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Ma i gentlemen's agreement possono andare oltre le regole? Il caso Haas dice di no, però...

La Haas è stata squalificata dal GP d'Italia perché il fondo della VF-18 di Grosjean non era a norma. Il Tribunale d'Appello non ha voluto sentire le attenuanti, ma in Brasile Hamilton e Sirotkin sono stati giudicati in base a un Gentlemen's agreement e non alle norme scritte. E' giusto?

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+

Foto di: Manuel Goria / Motorsport Images

C’è qualcosa che non va in questa Formula 1: sono le regole non scritte, quelle che si chiamano gentlemen's agreement.

C’è stato quello rotto dalla Renault per protestare il fondo della Haas alla conclusione del GP d’Italia. Un patto segreto che è venuto a galla solo grazie alle dichiarazioni di Gunther Steiner dopo che la squadra americana si è vista privare del sesto posto conquistato da Romain Grosjean a Monza per lo splitter anteriore irregolare.

I team principal si erano messi d’accordo che, in caso d’irregolarità di una vettura, non ci sarebbe stata la protesta nel dopo gara, ma una segnalazione ai commissari tecnici prima della corsa per far eventualmente smontare il pezzo incriminato, evitando che il risultato di un GP potesse essere inficiato da un reclamo. Una “precauzione” per evitare che l’immagine della F1 ne potesse soffrire in caso di contestazione.  

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Ma, una volta saltato l’accordo, si spiega il timore di Toto Wolff che in via precauzionale ha preferito non far montare i cerchi con i buchi sulle W09 di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas negli ultimi tre GP (USA, Messico e Brasile) per evitare che la Ferrari potesse fare reclamo, sebbene i commissari tecnici della FIA (Nicholas Tombazis) e il collegio dei Commissari Sportivi del GP del Messico avessero messo per iscritto che la soluzione delle frecce d’argento era perfettamente regolare.

Un secondo patto è emerso alla luce del sole in Brasile: è quello che lega Charlie Whiting, direttore di prova della F1, ai piloti: nel giro di lancio, dove procedono molto lentamente per scaldare le gomme nel modo più appropriato al time attack, i conduttori del Circus si sono messi d’accordo che chi segue non deve superare la monoposto di chi sta per lanciarsi.

Senza sapere di questo gentlemen's agreement, era impossibile capire il senso delle parole di Lewis Hamilton dopo il fatto accaduto nella Q2 di Interlagos, quando il penta-campione aveva dato dell’irrispettoso a Sergey Sirotkin.

Parole che non avevano alcun senso in bocca all’inglese, in relazione ai fatti accaduti, perché fino a prova contraria era stato Lewis a trovarsi in piena traiettoria nel curvone in salita con la W09 a bassa velocità, mentre stava arrivando la Williams di Sergey Sirotkin.

Il russo si era lanciato con gomme usate che non erano state messe nelle termocoperte e, quindi, non sarebbero andate in temperatura se Sergey non avesse effettuato un out-lap veloce: se non avesse scelto di spingere, tanto valeva che parcheggiasse la sua Williams di lato e abortisse il tentativo.

In virtù del gentleman agreement, quindi, Sirotkin si sarebbe reso “colpevole” di aver approcciato la Mercedes di Hamilton in modo troppo veloce, non mantenendo la distanza per permettere al campione del mondo di lanciarsi senza intralci. 

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Sergey è stato abile a scartare la freccia d’argento, perché quando Hamilton, guardando nello specchietto si è accorto che la Williams arrivava come una furia, ha provato a spostarsi sul lato sinistro, creando una gravissima situazione di pericolo che, per fortuna, non ha innescato un brutto incidente.

Il mondo intero si aspettava che il britannico venisse messo sotto investigazione per l’impedimento arrecato al collega, ma il direttore di prova, Charlie Whiting, proprio in virtù del gentleman agreement non ha ritenuto di dover fare nemmeno la segnalazione ai commissari sportivi perché analizzassero il caso ed esprimessero un giudizio.

“Erano due piloti nel giro di lancio – ha sostenuto Charlie Whiting – a Lewis via radio era stato detto che stava arrivando Sergey e che era in un out-lap per cui non gli avrebbe dato fastidio. Ma quando ha visto arrivare la Williams lanciata, si è spostato a sinistra, proprio nella direzione dove si era portato Sergey. E questa è stata la ragione che avrebbe potuto innescare un brutto incidente”.

“Per me è stato solo uno sfortunato fraintendimento. Mi è stato subito chiaro cosa era successo, e che nessuno aveva fatto niente di sbagliato. Poi ne ho anche discusso con i commissari e sono sicuro che, comunque, sarebbero giunti alla mia stessa conclusione”.

Va detto che il collegio dei Commissari Sportivi aveva la facoltà di aprire il caso, ma consapevoli del gentlemen's agreement, hanno pensato bene che non fosse necessario dare il via all’istruttoria.

Ma allora una domanda sorge spontanea: ma da quando il regolamento sportivo e tecnico della FIA viene superato da un accordo fra le parti? Il direttore di prova, ma anche i commissari sportivi, dunque, hanno preso per buone norme che non sono parte delle regole!

E per tornare al fatto di partenza, è giusto evidenziare che il Tribunale d’Appello della FIA non ha tenuto in alcuna considerazione l’esistenza di un gentlemen's agreement fra i team e ha giudicato la Haas in virtù delle sole regole scritte.

La VF-18 di Romain Grosjean è stata squalificata dal GP d’Italia perché il fondo non era conforme alle norme tecniche. Punto. Ai giudici non ha interessato il fatto che la vettura sia stata ammessa dai commissari tecnici al weekend di gara di Monza con una sorta di ulteriore deroga perché in mezzo c’erano state le “vacanze obbligatorie” di due settimane per cui non c’era stato il tempo per approntare uno splitter a norma.

Perché dura lex, sed lex! 

 

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