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Analisi

La F1 futura con motori ibridi V8 di 3,5 litri a idrogeno?

Musica maestro! La F1 potrebbe tornare a propulsori aspirati capaci di restituire le sonorità dimenticate, per passare a un carburante ecologico come l'idrogeno. L'abolizione del turbo e della MGU-H dovrebbe permettere costi che scenderebbero a un quinto di quelli attuali. La ricerca finalizzata al futuro potrebbe spingere delle Case a entrare nei GP, facendo diventare la F1 il manifesto di un'automotive che cerca un'alternativa sostenibile all'elettrico.

Il motore Ford Cosworth HB Serie VII di una McLaren MP4/8

Il motore Ford Cosworth HB Serie VII di una McLaren MP4/8

Sutton Motorsport Images

La Formula 1 sta delineando qual sarà lo scenario del suo futuro. Cerca il congelamento delle attuali power unit per avere il tempo di disegnare il motore secondo alcuni punti cardine che sono stati elencati come sintesi della F1 Commission:

  • Sostenibilità ambientale e rilevanza sociale ed automobilistica
  • Carburante completamente sostenibile
  • La Power Unit deve essere potente, innovativa ed emozionate.
  • Significativa riduzione dei costi
  • Il progetto deve essere incentivante nei confronti di nuove Case interessate alla F1.

Cinque punti che, almeno per il momento, non rendono ancora l’idea di quale sarà l’orientamento della Formula 1. E, allora, proviamo a fare un po’ di chiarezza: se vi dicessimo che Stefano Domenicali e gli addetti ai lavori del Circus stanno lavorando a un motore ibrido con caratteristiche tecniche molto diverse dalle power unit di oggi? Per ora è solo un'idea, ma indica che la strada è giusta.

Stiamo parlando di un aspirato di 8 cilindri a V con una cilindrata di 3,5 litri che sarà in grado di recuperare tanto l’energia cinetica in frenata che quella che andrebbe dispersa nel calore degli scarichi. L’idea è di proporre un propulsore che sia capace di arrivare a una potenza combinata (endotermico + ibrido) di circa mille cavalli come le power unit di oggi.

Vorrebbe dire restituire alla F1 motori con una sonorità d’altri tempi, perché capaci di girare a regimi di almeno 18 mila giri. I “passatisti”, quindi, non troveranno motivi per bocciare una linea tecnica che nasce mossa da altre esigenze che non sono certo il rumore.

La prima indicazione è ridurre i costi: l’uso di un aspirato di nuova concezione dovrebbe consentire un risparmio di cinque volte rispetto alle spese di oggi. Un salto mostruoso che potrebbe incentivare alcuni Costruttori a entrare in Formula 1.

Ma la leva che potrebbe spingere le Case a investire in un motore che abiura il downsizing dei motori è il carburante: le monoposto del futuro potrebbero essere spinte a idrogeno, un combustibile che è la vera alternativa all’elettrico puro. La F1, quindi, potrebbe diventare il manifesto dell’Automotive che difende il propulsore endotermico che, altrimenti, sarebbe condannato a morte.

Quella dell’idrogeno sarebbe un’alimentazione pulita che andrebbe nella direzione della decarbonizzazione della F1, senza ricusare il suo DNA, le proprie radici. E per sfruttare un carburante che non ha le stesse caratteristiche della benzina con un minore potere calorico è necessario tornare a propulsori con una cilindrata molto generosa, riproponendo una cilindrata che è stata protagonista nei GP dal 1989 al 1994.

La Formula 1, quindi, diventerebbe la rappresentazione del “nuovo” che il mondo dell’auto sta cercando come alternativa all’elettrico, nella consapevolezza che la transizione al full-electric sarà più lunga di quanto era stata pensata. E questo orientamento del Circus ovviamente sarà spinto dall’industria che si trova nella condizione di trovare una soluzione per salvare migliaia di posti di lavoro nell’automotive e nel suo indotto.

Stefano Domenicali ha preso le redini della Formula 1 nel momento più difficile, ma ha la grande occasione per rilanciare la funzione delle corse nel mondo dell’auto, proponendo soluzioni che potranno avere un’immediata ricaduta sul prodotto di serie.

Gli investimenti delle Casa destinati alla ricerca potrebbero essere orientati verso la realizzazione di motori innovativi a basso costo, sfruttando nel contempo l’enorme visibilità mondiale che una piattaforma di comunicazione come quella della F1 è in grado di assicurare.

E magari sarà da pensare una fase di transizione nella quale le attuali power unit potrebbero essere utilizzate in parallelo con le nuove motorizzazioni, cercando un bilanciamento delle prestazioni. Dopo gli esperimenti che saranno fatti in questi anni (con la portata istantanea della benzina e l’uscita della potenza elettrica differenziata per Costruttore), dovrebbe diventare un gioco per ragazzi…

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