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Marko spiega perché la scelta di Verstappen è stata una scommessa vinta

Helmut Marko rivela che i sorpassi che hanno mandato in delirio il pubblico che ha visto il GP del Brasile li aveva già visti nel 2014 al Norisring in Formula 3: "Quel giorno dissi a papà Jos: apri bene le orecchie, andiamo in Formula 1: subito!"

Max Verstappen, Red Bull Racing RB12 leads Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 W07 Hybrid

Foto di: XPB Images

(L to R): Jos Verstappen, with Dr Helmut Marko, Red Bull Motorsport Consultant
Podium: third place Max Verstappen, Red Bull Racing
Max Verstappen, Red Bull Racing RB12
Max Verstappen, Red Bull Racing RB12
Max Verstappen, Red Bull Racing RB12
Podio: il terzo classificato Max Verstappen, Red Bull Racing
Max Verstappen, Red Bull Racing in griglia
Max Verstappen, Red Bull Racing festeggia il terzo posto
Il terzo classificato Max Verstappen, Red Bull Racing

Verstappen il giorno dopo. Ovvero commenti, considerazioni, previsioni e osservazioni su quanto fatto vedere ieri dall’olandese nel Gran Premio del Brasile.

Nonostante un duello Mondiale fra i piloti Mercedes, nonostante l’emozionante addio di Massa, nonostante i tanti motivi di confronto che ha offerto la gara di Interlagos, ventiquattrore dopo la bandiera a scacchi brasiliana si parla solo di un argomento: Max Verstappen. E non è poi così strano, visto che non accade proprio di frequente di vedere arrivare nel Circus un pilota capace di ritarare la griglia di partenza.

Nella serata di San Paolo a gongolare di più non era neanche Max, ma Helmut Marko. La scommessa, in fondo, l’ha fatta lui, retrocedendo Daniil Kvyat in Toro Rosso dopo il podio nel Gran Premio di Cina per far spazio a Verstappen.

Anche se il super-consulente della Red Bull ha sempre sostenuto che si è trattato di un rischio assolutamente calcolato, la possibilità di trovarsi nel mirino c’è sempre.

“Tutti erano contro di me, me se non si rischia non c’è gusto – ha commentato Marko dopo l’exploit di Verstappen – ma io la scelta l’ho fatta nel 2014, dopo aver visto Max in Formula 3 nel weekend del Norisring. Dopo quella corsa chiamai Jos e gli dissi: apri bene le orecchie, andiamo in Formula 1: subito”.

“Portare un diciassettenne in Formula 1 non è proprio una scelta semplice – ha proseguito Marko – ma ero convinto di quanto avevo visto. I sorpassi visti nella gara di San Paolo non sono diversi da quelli che avevo osservato in Formula 3, anche se ovviamente rifarli nella categoria più importante al mondo, sotto riflettori internazionali, è un’altra cosa”.

A fine gara Verstappen è stato festeggiato come un vincitore, anche perché al muretto Red Bull hanno pasticciato non poco.

“Quando Daniel ha montato le gomme intermedie – ha chiarito Horner - ha iniziato a girare molto forte, quindi abbiamo preso la decisone di fare lo stesso con Max. Ma la pioggia poi è leggermente aumentata e abbiamo dovuto prendere una decisione difficile: rientrare ai box con entrambe le nostre vetture, montare gomme fresche full-wet e provare a rimontare. Da quel momento gli ultimi 15 giri sono stati qualcosa di speciale, premiati con un piazzamento sul podio”.

"Vorremmo dedicare questa gara alla memoria di un membro molto apprezzato della nostra squadra: Mark Simpson che, purtroppo, abbiamo perso all'inizio della settimana dopo una brutta malattia. 'Simo', come lo avevamo soprannominato, è stata una parte importante della nostra squadra e sono sicuro che gli sarebbe piaciuto vedere quello che abbiamo vissuto oggi in Red Bull Racing".

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