferma verrebbe proprio dal Gran Premio di Miami.
Nell’ultimo anno lo staff della Liberty ha fatto di tutto per poter mettere in calendario un Gran Premio cittadino negli Stati Uniti, e finalmente c’è riuscito dopo il fallimento di New York ed altre città mostratesi timidamente interessate. Ma cedendo molto sul fronte economico.
L’attesa gara di Miami sembra che non sarà un affare in linea con le altre gare in calendario, almeno per quanto riguarda il compenso normalmente garantito dagli organizzatori.
Nel paddock di Monte Carlo si è parlato di un accordo molto vantaggioso per il promoter locale, che non verserà la consueta cifra (in media più di 20 milioni di euro) per poter avere il Gran Premio. C’è chi sostiene che la corsa i manager di Miami l’abbiano ottenuta gratis, e chi parla di un contributo comunque minimo rispetto a ciò che versano gli organizzatori delle altre gare.
In Florida si faranno ovviamente carico delle spese legate all’organizzazione, ma senza l’assillo di dover rientrare di un passivo di venti milioni come accade per altre piste. Liberty ovviamente non ha rilasciato dichiarazioni in merito, ma non è da escludere che possa aver concordato il diritto ad una percentuale degli utili se la manifestazione avrà successo. Una clausola che sarebbe un sogno per molte altre gare del Mondiale.
A Monte Carlo si sono visti anche i rappresentanti del Gran Premio di Copenaghen, altro progetto di corsa cittadina da tempo in stand-by. Le possibilità non sembrano essere maggiori del 30-40%, a causa di contrasti interni legati alla posizione del paddock, prevista proprio di fronte al Parlamento danese.
Liberty spinge per poter avere la corsa in calendario già nel prossimo Mondiale, ed anche il promoter vorrebbe sfruttare la ‘fame’ di GP della vicina Olanda in balia del fenomeno Verstappen. Ma gli ostacoli sono comunque ardui da superare in pochi mesi.
In più a complicare le cose potrebbe esserci l’effetto Miami, ovvero la richiesta dei promoter di rivedere le cifre dei contratti con Liberty (in realtà siglati per lo più con la gestione Ecclestone) dopo il passaparola che ha fatto luce sull’accordo con la città statunitense.
Perché i circuiti permanenti dovrebbero versare cifre ingenti (che spesso non riescono a recuperare) quando c’è una new-entry nel Mondiale a condizioni quasi gratuite?
Vada per Monte Carlo, che ha una tradizione più lunga della Formula 1 stessa, e passi anche per le sedi storiche, che pagano meno, ma pagano. Sarà bene che in Liberty trovino una versione convincente, perché a nessuno piace pagare più di altri lo stessocontratto, e gli effetti sul calendario (questa volta al ribasso) potrebbero essere non indifferenti.
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