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La situazione sanitaria degli USA mette a rischio il GP di F1

I direttori sanitari di Austin ammetteranno gli eventi con alto numero di persone solo come ultima cosa. Solo un drastico calo di contagi e decessi dovuti al COVID-19 potrà cambiare la situazione.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB15, precede Sebastian Vettel, Ferrari SF90, Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, Charles Leclerc, Ferrari SF90, Lando Norris, McLaren MCL34, Alexander Albon, Red Bull RB15, e il resto del gruppo, alla partenza

Max Verstappen, Red Bull Racing RB15, precede Sebastian Vettel, Ferrari SF90, Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, Charles Leclerc, Ferrari SF90, Lando Norris, McLaren MCL34, Alexander Albon, Red Bull RB15, e il resto del gruppo, alla partenza

Mark Sutton / Motorsport Images

Ombre scure e minacciose si apprestano a nascondere il cielo terso che illumina il Circuit of the Americas di Austin, sede - tra gli altri - del Gran Premio degli Stati Uniti di Formula 1.

Gli Stati Uniti sono a oggi il paese più colpito dalla pandemia da COVID-19. Ogni voce legata ai numeri del contagio fa emergere questa affermazione come veritiera e, non a caso, questi hanno messo in allarme anche i responsabili sanitari della capitale del Texas.

Al momento la gara è ancora prevista nel fine settimana del prossimo 25 ottobre, ma sembra una quiete temporanea prima della possibile, forse probabile, tempesta. Austin sta affrontando in questi giorni la Fase 3 del piano di riapertura dopo un blocco iniziale.

Questo tipo di fase permette a gruppi composti da un massimo di 10 persone considerate tra loro a basso rischio di riunirsi. Per poter considerare l'accettazione di ritrovi di gruppi di persone ben più nutriti, Austin dovrà aspettare di arrivare a quella che è stata chiamata Fase 1 (mentre in Italia siamo partiti dalla Fase 1 per poi salire di numero man mano che la situazione è migliorata).

Al momento il Circuit of the Americas rimane chiuso, pur avendo ospitato un evento di beneficenza all'inizio di questo mese. Il dottor Mark Escott, direttore medico a interim e l'autorità sanitaria di Austin Public Health, ha sottolineato che non è e non sarà una priorità consentire raduni di persone molto grandi.

"I grandi eventi sono la prima cosa che abbiamo vietato e saranno l'ultima cosa a cui daremo il permesso, perché il rischio di esporre molte persone al virus è alto. Stiamo lavorando a un piano per capire cosa possa essere ragionevole fare nei prossimi mesi, ma guardando al futuro non abbiamo alcuna indicazione legata al periodo in cui il virus sarà mitigato. Il rischio ad avere eventi con più di 2.500 persone sarà alto".

Rimane chiaro che, qualora i numeri del contagio dovessero scendere in maniera significativa nel corso delle prossime settimane, potrebbero mutare drasticamente la situazione.

Bisogna però ricordare di come il circuito si trovi in difficoltà perché la sua quota di iscrizione è sottoscritta dal programma del Texas State Major Events Trust Fund, sulla base del fatto che i fan accorsi a vedere il GP possano far girare l'economia della città immettendo denaro con consumi di cibo, acquisti, turismo. Per questo motivo una gara a porte chiuse non sarebbe possibile, perché lo stato potrebbe decidere di non finanziarlo.

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