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Leclerc ancora a punti con la Sauber fa crescere le ambizioni del team svizzero

Charles è arrivato a punti in tre delle ultime quattro gare (a Monaco si era rotto un disco freno): il monegasco non commette errori e sfrutta tutto il potenziale della C37 che continua a crescere.

Charles Leclerc, Sauber C37

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

Charles Leclerc, Sauber C37
Charles Leclerc, Sauber, festeggia con il team
Charles Leclerc, Sauber, festeggia con il team
Charles Leclerc, Sauber C37, in griglia
Charles Leclerc, Sauber, in griglia
Charles Leclerc, Sauber, arriva in griglia
Charles Leclerc, Sauber C37, viene riportato nel garage
Charles Leclerc, Sauber festeggia con Frederic Vasseur, Sauber, Team Principal
Charles Leclerc, Sauber C37, pit stop
Charles Leclerc, Sauber C37

Charles Leclerc non aveva mai visto Montreal, se non nel formato virtuale del simulatore. Giovedì ha percorso il classico giro a piedi con gli ingegneri della Sauber, poi venerdì ha iniziato la conoscenza vera con il circuito Gilles Villeneuve: “Piacere, Charles”.

Due giorni dopo il monegasco ha messo a segno un colpo importante, finendo per la terza volta a punti nelle ultime quattro gare.
“Sono sorpreso – ha ammesso a fine gara – stiamo migliorando oltre le aspettative. Tutte le evoluzioni che abbiamo portato in pista, anche piccole, hanno funzionato. Dobbiamo continuare così”.

A vent’anni Leclerc cresce, chilometro dopo chilometro, assorbendo come una spugna tutto ciò che gli capita a tiro...
“Ho appreso più in queste sette gare in Formula 1 che nelle precedenti tre stagioni in monoposto”, spiega sorridendo.

Da Baku Leclerc ha voltato pagina, perché a volte servono anche i risultati per trovare il giusto morale, ed il sesto posto conquistato in Azerbaijan è stato una medicina formidabile che ha innescato un trend positivo ormai sotto gli occhi di tutti.

La storia di questo primo terzo di stagione di Leclerc merita di essere raccontata, perché nella sua frenesia del dopo-Verstappen la Formula 1 rischia sempre più di bruciare i giovani che approdano nel paddock più ambito al mondo, anche i più talentuosi.

Dopo le prime tre gare della stagione c’era già chi storceva il nasco, come se fosse un bilancio deludente non sfornare l’exploit a chilometri-zero in una categoria praticamente senza test.

Il tutto soprattutto perché Marcus Ericsson, al suo quinto anno in Formula 1, aveva messo a segno un bel colpo in Bahrain conquistando la nona posizione e i relativi due punti in classifica. “Ma questo Leclerc, però….”.

Quasi che Charles non fosse in una nuova squadra, in un nuovo campionato, girando per lo più su nuove piste. Tutto nuovo, a parte due pedali da schiacciare ed un volante da girare. Poi, dopo Baku, dove è arrivata una miracolosa sesta posizione, Leclerc ha iniziato a fare Leclerc, e quando c’è morale tutto diventa più semplice.

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Messa da parte la paura di sbagliare, una cattiva compagna di viaggio, Charles sta mettendo insieme gara dopo gara una stagione perfetta. Non sbaglia più, non ha timori reverenziali quando c’è da tirare fuori le unghie (Alonso lo ha capito bene ieri a Montreal) le staccate si accorciano e i muretti si avvicinano per poi sfilare alle spalle.

Leclerc a Montreal non ha fatto errori, confermando un grande exploit in qualifica (per la quarta volta consecutiva in Q2 e tredicesimo davanti alle due McLaren...) ed una corsa in cui ha raccolto il massimo possibile, ovvero il punto del decimo posto.
“C’erano i freni da gestire con attenzione – ha spiegato dopo la corsa – soprattutto dopo i problemi avuti a Monaco, ma tutto è andato bene. Abbiamo trovato la strada giusta, ora bisogna mantenerla, anche se sono cosciente che le prossime gare per noi saranno più difficili perché ci aspettano piste da carico aerodinamico, un aspetto in cui siamo ancora carenti. Ma per ora è tutto ok, anche la squadra è contenta. Sono andato a fare i complimenti alla Ferrari e a Vettel per la vittoria, ed anche loro si sono complimentati con me! Bene, no?”.

Cresce Leclerc e cresce anche la Sauber, salita a quota dodici punti, ovvero a sette lunghezze da Haas (già, la Haas…) e Toro Rosso. La squadra svizzera si sta compattando sempre più sotto la guida di Frederic Vasseur, una persona che in quanto a conoscenza del mondo delle corse ha poco da imparare, e i risultati sono lì a dimostrarlo.

Pit-stop, strategie, lavoro in pista, tutto sembra aver fatto un salto di qualità rispetto al disastroso 2017, chiuso a quota 5 punti. La maglia nera è passata alla Williams, mentre la Sauber può guardare ora ad un futuro diverso ed ambizioso grazie anche all’arrivo dalla Ferrari del nuovo direttore tecnico Simone Resta, che sarà operativo ad Hinwil tra poche settimane.

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