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Leclerc: "Ho spinto troppo e mi sono girato, ma i test servono anche a questo"

Il pilota dell'Alfa Romeo Sauber ammette di aver commesso qualche errore di troppo ieri, ma non fa drammi. E stupisce la cosa che lo ha colpito di più del salto tra F.2 e F.1: "Il numero di persone con cui devi lavorare, davvero tante".

Charles Leclerc, Sauber

Charles Leclerc, Sauber

Sutton Motorsport Images

Charles Leclerc, Sauber C37
Charles Leclerc, Alfa Romeo Sauber C37
Charles Leclerc, Alfa Romeo Sauber F1 Team
Charles Leclerc, Alfa Romeo Sauber C37
Charles Leclerc, Sauber C37
Charles Leclerc, Alfa Romeo Sauber F1 Team
Charles Leclerc, Alfa Romeo Sauber C37
Charles Leclerc, Alfa Romeo Sauber C37
Charles Leclerc, Alfa Romeo Sauber F1 Team

È iniziata ufficialmente ieri la stagione di Charles Leclerc come titolare Alfa Romeo Sauber. Se per un pilota d’esperienza ogni chilometro di test con una nuova vettura è prezioso, possiamo immaginare quando sia impagabile per un esordiente.

In una Formula 1 sempre più virtuale, una giornata in pista è qualcosa da sfruttare fino in fondo, e Leclerc ieri lo ha fatto utilizzando ogni minuto disponibile. Sono arrivati tempi promettenti, ma anche qualche errore di gioventù, sotto forma di quattro escursioni che hanno costretto il giovane monegasco a trascorrere un po' di tempo ai box.

"Ho spinto un po' troppo in alcuni frangenti – ha spiegato Leclerc – e mi sono girato. I test servono anche a questo, a capire e prendere confidenza con il limite. In un paio di circostanze l’ho superato, ma fortunatamente non ci sono stati danni". A complicare la vita dei due rookie del Mondiale 2018 (l’altro è Sergey Sirotkin) sono le condizioni meteo di questa prima fase dei test.

Per chi deve prendere confidenza con la monoposto avere gli pneumatici congelati non è certo un aiuto. "Ovviamente le condizioni non erano eccezionali – ha confermato Leclerc – temperature molto fredde, pista scivolosa, ma alla fine per me è stata una buona giornata. In Formula 1 ogni chilometro è prezioso, quindi nel complesso per me è stata un’occasione importante".

"Anche senza le gomme in temperatura – ha confessato Leclerc – quando torni in pista dopo una lunga pausa è sempre molto bello. In questo occasiona per me c’è anche molto di nuovo con cui familiarizzare, e non solo sul fronte della monoposto. È importante anche impostare un buon dialogo con gli ingegneri, capire come inserirsi al meglio nel team. D’altronde in queste condizioni non possiamo farci un’idea della performance, dobbiamo aspettare che si alzino le temperature, non siamo neanche riusciti a fare le prove di pit-stop che avevamo programmato".

Leclerc ha un po' sorpreso quando ha sottolineato cosa cambia di più per un giovane che passa dalla Formula 2 alla Formula 1: "L’impatto più forte è legato al numero di persone con cui devi lavorare, davvero tante. In Formula 2 parlavo con un ingegnere, un telemetrista e poco altro, qui gli interlocutori sono molti, molti di più: c’è una persona per ogni piccolo dettaglio dell’auto! Poi c’è l’attenzione dei media, una presenza che si sente, a cui non ero abituato, ma ci farò l’abitudine".

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