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Mercedes: Hamilton rallentato da un surriscaldamento del motore

James Allisono, dt Mercedes, ha ammesso che la potenza della power unit di Lewis è stata parzializzata per evitare problemi di affidabilità, ma l'inglese ammette che la Red Bull è imprenbile. Anche la Ferrari è rimasta coperta nel giro secco, ma è andata bene nei long run.

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+ e Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+ e Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

Simon Galloway / Motorsport Images

I 2300 metri di Città del Messico hanno prodotto una classifica delle prove libere del venerdì a dir poco imprevedibile. La sorpresa non sta tanto nel tandem di testa, ovvero le due Red bull capaci di relegare ad oltre un secondo il resto del gruppo, quanto in una graduatoria che vede la Renault di Carlos Sainz terza davanti a Sebastian Vettel e Lewis Hamilton alle spalle di… Brendon Hartley.

Un po' troppo per credere che questi saranno i valori in campo del weekend. Però c’è un dato reale: tutti, ad eccezione di Verstappen e Ricciardo, hanno lottato parecchio con una pista molto scivolosa, che ha reso difficile trovare il grip anche con le mescole più morbide.

Le Red Bull saranno della partita, anzi, fanno paura. Ma al contrario di come può apparire scorrendo la classifica, le monoposto di Adrian Newey sembrano avere le carte migliori da giocare nei 71 giri di gara. Ferrari, e soprattutto Mercedes, hanno completato una giornata di lavoro con le power unit spremute al minimo indispensabile, e questo spiega anche i divari cronometrici.

La conferma arriva chiaramente dai numeri, che confermano Hamilton pagare ben quattro decimi da Verstappen nel primo settore (per lo più il lungo rettilineo dei box), con una velocità di punta inferiore alle Renault di Sainz e Hulkenberg. “Abbiamo avuto problemi di surriscaldamento della power unit in diverse aree – ha confermato James Allison – e per evitare complicazioni abbiamo dovuto proteggere la meccanica abbassando il suo utilizzo”.   

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La conferma di una Mercedes ‘coperta’ è arrivata dalle simulazioni di gara, in cui Hamilton ha confermato una sequenza di tempi più in linea con le Red Bull e le Ferrari, senza la necessità di dover spremere il motore. Ma al termine dei long-run le gomme delle due Mercedes non erano conservate come quelle delle due Red Bull.

Riscontri simili sono arrivati nel box del Cavallino. Quella di ieri è stata una giornata intensa, che ha visto i tecnici completare le prove comparative programmate e poi annullate (causa pioggia) ad Austin, un test che ha fatto accantonare il nuovo fondo portato nel Gran Premio degli Stati Uniti.

Vettel nella simulazione di qualifica si è confermato a 1”234 da Verstappen (un gap che oggi in qualifica sarà ridimensionato) completando poi le simulazioni gara con esiti contrastanti.

Nel long-run con le hypersoft i riscontri sono stati allarmanti, visto che dopo tre giri coperti sul ritmo di 1’22” la gomma è letteralmente crollata, e Seb è così tornato ai box per passare alle supersoft. Con la mescola più dura portata in Messico dalla Pirelli, Vettel ha invece completato un buon long-run, sullo stesso ritmo della Mercedes di Hamilton.

Sia Mercedes che Ferrari sembrano orientate a scartare la hypersoft in gara, ed è probabile che nella sessione Q2 in qualifica proveranno a passare il turno con le ultrasoft. È l’unica chance per poter programmare un Gran Premio ad una sola sosta, e questo sembra l’orientamento generale.

L’unica squadra a credere nella possibilità di usare in gara le due mescole più tenere è la Red Bull, che sia con Ricciardo che con Verstappen (bloccato a bordo pista a 20 minuti dal termine per un problema idraulico) hanno alternato long-run con hypersoft ed ultrasoft.

E forse è questo che spaventa di più Hamilton: “Dai riscontri odierni la Red Bull sembra fuori dalla nostra portata, almeno al momento, mentre la Ferrari credo sia li con noi. Non abbiamo accusato problemi specifici, ma credo che ci siano comunque diverse aree in cui possiamo migliorare. Anche quando ho montato le hypersoft la monoposto si è confermata molto scivolosa, nella maggior parte delle curve c’è poca aderenza, ma spero che si possa fare dei passi avanti col setup”.

“Sappiamo che questa pista è la meno sensibile alla potenza delle power unit – ha aggiunto Vettel – nella simulazione di qualifica non ho avuto un giro pulito, ma abbiamo visto come tutti abbiano sofferto parecchio con le gomme nelle simulazioni di gara. Tutti, ad eccezione della Red Bull, che sembrano avere meno problemi”. 

 

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