Masi: "Non c'erano motivi per non far ripartire la gara"
Il direttore di gara ha spiegato il perché della controversa decisione di far tornare in pista i piloti per disputare gli ultimi due giri rimasti dopo l'interruzione con bandiera rossa.
La Safety Car davanti a Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B
Andy Hone / Motorsport Images
Il Gran Premio di Baku, come da tradizione, ha riservato colpi di scena a non finire. Anche ieri, quando sembrava ormai certo che Max Verstappen potesse conquistare il terzo successo stagionale ed aumentare il suo vantaggio in classifica nei confronti di Lewis Hamilton, è accaduto l’impensabile.
Al giro 46 la Red Bull numero 33 è andata ad impattare violentemente contro i muretti posti sul lunghissimo rettilineo d’arrivo a causa di una foratura alla posteriore destra, e Max non ha potuto fare altro che uscire dall’abitacolo della sua monoposto e sfogare la sua rabbia prendendo a calci la gomma esplosa.
Il direttore di gara, Michael Masi, ha dapprima deciso di far intervenire la safety car per neutralizzare la corsa per poi sospendere temporaneamente le operazioni con bandiera rossa quando al termine della gara mancavano appena due giri.
Tutti pensavano che il gran premio si fosse concluso lì, ma inaspettatamente è stato deciso di far schierare nuovamente i piloti in griglia per completare le ultime due tornate dando così via ad una super Sprint Race.
Masi ha spiegato perché si sia deciso di completare la gara: “Fortunatamente, dopo molti anni, adesso abbiamo delle norme che regolamentano questi momenti”.
“Ovviamente avremmo anche potuto decidere di non ripartire, ma considerando che eravamo nei limiti di tempo previsti non c’erano motivi per non concludere la gara”.
Durante la neutralizzazione con safety car la regia internazionale ha mandato in onda la conversazione avvenuta tra Jonathan Wheatley, direttore sportivo della Red Bull, e Michael Masi dove veniva chiesto al direttore di gara di sospendere la corsa per consentire ai team di cambiare gli pneumatici.
Masi ha però sottolineato come avesse già pensato a questa opzione, ma di aver temporeggiato per capire quanti detriti dovessero essere rimossi dal rettilineo principale.
“In realtà era la mia idea. Guardando al numero di giri rimasti ed alla quantità di detriti sparsi sul rettilineo di fronte ai box, l’opzione migliore era sospendere la gara, ripulire la pista e concludere gli ultimi due giri”.
L’incidente che ha visto protagonista Verstappen è stato simile nella dinamica a quello occorso a Lance Stroll parecchi giri prima. Anche in quel caso la posteriore destra ha accusato un cedimento ed il pilota canadese è stato passeggero della propria monoposto.
Masi ha spiegato per quale motivo, nel caso di Stroll, si sia deciso di intervenire esclusivamente con safety car senza interrompere la gara con bandiera rossa come invece accaduto nel finale.
“L’incidente di Lance è avvenuto a metà gara sul lato destro della pista e c’era abbastanza tempo per consentirci di poter recuperare l’auto e ripulire il tracciato”.
“Per quanto riguarda l’incidente di Verstappen, considerata la quantità di detriti sparsi, non eravamo certi che saremmo riusciti a ripulire quel tratto di pista in un tempo congruo. Per questa ragione abbiamo pensato che fosse nell’interesse delle sport sospendere la gara per poi ripartire e completare i giri restanti”.
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