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Lorenzo: "Ho raccolto tutte le tute dei campioni di F.1 dal 1961 a oggi"

Lorenzo è ad Abu Dhabi: il neo pilota Ducati con Motorsport.com ha voluto parlare solo di F.1. Forse non sapete che ha una collezione di cimeli che vanno dall'era di Phil Hill a Lewis Hamilton. Jorge ammette: "E di Senna ho tutto...".

Jorge Lorenzo, Mercedes AMG F1 W05

Foto di: Monster Energy

Jorge Lorenzo, Mercedes AMG F1 W05
Il vincitore della gara Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Mercedes AMG F1 W05
Jorge Lorenzo, Mercedes AMG F1 W05
Jorge Lorenzo, Mercedes AMG F1 W05
Jorge Lorenzo, Mercedes AMG F1 W05
Jorge Lorenzo, Mercedes AMG F1 W05
Jorge Lorenzo, Mercedes AMG F1 W05
Jorge Lorenzo, Mercedes AMG F1 W05
Jorge Lorenzo, Mercedes AMG F1 W05
Jorge Lorenzo, Mercedes AMG F1 W05
Il casco di Ayrton Senna

Jorge Lorenzo è ufficialmente arrivato nel paddock di Abu Dhabi per impegni di pubbliche relazioni legate ad uno sponsor che condivide con la Mercedes. Ma sarebbe molto riduttivo legare la presenza a Yas Marina del neo-pilota della Ducati in MotoGP solo a motivi commerciali, perché Lorenzo è un vero appassionato di Formula 1.

Conosce molto bene le vicende del Mondiale, ha rapporti diretti con molti piloti del Circus, e la chiacchierata iniziata parlando del suo recente test con la Mercedes Formula 1, ha rivelato che in realtà c’è di più. La prossima settimana Jorge inaugurerà un suo museo ad Andorra in cui esporrà la sua preziosa collezione di cimeli da corsa.

Non sorprende sapere che Lorenzo possiede una vastissima raccolta di caschi e tute dei più grandi nomi delle due ruote, ma stupisce decisamente di più venire a conoscenza di una collezione incredibile di memorabilia legati agli eroi del volante.

“Sono riuscito a mettere insieme tutte le tute dei campioni del Mondo di Formula 1 dal 1961 ad oggi, ovvero da Phil Hill fino a Lewis Hamilton. Ed anche sul fronte caschi sono molto vicini a quella cifra”.

La prima domanda a questo punto è d’obbligo: come hai fatto a comporre una collezione simile?
“Tutto è iniziato nel 2012, quando alla Race of Champions io e Sebastian Vettel ci siamo scambiati la tuta. Da quel momento è iniziato questo mio interesse, e sono iniziati molti scambi diretti con piloti, visto che ne conosco personalmente parecchi, ed in alcuni casi ho acquistato dei pezzi mirati da collezionisti in tutto il mondo. Ho più di un centinaio di pezzi, tra cui molte tute di Michael Schumacher, caschi, guanti, volanti, ed altri oggetti. Di Ayrton Senna ho tutto. Ho iniziato a seguire la Formula 1 nel 1998, guardando i duelli tra Schumacher e Mika Hakkinen e mi sono appassionato”.

Recentemente hai provato la Mercedes 2014 di Formula 1 sul circuito corto di Silverstone. Come è andata?
“Per prima cosa ho dovuto familiarizzare con i comandi, circa una quarantina di bottoni, e non è semplice capire e memorizzare il tutto. Una volta alla guida la prima cosa che mi ha colpito è stato il carico aerodinamico, perché si fa fatica a capire quanto in realtà la monoposto ti permette di andare. Ho visto la telemetria di Nico e Lewis, e dai dati ho visto cosa era possibile fare, compresi dei tratti in cui emergeva che ero 20 km/h più lento. Capisci che si può fare, ma quando arrivi nei punti in questione il cervello dice che puoi, ma il piede non te lo lascia fare”.

Sei riuscito a progredire?
“Si, ed anche parecchio. Ho iniziato una decina di secondi più lento rispetto ai tempi di Nico e Lewis, ma dopo cinque ore ho iniziato ad andare forte. I dati più recenti in possesso della Mercedes era quelli di un test di Nico fatto in inverno, quindi con temperatura più bassa e alcuni tratti della pista un po’ umidi. Io ho girato in condizioni migliori, ma sono andato un secondo più veloce di lui. Ovviamente per avere dei riferimenti precisi si dovrebbe girare nello stesso momento e nelle stesse condizioni, è sicuramente Lewis e Nico sarebbero più performanti, ma arrivare in poche ore a quel livello non è stato male.

