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Marchionne: ripercorriamo i successi della sua carriera in FCA e Ferrari

Il manager originario di Chieti scomparso oggi a 66 anni ha risollevato le sorti di Fiat e Chrysler, ha dato ulteriore lustro al marchio Ferrari e ha riportato il team di Maranello a lottare per i titoli F1. Ecco tutti i successi della sua grande carriera.

Piero Lardi Ferrari, Ferrari Vice President and Sergio Marchionne, CEO FIAT

Foto di: Ferrari

Sergio Marchionne è morto questa mattina a Zurigo, lasciando un vuoto tangibile nelle aziende in cui nel corso degli ultimi anni ha dato tutto se stesso per riportarle ai fasti di un tempo.

Il vuoto non contempla in questo caso un riferimento puramente fisico, ma anche - se non soprattutto - dal punto di vista delle decisioni, a volte anche impopolari, che però hanno permesso a Fiat di risollevarsi e di evitare un baratro che sembrava ormai a un passo, un epilogo quasi inevitabile.

Quasi è la parola più adatta, perché il manager nativo di Chieti è riuscito nell'impresa di ribaltare una delle aziende più importanti d'Italia e a riportarla ai vertici. Non è un caso che John Elkann lo abbia ricordato in questi giorni con una breve quanto significativa frase: "Un leader illuminato, un punto di riferimento ineguagliabile".

Sotto la sua guida, Fiat si è ripresa da un periodo terribile, è diventata internazionale grazie alla fusione con Chrysler ed è stata risanata nel corso degli anni, arrivando ad azzerare i debiti che, sino al suo arrivo, sembravano destinati a essere una costante dell'azienda di Torino.

Ripercorriamo assieme le tappe della sua carriera che lo hanno portato prima in Fiat e, successivamente, a diventare presidente della Ferrari a partire dal settembre del 2014.

La stima di Agnelli, l'inizio in una Fiat a picco

Sergio Marchionne è diventato amministratore delegato di Fiat nel giugno 2004 dopo aver fatto parte del consiglio d'amministrazione dell'azienda e aver conquistato la stima di Umberto Agnelli. Nei due anni successivi ha ottenuto la medesima carica in Fiat Auto e in CNH Global.

Il primo, grande successo di Marchionne è arrivato poco dopo, con l'indennizzo di 2 miliardi di dollari che General Motors ha dovuto versare nelle casse (allora in profonda crisi) di Fiat per non aver esercitato l'opzione di acquisizione nei confronti della Casa italiana.

L'acquisizione del Chrysler Group

Poi ecco il rilancio della 500, avvenuto nel 2007 e, due anni più tardi, Fiat è capace grazie a Marchionne - bravo a convincere l'allora presidente degli Stati Uniti, Barack Obama - di prendere il 20% delle azioni a costo zero e il controllo di Chrysler Group. Marchionne diventa amministratore elegato anche di Chrysler e, un anno dopo, entra nel consiglio d'amministrazione di Exor, holding finanziaria della famiglia Agnelli.

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L'operato di Marchionne riporta all'utile Chrysler nel primo trimestre del 2011, riuscendo inoltre a rinegoziare il debito con il Governo statunitense in seguito all'operazione Chrysler, ceduto a un consorzio di banche che chiederanno interessi molto più contenuti rispetto all'accordo siglato in precedenza.

Nasce FCA e diventa presidente Ferrari

Nel 2011 Fiat esce da Confindustria, riuscendo così a non avere vincoli nella contrattazione con i lavoratori mettendo da parte i sindacati. 3 anni più tardi Fiat acquisice Chrysler Group, una mossa importante, perché sarà il via che farà nascere FCA, società di diritto olandese con sede a Londra e quitata in borsa a Wall Street e a Milano.

Nell'ottobre 2014 Marchionne subentra a Luca Cordero di Montezemolo e diventa il presidente della Ferrari, scorporando così la Casa di Maranello da FCA e annunciando il giorno del suo insediamento l'entrata del gruppo automotive in borsa. Il progetto si completa nel 2016, con Ferrari diventata a sua volta una società di diritto olandese e si scorpora da FCA.

Nell'ultima uscita pubblica della sua carriera, avvenuta il 26 giugno scorso a Roma per consegnare una Jeep all'Arma dei Carabinieri, Marchionne ha annunciato che FCA avrà azzerato tutti i debiti nel bilancio semestrale che sarà presentato tra due giorni. A presentare questo traguardo così importante sarà però il suo successore Mike Manley.

Con Marchionne una Ferrari che torna a lottare ai vertici della F1

Dall'ottobre 2014 a oggi, Marchionne ha anche rivoluzionato la Ferrari, sia dal punto di vista automotive che da quello sportivo. La Gestione Sportiva ha subito e sta subendo mutamenti profondi, che hanno riportato il team a lottare in maniera consistente con la Mercedes per i titoli mondiale 2018 di Formula 1.

Marchionne si è appassionato giorno dopo giorno alle corse, alla Ferrari. Uno dei suoi desideri meno celati era veder tornare sul tetto del mondo quella che dal 2014 era diventata una sua creatura, plasmata mese dopo mese e dando al team un'identità nuova, tempi più stretti, più fantasia e coraggio di osare per chiudere il gap dalle Frecce d'Argento. L'ex presidente non è riuscito a vedere completata la sua opera, almeno a Maranello, ma il team è pienamente in corsa per poter riuscire a esaudire il desiderio dell'uomo che l'ha rilanciato in F1.

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