Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera
Commento

La Liberty Media può salvare la Force India dalla guerra civile della Formula 1?

La Liberty Media sta affrontando la sua più grande crisi da quando ha assunto il comando della Formula 1, con tre squadre che stanno bloccando il piano di salvataggio della Force India.

Sergio Perez, Force India VJM11, lotta con Esteban Ocon, Force India VJM11, davanti a Charles Leclerc, Sauber C37, alla partenza della gara

Glenn Dunbar / Motorsport Images

Nonostante tutti gli sforzi che ha fatto finora, la Liberty non è riuscita a convincere Renault, McLaren e Williams a firmare un accordo che avrebbe portato alla Force India la possibilità di accedere a dei capitali che la potrebbero salvare.

In base agli accordi bilaterali tra i team ed i titolari dei diritti commerciali (ancora comunemente definito Patto della Concordia), un team che esce dall'amministrazione controllata (lo stato attuale della Force India) è considerato una nuova entità e può mantenere il premio in denaro spettante al suo precedente assetto societario solo se sono d'accordo tutte le squadre.

Per il momento però Renault, McLaren e Williams si sono rifiutate di accettare un accordo di questo tipo.

In apparenza, questo sembra un gesto di puro opportunismo, volto a dare un calcio ad un rivale in difficoltà. Tuttavia, nel paddock si dice che non ci siano rancore o questioni di soldi dietro a questa situazione, ma la preoccupazione che la Mercedes possa fare della Force India una sua "squadra B".

Il timore è che questo possa aumentare ulteriormente il potere di uno dei principali costruttori del Mondiale, facendo un danno alla Formula 1.

Alcuni all'interno del paddock credono che Ferrari e Mercedes siano andate un po' oltre i loro confini anche nei rapporti con le squadre di seconda linea e che se la Mercedes dovesse svolgere un ruolo centrale nell'acquisizione della Force India, si metterebbe in una posizione di ulteriore dominio in Formula 1.

Esteban Ocon, Force India VJM11, leads Sergio Perez

Esteban Ocon, Force India VJM11, leads Sergio Perez

Photo by: Manuel Goria / Sutton Images

Un problema da 70 milioni di dollari

Le performance in pista della Force India non sono state in linea con i suoi problemi finanziari. Il proprietario Vijay Mallya ha affrontato problemi legali molto ben documentati in India, così come il suo partner finanziario, il Sahara Group.

Un fornitore tecnico ha quindi avviato un'ordinanza di liquidazione contro il team di Silverstone, che potrebbe aver attivato l'insolvenza.

Da qui è arrivato il passaggio attraverso la "rete di sicurezza" dell'amministrazione controllata, che è stata avviata da Sergio Perez. Un giudice dell'Alta Corte di Londra si è pronunciato in tal senso venerdì scorso, dando alla FPR Advisory l'incarico di risolvere le questioni legate ai creditori, ma anche di garantire un futuro alla squadra.

Gli ultimi due team di F1 che sono finiti in amministrazione, la Caterham e la Manor, sono purtroppo falliti, senza riuscire a trovare un compratore credibile. Anche se va detto che la Manor era già nata salvando proprio dall'amministrazione controllata quella che si chiamava Marussia all'inizio del 2015 (e si deve ricordare che proprio la Force India aveva tentato di impedirgli di utilizzare una vettura 2014).

Il valore della Force India, quarta nel Mondiale Costruttori negli ultimi due anni, è molto più alto agli occhi dei potenziali acquirenti.

A meno che la Liberty non riesca ad ottenere l'unanimità da parte dei team, rischia però di perdere i premi Fom per una cifra di circa 70 milioni di dollari. Cifra che vale circa la metà dell'intero budget della squadra per una stagione.

Peggio ancora, il modo in cui viene spartito il montepremi della Formula 1 prevede che un team per avervi accesso deve essersi piazzato tra i primi dieci almeno due volte negli ultimi tre anni. Questo significa che, se le squadre non troveranno un punto d'incontro, la Force India dovrebbe farne a meno almeno fino al 2021.

Si potrebbe pensare che, in quanto proprietario della Formula 1, la Liberty potrebbe gestire i fondi come meglio crede. Ma gli accordi presenti nel Patto della Concordia sono complessi e non consentono alcun margine di manovra, quindi forse l'unica soluzione sarebbe quello di effettuare un pagamento "una tantum" per cercare di colmare questo deficit. Tuttavia, questo costituirebbe un precedente molto pericoloso.

Un insider del Circus ha paragonato le dimensioni di questa crisi al crollo finanziario globale del 2008 ed ha sottolineato che il gigante bancario Lehman Brothers è dovuto arrivare al collasso prima che fosse messo in atto un piano di emergenza che permettesse una ripresa al settore.

A oggi, sembra che Renault, McLaren e Williams siano decise a portare avanti le proprie posizione, con la convinzione che il crollo definitivo di un rivale possa essere un prezzo accettabile da pagare per salvare il sistema.

E' una situazione tutto sommato spiacevole anche per loro, ma per loro si tratta di combattere per difendere il proprio angolo ed evitare di ritrovarsi nella stessa situazione. A complicare tutto, bisogna ricordare che la Williams è un cliente della Mercedes e non è casuale che la scorsa settimana si sia parlato di un accordo più stretto che includerebbe anche la fornitura del cambio oltre che del motore.

Ma la prospettiva della Force India con un legame importante con il costruttore tedesco finirebbe per indebolire la posizione della Williams. Ma è una situazione che apre anche alla possibilità di contrattazione...

Ron Dennis aveva dato il benvenuto ad Eddie Jordan nel "Club dei Piranha" quando era entrato in Formula 1 nel 1991. Nel corso della storia, sono diversi i predatori del paddock infatti che sono stati pronti a "mangiarne" un altro per quello che vedevano come il bene di questo sport.

Questa volta, però, il costo non sarebbe affatto piccolo, perché parliamo di perdere il miglior team di centro gruppo di questa epoca.

La Liberty Media può davvero permettere che accada?

Chase Carey, Chief Executive Officer and Executive Chairman of the Formula One Group with Robert Fearnley, Force India F1 Team Deputy Team Principal

Chase Carey, Chief Executive Officer and Executive Chairman of the Formula One Group with Robert Fearnley, Force India F1 Team Deputy Team Principal

Photo by: Rubio / Sutton Images

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Kubica: "Ho fatto un lavoro aerodinamico importante in ottica 2019. Il mio crono? Non ha senso guardarlo"
Articolo successivo Hamilton: "La Mercedes deve fare in modo di migliorare in qualifica"

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera