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Mercedes: c'è una base di accordo per restare in F1?

Wolff, al Gala della FIA a Parigi, ha detto che "...non ci saranno sorprese". Il manager austriaco ha parlato dopo un incontro segreto fra Kallenius, presidente Daimler, e Carey, capo F1, nel quale dovrebbe esserci stato l'impegno di Mercedes a proseguire nei GP dal 2021 in avanti. Scopriamo come...

Valtteri Bottas, Mercedes AMG W10

Foto di: Steve Etherington / Motorsport Images

Sul palco della FIA c’è andato Toto Wolff, ma nella sala del Carrousel del Louvre c’era anche Ola Kallenius, presidente di Daimler. Lo svedese, 50enne, è l’uomo duro che negli ultimi tempi ha forse tolto il sonno a Chase Carey, presidente di F1, per l’indefinita posizione di Mercedes nel rinnovo del Patto della Concordia.

Quella del gala parigino è stata una serata caratterizzata dalla presenza “forte” della Stella: del resto le W10 di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas hanno conquistato il sesto titolo mondiale di fila Costruttori e il pilota britannico è pronto a scalare il settimo titolo mondiale piloti per affiancare Michael Schumacher.

Ci troviamo di fronte alla squadra di F1 più forte di sempre, per cui sarà difficile per Ferrari e Red Bull interrompere un’egemonia iniziata nel 2014 con l’avvio dell’era ibrida. Ma la Mercedes ci sarà ancora dal 2021 in avanti o chiuderà il programma nei GP come ha fatto in passato all’apice del suo successo?

Proprio Kallenius ha iniziato un braccio di ferro con la FOM: l’abile “colpo di mano” della Ferrari che ha ripulito il tavolo delle trattative con un accordo che la premia con il 38% dei premi fissi all’anno dal 2021 ha indispettito il capo Daimler che ha ereditato il ruolo da Dieter Zetsche forse nel momento più difficile.

Il “baffone” tedesco, abile mediatore, ha lasciato a Kallenius una situazione complicata: entro il 2022 dovrà tagliare dal bilancio Mercedes un miliardo e cento milioni di euro per compensare le multe sul diesel gate e gli investimenti spregiudicati sull’elettrico del suo predecessore.

Parliamo di investimenti che ora non trovano i minimi ritorni dal mercato dell’auto, davvero lillipuzziano quando si parla di numeri dell’elettrico. A Stoccarda, quindi, andranno a casa 1.100 quadri: è inevitabile che la F1 venga vista come qualcosa che può sembrare anacronistico in uno scenario di crisi.

In realtà sappiamo che non è così: la F1 rappresenta la migliore piattaforma promozionale per dire al mondo che l’ibrido rappresenta il futuro a corto raggio dell’autotrazione, mentre l’elettrico rappresenterà la fase due, quando ci sarà una rete di approvvigionamento di energia in grado di soddisfare la domanda di un mercato che oggi non esiste.

E la F1 non è un costo esagerato per la Daimler, anzi: l’investimento di 40 milioni di dollari all’anno deve essere ridotto, ma il team diretto da Toto Wolff ha bilanci attivi grazie ai proventi Liberty e agli sponsor.

Se il ritorno d’immagine è semplicemente mostruoso (valutato in oltre 1 miliardo all’anno), Kallenius punta affinché la F1 non debba avere ripercussioni aziendali in un momento in cui si parla del taglio di posti di lavoro.

L’operazione è complessa, ma non impossibile: proprio a Parigi ci sarebbe stato un incontro segreto fra il boss Daimler e il presidente di F1 che non vuole passare alla storia per quello che si è fatto spegnare in mano in cerino Mercedes.

È possibile che nella Capitale transalpina sia stato raggiunto un accordo di massima che potrebbe essere ratificato solo nei prossimi giorni. La Mercedes resterebbe in F1 grazie a dei bonus che sarebbero riconosciuti nel caso la striscia di risultati vincenti dovesse proseguire. L’americano Carey sarebbe stato abile a trovare un buon compromesso per non perdere la Stella, visto che non è affatto automatiche che con il cambio delle regole nel 2021 lo strapotere Mercedes prosegua.

Ma questa sarebbe una sfida che ha attizzato Toto Wolff: “Ci vorrà del tempo – ha ammesso l’austriaco – ma non ci saranno sorprese”. Lasciando intendere che resterà al suo posto a capo di Mercedes Motorsport, magari ottenendo una quota superiore al 30% che detiene oggi del team di F1 (la Casa tedesca, nel frattempo, ha rilevato il 10% che era di Niki Lauda).

Con le frecce d’argento ancora in pista, diventa difficile pensare che Lewis Hamilton voglia scappare via da Brackley per correre a Maranello: le voci di un’offerta del Cavallino (mai confermate, né smentite) perdono vigore. E nella Scuderia c’è chi vuole tutelare il suo campioncino, Charles Leclerc, evitando che il suo talento possa essere oscurato dall’arrivo di Lewis.

Prima di Natale, quindi, si potrebbe avere un definitivo chiarimento sulla posizione della Mercedes a quanto pare niente affatto sazia di vincere in F1.

Valtteri Bottas, Mercedes AMG W10
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1, Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1, Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Valtteri Bottas, Toto Wolff, James Allison, Lewis Hamilton, Andy Cowell, Mercedes AMG F1
Toto Wolff, Executive Director (Business), Mercedes AMG, festeggia la vittoria
Toto Wolff, Executive Director (Business), Mercedes AMG, e Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
George Russell, Mercedes AMG F1 W10
George Russell, Mercedes AMG F1 W10
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10
Mercedes AMG F1 W10, dettaglio dell'ala anteriore
Mercedes AMG F1 W10, dettaglio dell'ala anteriore
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, con la monoposto contraddistinta dal numero 1, usata nelle FP1
Valtteri Bottas, Mercedes AMG W10
Il poleman Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10
Mercedes AMG F1 W10
Mercedes AMG F1 W10
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10
Dettaglio della monoposto di Valtteri Bottas, Mercedes AMG W10
Mercedes AMG F1 W10, dettaglio del cestello del freno posteriore
Posto riservato alla monoposto del Campione 2019 Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10
Valtteri Bottas, Mercedes AMG W10
Valtteri Bottas, Mercedes AMG W10
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