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La Red Bull ha capito i problemi della RB15 e in Spagna arriverà un nuovo pacchetto

La squadra di Milton Keynes ha individuato un problema sulla parte anteriore della monoposto nei test in Bahrain ed è corsa subito ai ripari. In Cina le cose vanno meglio, ma Horner si aspetta uno step da Barcellona.

Pierre Gasly, Red Bull Racing RB15

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Per molti anni il telaio Red Bull è stato ritenuto lo chassis di riferimento in tutto il paddock di Formula 1. Parole confermate dai fatti, alias piste note per esaltare il lavoro di telaisti ed aerodinamici, diventate terreno di conquista del tandem Ricciardo-Verstappen.

Concluso il ciclo Renault, con una lunga scia di polemiche e accuse mai velate, il gruppo al servizio di Adrian Newey si è messo al lavoro per partorire la monoposto che avrebbe ospitato il primo motore ufficiale nella storia della Red Bull, ovvero la power unit Honda.

I timori sulla competitività del motore giapponese sono iniziati il 19 giungo dello scorso anno, data in cui è stato annunciato il nuovo sodalizio, e si sono protratti per otto mesi fino ai test pre-campionato, completati lo scorso febbraio a Barcellona. Nessuno, ma proprio nessuno, poteva però immaginare che dopo due gare ad essere sotto esame non sarebbe stato l’operato della power unit Honda, quanto il comportamento della RB15, monoposto nata bene ma non benissimo.

L’esordio sul podio di Melbourne è stato più un omaggio di una Ferrari ritrovatasi persa in terra australiana che un risultato meritato sul campo, come ha ammesso con onestà lo stesso Verstappen dopo la bandiera a scacchi di Albert Park.

 

Paradossalmente, dopo aver trovato quell’iniezione di cavalli desiderata per anni (anche se non ancora all’altezza di Ferrari e Mercedes) Newey e soci si sono ritrovati alle prese con imprevisti problemi di guidabilità della monoposto. E la cosa ha spiazzato non poco, visto che a mancare è stato ciò che per anni è stato il piatto forte della casa.

Il ritorno da Melbourne è stato pieno di interrogativi, ma le risposte si sono fatte attendere a lungo. Si è rivelato cruciale il lavoro svolto nei test in Bahrain, all’indomani del Gran Premio, a conferma che per quanto le squadre si siano convinte di poter sostituire le prove in pista con le simulazioni, non c’è niente di meglio del mondo reale per identificare e risolvere un problema tangibile. La vettura zeppa di sensori vista in Bahrain ha indirizzato la squadra verso un’ala anteriore modificata e altre modifiche aerodinamiche, prontamente arrivate a Shanghai.

Ed in effetti il passo avanti c’è stato, come confermato dalla prima giornata di prove completata oggi sul circuito cinese, con Verstappen che si è confermato terzo a due decimi da Bottas. Non siamo ovviamente davanti ad un’evoluzione in grado di rendere la Red Bull una monoposto vincente a mani basse, ma i progressi si sono confermati in modo chiaro. 

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“Abbiamo trovato l'errore durante i test in Bahrain – ha confermato Christian Horner – nel weekend di Al Sakhir il forte vento ha amplificato alcuni dei nostri punti deboli, ma abbiamo riscontrato che il vero nostro problema era nella zona anteriore della monoposto. Per ora abbiamo portato in pista delle novità realizzate nel poco tempo a disposizione, ma il pacchetto di novità più consistente arriverà a Barcellona”.

“Siamo decisamente più vicini – ha spiegato Verstappen - e oggi posso confermare di essere soddisfatto dal comportamento della macchina. Non possiamo lamentarci, ed anche se è presto per dire se potremo puntare alla vittoria, siamo sicuramente in una situazione migliore rispetto al Bahrain. Non sono sorpreso, a dire il vero, perché ad Al Sakhir abbiamo identificato un problema, quindi mi aspettavo un passo avanti”.

In una giornata che ha riportato il buonumore nel box Red Bull l’unica nota stonata è la mancanza di segnali di miglioramento da parte di Pierre Gasly, ritrovatosi anche oggi a nove decimi dal compagno di squadra. Il francese fatica ad adattarsi alla monoposto, e ha stupito che nei test in Bahrain la squadra abbia deciso di non convocarlo vista la sua necessità di macinare chilometri. La priorità è stata data alla monoposto, e questo ha comportato la presenza di Verstappen, che ha poi passato il volante al rookie Dan Ticktum.

E Gasly anche oggi ha faticato: “Io e Max abbiamo svolto dei lavori di comparazione come programmato dagli ingegneri, e la squadra ha ottenuto buone indicazioni. Spero domani di trovarmi meglio con la versione definitiva del setup”. È una speranza concreta, quella di Pierre, ma il tempo passa, e in casa Red Bull quando le cose non vanno come previsto per un pilota inizia a diventare un incubo ogni volta che sul telefono appare il nome Dr.Marko. Se possibile, meglio cavarsi fuori da guai, e meglio farlo in fretta.

Pierre Gasly, Red Bull Racing RB15
Pierre Gasly, Red Bull Racing RB15
Pierre Gasly, Red Bull Racing RB15
Pierre Gasly, Red Bull Racing RB15
Pierre Gasly, Red Bull Racing RB15
Max Verstappen, Red Bull Racing RB15
Max Verstappen, Red Bull Racing RB15, in pit lane
Pierre Gasly, Red Bull Racing RB15
Max Verstappen, Red Bull Racing
Pierre Gasly, Red Bull Racing RB15
Max Verstappen, Red Bull Racing RB15
Pierre Gasly, Red Bull Racing RB15
Max Verstappen, Red Bull Racing RB15
Max Verstappen, Red Bull Racing RB15
Max Verstappen, Red Bull Racing RB15
Max Verstappen, Red Bull Racing RB15
Pierre Gasly, Red Bull Racing
Max Verstappen, Red Bull Racing RB15
Max Verstappen, Red Bull Racing
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