Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera

La Mercedes non sbaglia niente, mentre la Ferrari spreca le sue occasioni

Le quattro doppiette delle W10 la dicono lunga sulla superiorità delle frecce d'argento, eppure Toto Wolff disegna uno scenario che è meno marcato di quanto sembri per la Stella e Binotto ammette che la Ferrari si è complicata la vita da sola e dovrà cercare di reagire dalla Spagna.

Sebastian Vettel, Ferrari SF90

Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images

Quattro doppiette nelle prime quattro gare sono un bilancio che neanche il più grande tifoso della Mercedes poteva considerare possibile quando ad inizio del mese di marzo la carovana della Formula 1 si è imbarcata sui voli diretti a Melbourne.

Eppure questo è, un dominio confermato dai numeri che sono l’unico dato inconfutabile. Dopo il Gran Premio di Azerbaijan Valtteri Bottas è (un po' a sorpresa) leader del Mondiale a quota 87 punti, uno in più di Lewis Hamilton e ben 35 in più del primo avversario non ‘grigio’, ovvero Sebastian Vettel.

Ma è soprattutto la classifica costruttori a fotografare bene quanto visto in questo primo poker di gare: Mercedes 173 punti, Ferrari 99, Red Bull 64. 

Leggi anche:

“Quello che siamo riusciti a fare molto bene in queste prime gare è stato mettere tutto insieme – è stata l’analisi di Toto Wolff - la squadra non ha commesso errori, le scelte sul fronte delle strategie sono sempre state corrette, ed i piloti non hanno sbagliato nulla: tutto questo ci ha permesso di vincere i primi quattro Gran Premi, approfittando anche di problemi che hanno avuto i nostri avversari diretti”.

Secondo Wolff la Mercedes nelle prime quattro gare ha messo a segno due vittorie attese e due ‘tie break’, ovvero successi arrivati su piste che avrebbero dovuto essere terra di conquista della Ferrari.

La sua analisi si sposa bene con quanto visto in Bahrain, dove le due SF90 avevano tutto per vincere mancando però il successo per altri motivi (problema tecnico per Leclerc, errore di guida nel caso di Vettel), ma è sembrata una carezza più o meno maliziosa in riferimento a quanto visto a Baku.

 

È vero che Seb alla fine dei 51 giri della gara è arrivato a 8 secondi da Bottas (la classifica dice 11”739 perché nell’ultimo giro il tedesco ha alzato il piede) ma di fatto non è mai stato in grado di impensierire il tandem di testa.

La Ferrari in qualifica non ha concretizzato quello che il potenziale tecnico gli avrebbe consentito (lo stesso Mattia Binotto ha sottolineato che la pole position era un obiettivo raggiungibile) ma la gara ha detto altro.
“Ci siamo complicati la vita – ha confermato Binotto - partire dietro e dover rimontare, non è l’ideale. Ma non abbiamo avuto il ritmo, anche con Vettel”.

Il gap dalla Mercedes è stato altalenante, con Vettel decisamente più lento del tandem di testa nel primo stint (“dovremo investigare sui motivi”, ha confermato Binotto) e poi in grado di recuperare performance una volta montate le medie.

Bene, ma non benissimo, perché andare a prendere le due Mercedes non è stato possibile, e nelle fasi finali Seb ha dovuto fare i conti anche con i consumi della sua power unit (ma questo è stato un problema affrontato da tutti i piloti in pista).

Ha ragione Binotto nel sottolineare che la squadra si è complicata la vita (ovviamente l’errore di Leclerc è stato l’imprevisto maggiore del weekend) ma non è stata la Ferrari vista in Bahrain. Le prove libere hanno offerto uno scenario che non è stato confermato quando le classifiche contano, ovvero qualifica e soprattutto gara.

Al punto che dopo il Gran Premio c’è chi ha fatto notate a Wolff (che dopo le prove libere aveva battezzato la Ferrari come la macchina da battere) che le sue previsioni sono state ancora una volta smentite.

“Giudico ciò che vedo – ha commentato – e abbiamo visto in più occasioni una Ferrari molto forte sia venerdì che sabato, come qui a Baku. Sono ancora convinto che Charles sia stato il pilota più veloce in pista oggi, ma come accaduto in Bahrain, non hanno messo tutto insieme".

"Capisco che qualcuno possa chiedermi di smettere di dare certi giudizi, visto che abbiamo conquistato la quarta doppietta consecutiva, ma è ciò che davvero pensiamo".