La domanda è d’obbligo. Hai davanti a te ancora parecchie stagioni impegnative in Moto GP, ma hai mai pensato all’idea di proseguire la tua carriera in monoposto quando smetterai con le due ruote?
“Al momento non ci penso perché nella vita per fare bene una cosa devi concentrarti solo su quella. Però il giorno in cui terminerò la mia carriera nelle due ruote mi piacerebbe, anche solo per divertimento, fare qualche gara in auto. E magari anche provare più volte una Formula 1”.

Cosa hai provato alla guida di una vettura di Formula 1?
“La potenza è altissima, visto che la power unit che ho provato aveva più di 800 cavalli, ma rapportando il tutto al peso della monoposto, credo che il rapporto non sia così lontano da quello della MotoGP. A fare la differenza è la posizione di guida. Sulle due ruote sei più alto, in monoposto decisamente più basso, quindi hai una percezione maggiore della velocità. Non è neanche semplice sfruttare al massimo la frenata, perché ci sono curve in cui una Formula 1 frena a 50 metri, mentre nello stesso contesto in moto freniamo a 200 metri: impressionante. Così come lo è passare in una curva che in moto fai in terza marcia con… la settima inserita e l’acceleratore al massimo”.

Non è ancora chiaro se Casey Stoner collaborerà con te in pista il prossimo anno. E’ possibile?
“Diciamo che è una possibilità, stiamo parlando. Il problema è che Casey sta molto bene in Australia con la sua famiglia, e se accettasse questo ruolo dovrebbe trasferirsi per un certo tempo in Italia. Questo è il problema da risolvere, ma stiamo ancora parlando”.

Quest’anno abbiamo visto un Sebastian Vettel costretto al ruolo di comprimario a causa di una Ferrari inferiore alle aspettative. E’ difficile mantenere la motivazione quando si corre per la zona punti dopo aver vinto dei Mondiali?
“Correre per vincere o per un quinto posto non è la stessa cosa. Anche a me è successo nel 2011, sapevo che vincere sarebbe stato difficilissimo, ed anche se sei un professionista non hai la stessa tensione euforica. Quando infili il casco e sai che puoi lottare per la vittoria è diverso”.

Sai bene cosa vuol dire vivere la tensione all’interno di un box. Come vedi la volata finale tra Rosberg e Hamilton?
“Credo che si rispettino molto. Alla fine guardando la storia di questa stagione emerge un Nico che merita questo Mondiale. Ed anche se ho un ottimo rapporto con Lewis, credo che non sia male per lo sport che a vincere sia un nome nuovo. Ho già parlato con il suo manager, e mi sono portato avanti per avere la sua tuta….”.

Stoner come coach? Ne parliamo ma dovrebbe trasferirsi in Italia

Non è ancora chiaro se Casey Stoner collaborerà con te in pista il prossimo anno. E’ possibile?
“Diciamo che è una possibilità, stiamo parlando. Il problema è che Casey sta molto bene in Australia con la sua famiglia, e se accettasse questo ruolo dovrebbe trasferirsi per un certo tempo in Italia. Questo è il problema da risolvere, ma stiamo ancora parlando”.

Quest’anno abbiamo visto un Sebastian Vettel costretto al ruolo di comprimario a causa di una Ferrari inferiore alle aspettative. E’ difficile mantenere la motivazione quando si corre per la zona punti dopo aver vinto dei Mondiali?
“Correre per vincere o per un quinto posto non è la stessa cosa. Anche a me è successo nel 2011, sapevo che vincere sarebbe stato difficilissimo, ed anche se sei un professionista non hai la stessa tensione euforica. Quando infili il casco e sai che puoi lottare per la vittoria è diverso”.

Sai bene cosa vuol dire vivere la tensione all’interno di un box. Come vedi la volata finale tra Rosberg e Hamilton?
“Credo che si rispettino molto. Alla fine guardando la storia di questa stagione emerge un Nico che merita questo Mondiale. Ed anche se ho un ottimo rapporto con Lewis, credo che non sia male per lo sport che a vincere sia un nome nuovo. Ho già parlato con il suo manager, e mi sono portato avanti per avere la sua tuta….”.

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