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Lutto: morto Piero Mancini, papà della Motori Moderni

Il toscano, grande amico di Minardi, si è spento nella notte dopo una breve malattia

Si è spento nella notte dopo una breve malattia che lo ha fulminato: Piero Mancini ci ha lasciati in questa fredda domenica di febbraio a 68 anni. Il socio toscano di Gian Carlo Minardi aveva avuto il coraggio di fondare la Motori Moderni per dare un propulsore turbo alla squadra faentina che aveva fatto il suo debutto nel mondiale di Formula 1 nel 1985 con un vetusto motore aspirato Ford-Cosworth preparato dallo svizzero Heini Mader.

Il manager toscano non aveva esitato a chiamare l'ingegner Carlo Chiti per costituire la Motori Moderni dove progettare e costruire un motore 6 cilindri turbo dopo che l'Alfa Romeo nel 1984 si era tirata indietro a fornire il suo propulsore alla nascente squadra faentina.

Non era bastata la promessa del presidente Ettore Massaccesi: al no di Arese, Piero Mancini si era messo a disposizione di Gian Carlo Minardi per cercare una soluzione in proprio chiamando proprio il papà dei motori Alfa Romeo, Carlo Chiti che accettò la difficile sfida con grande entusiasmo e portando a debuttare la M185 con il propulsore toscano al Gp di San Marino del 1985 a Imola.

Il V6 Turbo della Motori Moderni ha disputato tre stagioni (44 Gp), cogliendo come miglior risultato l'ottavo posto in Australia con Pierluigi Martini ottavo. L'anno dopo era toccato ad Andrea De Cesaris ottenere un piazzamento analogo in Messico con la M185B.

“Con Piero, questa notte è venuta a mancare una parte preziosa della storia del Minardi Team - racconta un Gian Carlo afflitto dalla scomparsa di Piero - E' stato un amico e partner in tante battaglie. La sua passione per il nostro Sport, lo ha portato prima ad entrare per diversi anni nella compagine societaria della Scuderia, per fondare nel 1984 insieme all’Ing. Carlo Chiti la Motori Moderni, cuore pulsante Turbo V6 dal 1985 al 1987 della Minardi, rimasta orfana dei motori Alfa Romeo”.

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