"Siamo convinti che ci siano ancora diverse cose che dobbiamo capire ed ottimizzare, ieri abbiamo fatto un buon lavoro in vista della gara, consci che c’era la possibilità di compromettere un po' la performance in qualifica, e se guardiamo i tempi sul giro vediamo che in alcune fasi di gara Gasly e Verstappen sono stati i più veloci in pista, in altre lo è stato Charles”.

L’unica nota positiva di questo inizio di Mondiale (per chi non guida una Mercedes) è che il team campione del Mondo sta giocando realmente a due punte.

Valtteri Bottas ha confermato anche in Azerbaijan che l’exploit di Melbourne non è stato un caso, e lo ha fatto su una pista molto tecnica che esalta la variabile pilota, riprendendosi il successo sfuggitogli lo scorso anno per una foratura a pochi chilometri dalla bandiera a scacchi.

Hamilton ha accusato il colpo, sintomo che la dice lunga sulla fame di Lewis, e nel dopogara è stato di poche parole, confermando il copione delle giornate che al cinque volte campione del Mondo non vanno giù.

Lewis ci ha provato fino alla bandiera scacchi, senza gettare la spugna se non dopo il traguardo. Ma questo weekend Valtteri ne aveva di più, una situazione che in passato accadeva solo su due o tre piste, mentre il Bottas versione 2019 inizia a non far più caso ai tracciati più o meno amici.

L’alternanza di vincitori permette agli avversari del tandem Mercedes di non essere ancora a distanze proibitive nella classifica del Mondiale (se Hamilton le avesse vinte tutte avrebbe già il doppio dei punti di Vettel) ma analizzando ciò che si è visto nelle prime quattro tappe diventa difficile (oggi) immaginare una corsa per il titolo che includa piloti non al volante della W10.

Per fantasticare su un Mondiale combattuto, con Vettel, Leclerc e Verstappen nella mischia, è necessario una dose di ottimismo notevole, che vuol dire una reazione tecnica da parte di Ferrari e Red Bull che già da Barcellona deve confermarsi micidiale.

Sulla carta c’è tutto il tempo per recuperare, visto che in archivio ci sono solo 4 delle 21 gare in calendario, ma non si può negare che oggi i Gran Premi che arriveranno sembrino più occasioni per incrementare una leadership piuttosto che una chance per ridurre il gap per chi segue.

“Ovviamente la Mercedes al momento si è confermata molto forte – ha concluso Binotto – e sono abbastanza sicuro che lo sarà anche a Barcellona. Ma ora è importante concentrarsi su noi stessi, dobbiamo guardare ai nostri punti deboli ed affrontarli. In Spagna molti team porteranno nuovi pacchetti aerodinamici e sviluppi, quindi aspettiamoci un equilibrio diverso rispetto ai valori in campo che abbiamo visto finora”.

Charles Leclerc, Ferrari SF90
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, secondo, e Sebastian Vettel, Ferrari, terzo, festeggiano sul podio
Sebastian Vettel, Ferrari, terzo, fa i complimenti a Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1, vincitore, al Parco Chiuso
Sebastian Vettel, Ferrari
Charles Leclerc, Ferrari SF90, sotto l'ombrello in griglia di partenza
Charles Leclerc, Ferrari SF90, Lance Stroll, Racing Point RP19 e Alexander Albon, Toro Rosso STR14
Mattia Binotto, Team Principal Ferrari e John Elkann, Presidente del C.d.A. Fiat Chrysler Automobiles
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF90
Charles Leclerc, Ferrari SF90
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, precede Sebastian Vettel, Ferrari SF90
I marshal rimuovono la monoposto incidentata di Charles Leclerc, Ferrari SF90
Sebastian Vettel, Ferrari SF90
I marshal rimuovono la monoposto incidentata di Charles Leclerc, Ferrari SF90
Mattia Binotto, Team Principal Ferrari
Mattia Binotto, Team Principal Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari, ispeziona la monoposto del poleman Valtteri Bottas, Mercedes AMG W10, dopo le Qualifiche
Charles Leclerc, Ferrari
Charles Leclerc, Ferrari SF90
Charles Leclerc, Ferrari SF90
20

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Hamilton loda la Mercedes: "Non ho mai visto la squadra forte come ora"
Articolo successivo Alfa Romeo: al pit stop si è sacrificato Giovinazzi per aiutare Raikkonen

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera