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La Sauber punta ad ampliare la partnership tecnica con Ferrari

Secondo il team principal Frédéric Vasseur, l’acquisto di maggiori componenti della vettura dalla scuderia di Maranello sarebbe l'unica chiave per tornare alla competitività dopo alcuni anni difficili.

Marcus Ericsson, Sauber C36

Foto di: Sutton Motorsport Images

Frederic Vasseur, Sauber Team Principal
Frederic Vasseur, Sauber, Masashi Yamamoto, Honda
Marcus Ericsson, Sauber C36 sparks
Marcus Ericsson, Sauber C36
Pascal Wehrlein, Sauber C36
Pascal Wehrlein, Sauber C36
Pascal Wehrlein, Sauber C36

Già in accordo con la Ferrari per avere dal 2018 le ultime specifiche di motore e cambio, la Sauber starebbe discutendo della possibilità di ampliare la collaborazione tecnica e garantirsi alcune parti oggi non in lista di produzione Maranello per provare a risalire lo schieramento e tornare al centro gruppo. 

Un’ ipotesi che, pur agevolando la strada verso l’obiettivo dettato dal neo boss Frédéric Vasseur, andrebbe a togliere al quartier generale di Hinwil, ingrandito in occasione del periodo sotto proprietà BMW, buona parte del lavoro di produzione della monoposto.

“Una partnership del genere ci sarebbe di grande aiuto, oltre a rappresentare la strada più rapida per fare progressi rilevanti in appena tre mesi”, ha ammesso il francese a Motorsport.com.

“Dall’altro lato però resta il bisogno di tutelare le nostra abilità, la tecnologia e il know-how”. 

“Non vorrei, infatti, vivere nell’attesa di ricevere dalla Ferrari il successivo step evolutivo della macchina. Non avrebbe senso. Possediamo delle strutture ottime e una buona galleria del vento. Dovremo quindi imparare a gestire quelle risorse e trovare il giusto equilibrio”, ha aggiunto l'alto dirigente Sauber, prima di specificare che, solo una volta risolti gli interrogativi tecnici, si passerà al tema piloti, anch’essi probabilmente legati al Cavallino.

A questo proposito se il fresco campione di Formula 2 Charles Leclerc sembra essere favorito per uno dei sedili, ancora incerto resta il destino dell’altro giovane dell’Academy, Antonio Giovinazzi.

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