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La riduzione dei costi non piace alla Red Bull

Si deve trovare un accordo entro il 30 giugno. Intanto Bernie vuole portare i Gp a 22 all'anno

Dieci squadre sono favorevoli alla riduzione dei costi in F.1, ma Red Bull Racing e, di conseguenza, anche l'affiliata Toro Rosso, fanno resistenza e non vogliono fare passare l'accordo che sarebbe già stato mediato dalle parti. Bisogna correre perché c'è tempo fino al 30 giugno per raggiungere una decisione a maggioranza, mentre per cambiare qualcosa oltre il limite di fine del mese sarà indispensabile ottenere l'unanimità dei consenti, altrimnti non se ne farà nulla. La FIA si è impegnata di portare in votazione al prossimo Consiglio Mondiale le modifiche: si vorrebbe abbassare il numero degli addetti in pista di ogni squadra e limitare l'uso sia della galleria del vento che della simulazione CFD. "Tutte balle - ha detto un autorevole esponente del Circus che ha voluto restare anonimo - non si riescono a fare i controlli adeguati per cui ciascuno spende quanto ha nella sua disponibilità. E' sempre stato così e non cambierà nel futuro più prossimo". Pare certo che non passerà la disponibilità della terza macchina che è tanto spinta dalla Ferrari, ma il provvedimento potrebbe entrare nel nuovo Patto della Concordia che disciplinerà il mondiale di F.1 dal 2014. Riguardo ai test la squadra di Maranello sta spingendo per aumentare le sessioni private anche nel corso della stagione, mentre la Red Bull Racing, con la scusa del risparmio, preferirebbe vincolare ancora di più le sessioni, dando maggiore risalto al lavoro di simulazione. Nel frattempo c'è Bernie Ecclestone che spinge ad un allargamento del calendario: non nel 2013 che dovrebbe restare con venti gare, ma ambisce l'anno successivo a portare il numero dei Gp a 22. Mister E è pronto ad allargare i cordoni della borsa per incrementare i proventi delle squadre con il nuovo Patto della Concordia, ma vuole anche che crescano le opportunità di profitto...

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