Leclerc: "Con Vettel lotto in pista, ma collaboro quando scendiamo dalla Rossa"
Smaltita la delusione per il successo sfumato in Bahrain, il giovane ferrarista guarda al futuro con ottimismo anche se teme le frecce d'argento: "La Mercedes è molto più vicina di quello che cercano di far credere". La vittoria? "Spero che arrivi il prima possibile...".
Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images
Non c’è nulla che prepara alla vita sotto i riflettori. Chi ci si ritrova di colpo si affida al proprio istinto, e i predestinati hanno nel loro Dna le informazioni che servono per districarsi da ogni situazione.
Quando dopo il Gran Premio del Bahrain i canali social della Formula 1 hanno pubblicato il video che ha rivelato come Charles Leclerc abbia deciso di ignorare i consigli del suo ingegnere (passando Vettel nonostante l’invito a restare alle sue spalle per due giri), era chiaro che alla prima occasione si sarebbe ritrovato a dover rispondere alla domanda in merito, un invito non proprio tra i più semplici.
“Come ho dimostrato in Australia – ha esordito Leclerc - l'interesse della squadra per me è estremamente importante, ma in quel particolare momento avevo un vantaggio piuttosto grande (su Vettel). Quando ho avuto l’opportunità di passarlo in rettilineo, beh non mi è sembrata la cosa migliore da fare quella di alzare il piede dall’acceleratore e restare indietro, così ho scelto di cogliere l’opportunità di un sorpasso sicuro, e sono andato”. Risposta perfetta, come una staccata impeccabile prima della curva 14 del circuito di Shanghai.
Di colpo di sei ritrovato al centro dell’attenzione. Come sta andando?
“La Formula 1 è uno sport in cui il pubblico non vede il volto dell’atleta fino a quando non sale sul podio, e a me non era mai successo fino al Bahrain. Quindi, diciamo che un bel po’ di gente mi avrà visto per la prima volta, accostando il mio viso al nome. Quando sono tornato a Monaco ci sono state molte persone che sono venute a congratularsi, e questo è sempre bello”.
Pronto per essere una ‘star’?
“Non ci ho mai pensato, vedremo come andrà, se succede vuol dire che sto facendo un buon lavoro. Ma ripeto: vedremo se succederà oppure no”.
Ti senti favorito alla vigilia di questo weekend o credi che sia meglio tenere un basso profilo?
“Meglio la seconda! Abbiamo avuto un’ottima macchina in Bahrain, ma non vuol dire che l’avremo per tutto il resto della stagione. La Mercedes è vicina, molto più vicina di quello che cercano di far credere. Dopo il Bahrain l'umore della nostra squadra è comunque molto alto, e dobbiamo mantenere questa energia che credo sia molto positiva per tutti noi. La speranza, ovviamente, è quella di avere un fine settimana molto positivo”.
Ti vedi come un contendente per il titolo già in questa stagione?
“Tutto si evolve molto velocemente in Formula 1. Dopo la gara di Melbourne nessuno mi vedeva come un contendente al titolo, dopo il secondo Gran Premio tutti mi hanno inserito tra i favoriti. Ho capito quanto le valutazioni possono cambiare velocemente, e per questo credo ancora di più che sia importante rimanere concentrati sul proprio lavoro e far parlare i risultati. Siamo solo alla terza gara della stagione, è molto presto per questo tipo di valutazioni, vedremo come andranno le prossime gare e spero di mantenere lo slancio del Bahrain”.
In Australia avevi detto che era compito tuo cambiare il tuo status da numero due a numero uno. Credi di aver fatto un passo avanti in Bahrain?
“Come ho già detto, abbiamo disputato solo due gare, ma in ogni caso questa domanda dovete farla a Mattia (Charles sorride insieme a Binotto, che assiste alla scena). Non sono io che prendo queste decisioni”.
Credi che la tua prima vittoria in Formula 1 sia molto vicina?
“In Bahrain ho avuto un fine settimana positivo, la vittoria è stata effettivamente molto vicina, e spero di ottenerla al più presto, questo è l'obiettivo per cui sono qui. Non so quando arriverà, ma ce la metto tutta”.
Ha sorpreso il tempo molto ridotto che ti è servito per ottenere la tua prima pole e per arrivare a sfiorare il tuo primo successo.
“Penso che il tutto sia stato abbastanza naturale, la squadra mi ha accolto molto bene e mi è servito molto far parte della Driver Academy da alcuni anni. Sono andato avanti con un lavoro iniziato da tempo, e tutto è andato per il meglio”.
Vedi dei cambiamenti nel tuo rapporto con Vettel?
“No, per niente. Entrambi vogliamo batterci, come penso accada in ogni squadra, vuoi sempre metterti dietro il compagno di squadra visto che ha la tua stessa monoposto. Ma abbiamo trovato un ottimo compromesso, gareggiando in pista e lavorando insieme quando scendiamo dalla macchina. Sappiamo che è estremamente importante per la squadra e per lo sviluppo della vettura. Quindi, sì, penso che abbiamo trovato il giusto compromesso, e nulla è cambiato”.
Il tuo stile di guida è molto diverso da quello di Seb?
“Seb e io abbiamo due diversi stili di guida, che rendono necessari alcuni cambiamenti sulla vettura. Non voglio andare troppo nel dettaglio, ma non chiediamo agli ingegneri esattamente la stessa macchina”.
Hamilton ti ha dedicato molti complimenti in Bahrain…
“È sempre molto bello ricevere apprezzamenti da Lewis o da Seb ed in generale dai grandi di questo sport, fa piacere. Poi però si va oltre, e non passo troppo tempo a pensarci. So che devo migliorare ancora, che posso fare dei passi avanti”.
Nel fine settimana in Bahrain hai ottenuto la tua prima pole position, hai sfiorato il tuo primo successo e sei salito per la prima volta sul podio. Ma hai anche subito una forte delusione, eppure in tutte le circostanze hai sempre tenuto l’emozione sotto controllo. Quanto è difficile?
“Non penso che sia molto difficile da controllare. La mia forza mentale è stata un problema nel periodo in cui ero in karting, e ho lavorato molto per migliorare su questo fronte, e oggi sono molto felice di aver intrapreso questo percorso. Tornando al Bahrain, ovviamente domenica è stato più di un momento deludente, ma come ho detto, se ogni volta che c’è un problema si conquista un terzo posto, allora non è così male”.
Come fa un pilota a lavorare sulla sua forza mentale?
“È molto difficile da spiegare, perché ti alleni con dei sensori in testa, i quali ti dicono cosa sta accadendo nel tuo cervello. Capita anche di credere di aver compreso alcune cose, e poi scopri che ti sei sbagliato, ma ciò che conta è il risultato, e ho scoperto di sapermi controllare molto meglio. Alla fine conta questo”.
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