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La Ferrari rompe gli equilibri a Silverstone e la Mercedes inizia il piagnisteo

Il successo di Vettel nel GP di Gran Bretagna ha un valore tecnico e psicologico. Hamilton ha accusato il colpo lasciando intendere, proprio come Allison e Wolff, che la botta di Raikkonen possa essere stata intenzionale. Ma bisogna saper perdere.

Sebastian Vettel, Ferrari, festeggia sul podio

Sebastian Vettel, Ferrari, festeggia sul podio

Jerry Andre / Motorsport Images

Il vincitore della gara Sebastian Vettel, Ferrari, festeggia sul podio
Sebastian Vettel, Ferrari, e Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, festeggiano sul podio con lo champagne
Sebastian Vettel, Ferrari, festeggia nel parco chiuso
Sebastian Vettel, Ferrari, festeggia sul podio
Sebastian Vettel, Ferrari, festeggia sul podio
Sebastian Vettel, Ferrari, festeggia nel parco chiuso
Sebastian Vettel, Ferrari, spruzza lo champagne dopo aver vinto la gara
Il vincitore della gara Sebastian Vettel, Ferrari, festeggia nel parco chiuso
Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1, Claudio Albertini, ingegnere Ferrari, Sebastian Vettel, Ferrari e Kimi Raikkonen, Ferrari, festeggiano sul podio
Il vincitore della gara Sebastian Vettel, Ferrari, festeggia nel parco chiuso
Valtteri Bottas, Mercedes-AMG F1 W09 precede Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09, effettua un pit stop
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09, effettua un pit stop
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09

Perdere in casa fa male. La Ferrari lo sa bene, perché lo scorso anno a Monza la sconfitta fu bruciante, ed il Presidente Sergio Marchionne lasciò il paddock brianzolo senza nascondere la sua delusione.

Dieci mesi dopo è arrivata però una clamorosa rivincita, perché nessuno (forse neanche all’interno del box del Cavallino) pensava alla vigilia del weekend di Silverstone che la Ferrari avrebbe portato a casa un bottino di tappa decisamente corposo, grazie alla vittoria di Sebastian Vettel ed al terzo posto di Kimi Raikkonen. Un colpaccio, che assume tanti significati e porta alla luce una realtà con aspetti sorprendenti.

Il primo, emerso subito dopo la bandiera a scacchi del Gran Premio di Gran Bretagna, è che in Mercedes ci sono dei ‘bad losers’, ovvero non tutti nel team campione del Mondo sono preparati ad affrontare le giornate negative con sportività.

Può starci, quando la competizione è tiratissima come in questo Mondiale, ma è probabile che il glorioso ciclo Mercedes (iniziato nel 2014) abbia abituato la squadra a portare a casa sempre il bottino programmato, e a Silverstone oggi non è stato così.

Hamilton ha indubbiamente subito un danno dalla manovra di Kimi Raikkonen subito dopo il via, ed il collegio dei Commissari Sportivi ha giustamente penalizzato il finlandese con dieci secondi, poi scontati al pit-stop. Ma parlare di manovra sconsiderata o volontaria denota una scarsa visione della realtà. In un Mondiale di 21 gare accade anche questo, e lo stesso Vettel era stato colpito da Verstappen nel Gran Premio di Cina senza per questo tirare in ballo complotti o altre fantasie.

Hamilton sostiene di aver perso a causa della speronata subita da Raikkonen, ma non sapremo mai se ha ragione, e i dati non confermano con chiarezza questa convinzione. Quello che è certo è che Lewis si è complicato la vita in partenza, facendo patinare molto le gomme posteriori, e perdendo di conseguenza due posizioni a favore di Vettel e del compagno Bottas. Quando è arrivato alla curva ‘3’ è arrivato il ‘fattaccio’.

