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La Ferrari risorge e la Mercedes sbaglia sul fronte tecnico e strategico

Kimi Raikkonen, perfetto nel tutelare le gomme della Rossa, riporta al successo la Ferrari che ritrova lo smalto perduto, mentre Lewis Hamilton arranca con la freccia d'argento in serie difficoltà per il blistering. Eccellente la corsa di Verstappen secondo da diciottesimo.

Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H, festeggia sul podio con Max Verstappen, Red Bull Racing, e Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+, dopo aver vinto la gara

Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H, festeggia sul podio con Max Verstappen, Red Bull Racing, e Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+, dopo aver vinto la gara

Sam Bloxham / Motorsport Images

Il vincitore della gara Kimi Raikkonen, Ferrari, festeggia sul podio
Kimi Raikkonen, Ferrari, festeggia sul podio
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H, salta fuori dall'auto e festeggia la vittoria della gara ne Parc Ferme
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H, festeggia nel parco chiuso dopo aver vinto la gara
Tabella per Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1 W09, pit stop
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 e Toto Wolff, Direttore del Motorsport, Mercedes AMG F1 , festeggiano la Pole Position
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, festeggia sul podio
(Da sx a dx): Max Verstappen, Red Bull Racing, Kimi Raikkonen, Ferrari e Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, in conferenza stampa
Max Verstappen, Red Bull Racing, festeggia sul podio
Max Verstappen, Red Bull Racing
I meccanici ispezionano la monoposto di Max Verstappen, Red Bull Racing RB14, in pit lane, durante le Qualifiche
Max Verstappen, Red Bull Racing RB14

Alla vigilia del Gran Premio degli Stati Uniti le squadre erano in allarme sul fronte gomme. La mancanza dei riferimenti che gli ingegneri raccolgono abitualmente nelle prove del venerdì (riscontri mancati ad Austin causa pioggia) non ha consentito di preparare set up e strategie con i dati solitamente a disposizione.

L’allarme si è confermato giustificato, perché i 56 giri di Austin hanno confermato che non tutti sono riusciti ad indovinare le scelte. Ad andare in confusione questa volta è stata la Mercedes, che ha confermato un errore sul fronte tecnico ed uno strategico.

Dopo aver perso la prima posizione al via, Hamilton si è comunque mantenuto in un’ottima posizione per puntare al successo. Lewis è rimasto attaccato a Kimi Raikkonen, ma con il ferrarista destinato a fermarsi prima ai box essendo partito con le ultrasoft, più morbide delle supersoft montate della Mercedes.    

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Quando la direzione gara ha imposto il regime di virtual safety car, causato dallo stop della monoposto di Ricciardo a bordo pista, il box Mercedes ha chiesto ad Hamilton di differenziare la strategia rispetto a Raikkonen: “Se Kimi si ferma prosegui, se lui va avanti entra ai box”, è stata la comunicazione del muretto.

Il ferrarista è rimasto in pista, ed Hamilton è entrato in pit-lane, montando un set di soft al giro numero 11. Tornato in pista Lewis ha spinto molto, e questo è stato un passaggio fondamentale per l’esito della gara. Hamilton ha dovuto forzare molto nei giri iniziali, poiché il piano della sosta singola era stato variato in due pit-stop. Era quindi fondamentale per Lewis recuperare il tempo perso nei confronti di Raikkonen, e successivamente garantirsi un margine necessario per poter effettuare la seconda sosta in tranquillità. Ma forzando il ritmo, dopo dieci giri le gomme posteriori hanno iniziato a surriscaldarsi, ed il blister è diventato sempre più evidente.

Una situazione identica a quella vista a Monza sulla Ferrari di Raikkonen, che concluse il Gran Premio d’Italia con delle gomme distrutte. Nel caso di Hamilton era impensabile pensare di terminare la corsa senza un secondo pit, operazione che ha completato a diciannove giri dal termine. Tornato in pista Lewis nelle prime due tornate non ha spinto come nello stint precedente, ma ormai era tardi per poter arrivare con slancio sul tandem di testa.

Oltre al ritmo forzato a cui è stato costretto Hamilton, a mandare in crisi le gomme posteriori della Mercedes è stato anche un setup non ideale. La mancanza di riferimenti è stata cruciale per le scelte del team campione del Mondo, ed anche l’aumento della temperatura della pista tra sabato e domenica (l’asfalto è passato da 20 a 31 gradi) ha influito sulla gestione degli pneumatici.

La conferma è arrivata da Valtteri Bottas, che ha completato la corsa ad un ritmo decisamente lento a causa dell’evidente blister sulle gomme posteriori. “Capita anche a noi di non fare delle scelte corrette”, ha commentato Hamilton, facendo intendere che in questa occasione la Mercedes non ha saputo sfruttare il potenziale a disposizione.

Kimi e Verstappen, i maghi delle gomme.

Riscontri opposti sono invece arrivati dai due piloti saliti sui gradini più alti del podio di Austin. Raikkonen ha messo le basi per il suo ritorno alla vittoria nel primo stint di gara. Dopo la partenza perfetta che gli ha consentito di sopravanzare il poleman Hamilton, Kimi è riuscito a completare ben 21 giri di gara con le ultrasoft, girando su buoni tempi e gestendo al meglio il degrado.

La SF71H in versione ‘estiva’ ha confermato i riscontri della prima metà di stagione, ovvero una gestione perfetta degli pneumatici che Raikkonen ha dimostrato anche nel secondo stint di gara, in cui ha coperto 35 giri con il set di soft riuscendo, nel tiratissimo finale, ad abbassare notevolmente i suoi tempi.

Una gestione perfetta è stata anche quella confermata dalla Red Bull, con un Max Verstappen eccezionale che ha raccolto una seconda posizione decisamente sorprendente. “Avevamo pianificato una strategia a due soste”, ha confermato dopo la corsa Christian Horner, un piano diventato chiaro quando la squadra ha richiamato ai box l’olandese al giro 22 nonostante fosse partito con le soft. La strategia prevedeva di montare le supersoft per altri venti giri e di completare il terzo stint con un set di ultrasoft.

Ma già dopo i primi dieci giri con le supersoft, Verstappen ha comunicato che il feeling con le gomme ‘rosse’ era “decisamente migliore rispetto al set precedente”, ed in effetti la guida pulita dell’olandese ha allungato molto la vita degli pneumatici nonostante il ritmo fosse molto sostenuto. Il box della Red Bull si è così convinto a rivedere i piani, valutando che sarebbe stato possibile arrivare fino alla bandiera a scacchi senza perdere performance, come poi confermato dall’ottimo finale di Max, che alla fine ha completato uno stint di ben 34 giri.

“La sua è stata una gara eccezionale – ha confermato Horner – doveva recuperare terreno dalla diciottesima posizione e lo ha fatto decisamente bene, e allo stesso tempo ha gestito le gomme in modo fantastico. Credo che fosse impossibile fare anche solo un pizzico in più di quanto è riuscito a fare oggi. Una gara fantastica”. 

 

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