La colonna di Massa: "Penso già a Interlagos per l'ultimo GP nel mio paese!"

I due punti del nono posto finale è stati il premio arrivato al termine di un Gran Premio del Messico molto impegnativo. Sia per me che per il team ogni piazzamento in zona punti è preziosissimo, visto che il confronto con la Force India per la quarta posizione nella Classifica riservata ai Costruttori è destinato a concludersi solo sotto la bandiera a scacchi di Abu Dhabi. Ci separano solo nove punti, quindi in tutta questa fase finale di stagione non possiamo permetterci il minimo errore.

La mia gara è iniziata con una buona partenza, e nel corso del primo giro sono riuscito a passare Bottas in uscita da curva “1” e Vettel alla staccata della curva “5”, portandomi in sesta posizione. Un avvio molto buono, ma poi sono arrivate delle difficoltà. Dopo quattordici giri sono passato dalle gomme supersoft montate al via, alle medie. Una volta tornato in pista ho faticato molto prima di trovare un buon grip.

Che battaglia con Perez finchè le gomme...

Per oltre dieci giri non avevo una buona trazione, ed avevo Perez alle mie spalle che mi seguiva da vicino. Sapevo che al minimo errore mi avrebbe passato, ma sono rimasto molto concentrato, e dopo una decina di giri finalmente le gomme sono migliorate ed ho potuto controllare la situazione con meno difficoltà. Era molto importante tenere alla mie spalle una Force India, e ci sono riuscito fino alla bandiera a scacchi.

Nel weekend di Città del Messico ha destato molta curiosità anche il nuovo record di velocità ottenuto in gara. Il mio migliore rilevamento è stato di 371,5 km/h, ma il mio compagno di squadra Bottas è stato più veloce di 0.8 km/h… usando la mia scia! Questi rilevamenti hanno suscitato molta curiosità tra gli appassionati, e mi hanno chiesto cosa prova un pilota quando arriva a toccare certi limiti.

Il record di velocità? Fa notizia per le statistiche!

Se devo rispondere sinceramente devo dirvi che un pilota si rende conto di essere veloce, ovviamente, ma essere a 350 o 370 km/h in termini di sensazioni fa poca differenza. Siamo abituati alla velocità, ed anche se tutto corre molto velocemente, la notizia di un nuovo record fa più notizia per gli amanti delle statistiche piuttosto che per chi è al volante.

Dopo il Gran Premio del Messico ho fatto rotta direttamente su San Paolo. La vigilia della mia gara di casa è sempre molto particolare, ma quest’anno lo è ancora di più. Sarà il mio ultimo Gran Premio del Brasile, e sono certo che diventerà una delle gare più speciali della mia carriera.

Ad Interlagos ho mosso i miei primi passi con un casco in testa, ed è il luogo in cui sono riuscito ad avverare il mio sogno più grande: vincere la gara di casa. Tutti i piloti sperano un giorno di poter vincere la loro gara di casa, ma forse i brasiliani un po’ di più.

Vincere in casa è una gioia incredibile!

E’ una gioia incredibile, e ho avuto la fortuna di provarla ben due volte, quasi tre. Sapere che tra qualche giorno disputerò l’ultimo Gran Premio nel mio paese, davanti ad un pubblico straordinario e caldo come pochi altri al mondo… beh, rende questa vigilia molto particolare, e non vedo l’ora di essere in pista!

C’è ovviamente anche un aspetto tecnico, e su questo fronte non credo che ad Interlagos vedremo dei valori in campo differenti rispetto alle ultime gare. Ci sarà da stringere i denti, e proveremo a portare a casa un risultato anche migliore del possibile.

Se c’è un posto in cui posso sperare in qualcosa in più, questo è Interlagos. Non mancherà la spinta del pubblico, così come le motivazioni a lasciare un ultimo bel ricorso ai miei tifosi brasiliani. Mi sto preparando ad un weekend che, sono certo, non scorderò mai.