“Quello che voglio dire è che in due gare le Ferrari hanno eliminato una Mercedes – ha commentato Hamilton - e che una penalità di cinque o dieci secondi non cambia molto ... alla fine rovina la gara di chi ha colpito. Alla fine questi episodi ci sono costati molti punti a me e Valtteri. Dobbiamo solo lavorare sodo per cercare di posizionarci meglio (in qualifica) in modo da non essere esposti alle macchine Rosse, perché chissà quando succederà ancora. Al via? Sono stato troppo aggressivo e ho perso terreno, poi ho ricevuto un colpetto da chi mi era alle spalle… e questo è tutto”.

Il quadro che emerge è quello di una Mercedes convinta al cento per cento che oggi, senza la speronata subita da Raikkonen, Hamilton avrebbe fatto sua la corsa. Neanche la rimonta dall’ultima alla seconda posizione, decisamente preziosa in ottica campionato, ha mitigato la delusione di Lewis. Ma è una frustrazione che sembra essere figlia delle attese della vigilia, più che della storia della gara odierna.

La Ferrari in questo weekend ha sorpreso, e questo la Mercedes proprio non se lo aspettava. Gli aggiornamenti portati per la SF71H hanno funzionato, forse talmente bene da mettere un po' in crisi (per la prima volta quest’anno) la gestione degli pneumatici.

Nel primo stint Vettel ha spinto molto, e negli ultimi giri la sua gomma soft ha sofferto più rispetto a Bottas che ha ridotto il gap di quasi due secondi. Paradossalmente la gomma a battistrada ridotto (mai amata dalla Ferrari) nella gara di Silverstone è diventata un’alleata della rossa.

Oltre al bottino di tappa, che consolida i primati nelle due classifiche Mondiali di Vettel e della Ferrari, il successo di Silverstone ha detto molto sul potenziale tecnico della SF71H. Lo scorso anno c’erano piste amiche ed altre indigeste, dodici mesi dopo non è più così.

È questa la notizia peggiore ricevuta dalla Mercedes nella gara di casa (anche se il team è ufficialmente tedesco) perché la performance di Silverstone ha concluso le tipologie di piste presenti nel Mondiale, e a Maranello possono dichiararsi soddisfatti del lavoro fatto. Soddisfatto, ovviamente, lo deve essere anche Vettel.

Il mal di collo accusato ieri aveva fatto scattare l’allarme nel box del Cavallino, e anche stamane Seb è stato circondato da medici, trainer ed anche da un amico fisioterapista dei tempi Red Bull. Alla fine a funzionare più dei farmaci è stata l’adrenalina della corsa, perché quando Vettel sente odore d’impresa non sbaglia nulla.

Impeccabile al via, preciso nel primo stint ed anche molto calmo quando con le gomme medie Bottas si è fatto sotto arrivando a due secondi prima dell’incidente di Ericsson. L’entrata in pista della safety car non ha colto impreparato il muretto Ferrari, che ha subito richiamato entrambi i piloti ai box per un secondo cambio gomme utilizzando i set di soft nuovi risparmiati in qualifica (la Mercedes ne aveva solo di usate).

Il muretto del Cavallino ha agito in modo indipendente, perché Vettel non poteva sapere cosa avrebbero deciso di fare alle sue spalle, mentre la Mercedes ha scelto l’unica via possibile per puntare alla vittoria, differenziare la strategia rispetto alla Ferrari, opzione che non ha pagato.

Seb non ha avuto paura di dover passare Bottas in pista, e grazie anche alle soft nuove (contro le medie usate del finlandese) lo ha fulminato a cinque giri dal termine volando verso il quarto successo stagionale e chiudendo al meglio il trittico di gare iniziato al Paul Ricard.

Doveva essere il tris del rilancio Mercedes, ma il bilancio del tour de force vede Vettel a 50 punti, Raikkonen e 48 ed Hamilton a quota 43, con un 98 a 61 della Ferrari e favore sulla Mercedes, terza dietro anche la Red Bull a quota 63. Non sembra essere solo questione di incidenti, e lo sanno bene anche in Mercedes.

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