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La Toro Rosso ha azzeccato le scelte giuste!

La STR7 è una delle monoposto più interessanti: bene il doppio fondo e il soffio degli scarichi

Se per un attimo tralasciamo la Lotus E20 – Renault, la monoposto più interessante vista ai test di Jerez è stata la Toro Rosso. La STR7 è l'ennesima dimostrazione del buon lavoro svolto da Giorgio Ascanelli, direttore tecnico della squadra di Faenza e dalla sua equipe. PILOTI PROMOSSI Con due piloti debuttanti nel team, Daniel Ricciardo e Jean-Eric Vergne, la vettura si è collocata a soli tre decimi dalla Red Bull Racing RB8, coprendo una buona distanza senza grossi problemi: alla fine sono stati sommati 1399,24 km pari a 316 giri. Insomma prestazioni ed affidabilità: certamente un buon inizio per una squadra che vuole risalire la china del mondiale Costruttori, dopo l'8. Posto dello scorso anno. PUPILLI DI MARKO E i due pupilli di Helmut Marko si sono destreggiati molto bene, ottenendo una prestazione praticamente identica: Ricciardo ha chiuso con un tempo di 1'19”587 e il francese era separato dal compagno di squadra di appena 10 millesimi di secondo. Un niente, segno che la nuova Toro Rosso ha un potenziale molto interessante da sviluppare. DOPPIO FONDO La STR7 ha esasperato i concetti della monoposto dello scorso anno: le pance hanno il doppio fondo, un'idea vista per la prima volta sulla Ferrari F92A nel 1992. All'epoca il concetto lanciato da Jean Claude Migeot forse era troppo evoluto per i materiali in uso allora, ma adesso sembra dare ottimi risultati. GRAN MARCIAPIEDE Il vantaggio è che la Toro Rosso ha il “marciapiede” più grande sul fondo vettura, visto che ne sfrutta quasi tutta la larghezza: da un punto di vista aerodinamico è possibile canalizzare più flussi verso il diffusore posteriore per aumentare il carico del retrotreno. La vettura italiana, infatti, ora dispone di un cambio più lungo e stretto rispetto al 2011 perché la STR7 nasce per essere utilizzata con un assetto più picchiato di quanto già non fosse l'anno scorso. DOWN FORCE Questo è il segno che Niccolò Petrucci, capo aerodinamico della Toro Rosso, è convinto di ritrovare la down-force perduta nonostante il divieto degli scarichi soffianti sancito dalla FIA. La soluzione offre indubbi vantaggi, ma non è esente da aspetti negativi: per far passare l'aria nel doppio fondo si sono dovute alzare le masse radianti, peggiorando il baricentro della vettura. RADIATORI OLIO IN CODA John Butler, capo progettista della STR7 in procinto di tornare alla Red Bull Racing (ne prende il posto Luca Furbatto, ex McLaren) l'ha pensata bene: ha ridotto sensibilmente i radiatori nelle pance laterali, portando quelli dell'olio in coda. Un'idea che sembra funzionare, anche se le basse temperature ambientali andaluse non hanno permesso di verificare quale sarà l'effettiva tenuta del sistema di raffreddamento nei Gp più caldi della stagione. UN MOTORE KO La Toro Rosso ha accusato un cedimento di motore Ferrari 056, pare per un problema non dipendente dall'impianto della vettura, ma in generale l'affidabilità è parsa buona. Gli scarichi soffiano sotto l'ala posteriore e sembra questa la soluzione più funzionale per recuperare parte del carico perduto con il divieto del soffiaggio nei diffusori. NUOVE ALI A Barcellona si dovrebbero vedere delle novità sulle ali e la squadra dovrebbe iniziare anche lo sviluppo dell'assetto. Sarà interessante vedere se la STR7 saprà confermarsi quanto di buono già visto a Jerez...

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