Marko: "Un rimpianto non aver messo sotto contratto Leclerc"
Helmut Marko ha espresso soddisfazione per il programma junior della Red Bull ma ha confessato il proprio rimpianto per non aver messo sotto contratto Leclerc quando il monegasco correva nelle categorie minori.
Pole sitter Charles Leclerc, Ferrari, parla con Max Verstappen, Red Bull Racing
Zak Mauger / Motorsport Images
Charles Leclerc affronterà quest’anno la sua terza stagione in Formula 1, e la seconda come pilota Ferrari, dopo aver conquistato due vittorie e sette pole position nel 2019.
Il monegasco, sino al 2016, non era affiliato ad alcun programma junior ma quando ha esordito in GP3 è stato messo sotto contratto dalla FDA.
Il talento di Leclerc è emerso in modo prepotente nel 2017, quando ha dominato in Formula 2 all’esordio nella categoria e proprio il non aver inserito nel programma junior Red Bull il monegasco è un rimpianto di Helmut Marko.
Nonostante si sia dichiarato soddisfatto dell’attuale rosa di piloti sotto contratto, tra cui il recentemente rinnovato Max Verstappen, Marko ha affermato come proprio Leclerc sia il driver che avrebbe voluto avere nell’orbita Red Bull: “Credo sia chiaro, è Charles!”.
Nelle ultime stagioni la Red Bull ha dovuto affrontare una carenza di piloti pronti per la Formula 1 richiamando personaggi del calibro di Brendon Hartley, Daniil Kvyat ed Alexander Albon.
Marko, tuttavia, è ancora convinto che il Red Bull Junior Team sia il programma di sviluppo preferito dai giovani nelle corse in monoposto e quando gli è stato chiesto quale sia il pilota fuori dall’orbita Red Bull di maggior talento la risposta è stata tagliente: “Direi, senza alcuna arroganza, che se i ragazzi hanno una scelta cercheranno sempre di provare ad entrare nel nostro junior team”.
“Noi abbiamo i nostri principi e non li abbandoniamo. Tuttavia, dopo quello che abbiamo vissuto in quest’ultimo decennio, ormai tutti si portano dietro un avvocato anche per cambiare una singola virgola nel contratto”.
“Abbiamo il nostro sistema e funziona. Non siamo disposti a scendere a compromessi ed offriamo dei contratti equi”.
“Ci stiamo allontanando dal reclutamento nel karting. E’ molto difficile perché in quel mondo differenti pneumatici, motori e telai impattano notevolmente sulle prestazioni. Inoltre abbiamo a che fare con piloti di 12-13 anni”.
“Posso fare un esempio. Abbiamo avuto Oli Oakes che è stato campione del mondo nel kart e poi non è riuscito ad emergere nelle formule. Adesso dirige la Hitech GP ed è un team col quale collaboriamo molto bene”.
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