La Haas ha la stessa "malattia" della Ferrari: non manda in temperatura le gomme
Gunther Steiner, team principal della squadra americana, spiega che è necessario trovare una soluzione a un problema complesso che riguarda diversi aspetti della VF-19, dalla dinamica del veicolo all'aerodinamica: gli pneumatici hanno una finestra di utilizzo troppo stretta.
Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-19
Glenn Dunbar / Motorsport Images
La Haas , dopo un inizio promettente in Australia, si è persa. In Bahrain e in Cina ha collezionato zero punti e dal quarto posto nel mondiale Costruttori, subito dietro ai tre top team, è scivolata al sesto posto con 8 punti come la McLaren.
Renault e Alfa Romeo si stanno allontanando e nel team americano vogliono capire cosa sta succedendo. Il team principal Gunther Steiner parla come sempre con grande chiarezza…
Haas crede che la sua macchina abbia un problema fondamentale nel non far funzionare correttamente le sue gomme su binari dove ci sono lunghi rettilinei e curve a bassa energia.
"Sulle piste con lunghi rettilinei e curve a bassa velocità non riusciamo mantenere le gomme in temperatura - ha spiegato Steiner - nei test invernali faceva freddo ma a Barcellona riuscivamo a far lavorare le gomme. In Australia, dove la temperatura era più alta, tutto ha funzionato bene per noi, mentre le cose non sono andate come speravamo in Bahrain e in Cina".
A ben guardare la VF-19 accusa problemi simili a quelli della monoposto del Cavallino: la cosa non deve sorprendere visto che la squadra USA da quando è nata può fare affidamento sulla Ferrarina. La SF90 fa fatica a mantenere le gomme nella temperatura della giusta finestra operativa e la Haas si comporta di conseguenza.
Gunther Steiner ha ben chiaro il fatto che la squadra deve trovare una soluzione per superare il problema, altrimenti dovrà affrontare problemi analoghi anche su altre piste più avanti nell'anno. Il fatto è che non è facile trovare una soluzione, perché le difficoltà non dipendono da un solo fattore…
"È una combinazione di tante cose - ha aggiunto l’altoatesino - . In ballo non c’è solo la dinamica del veicolo, ma bisogna guardare anche all’aerodinamica. Una cosa si collega a quell’altra”.
“Per esempio, se guardiamo al cestello dei freni, si capisce che lì dentro succedono molte cose. Quando vai in galleria del vento provi a cercare il warm up delle gomme in un modo o nell’altro: puoi creare un condotto aerodinamico, oppure puntare sul raffreddamento dei freni o sul loro riscaldamento. Ci sono diversi modi di affrontare il problema ma al momento non abbiamo trovato una soluzione”.
"Dopo il Bahrain, siamo rimasti a Shakir per i test e abbiamo capito dove sta il problema della macchina, ma poi non c’è stato il tempo di reagire prima della Cina. Vedremo cosa saremo capaci di fare adesso".
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