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L'Alfa Romeo Sauber prende punti grazie alla notte magica di Ericsson

Lo svedese con il nono posto nel GP del Bahrain regala la prima soddisfazione alla squadra svizzera e al marchio del Biscione. Marcus ha penalizzato le qualifiche pensando alla gara con la C37 che ambisce alle piazze di centro gruppo.

Marcus Ericsson, Sauber C37 Ferrari

Glenn Dunbar / Motorsport Images

Marcus Ericsson, Sauber parla con i media
Marcus Ericsson, Sauber C37
Pit board for Marcus Ericsson, Sauber C37
Marcus Ericsson, Sauber festeggia alla fine della gara
Marcus Ericsson, Sauber C37
Marcus Ericsson, Sauber parla con i media
Marcus Ericsson, Sauber C37
Marcus Ericsson, Sauber C37 Ferrari
Marcus Ericsson, Sauber C37
Marcus Ericsson, Sauber C37
Charles Leclerc, Sauber C37 Ferrari, effettua un pit stop
Charles Leclerc, Sauber
Charles Leclerc, Sauber e Marcus Ericsson, Sauber alla sessione autografi

L’Alfa Romeo Sauber ha dovuto aspettare solo il secondo Gran Premio della stagione 2018 per conquistare i primi due punti iridati nel Mondiale Costruttori. Molti avrebbero scommesso che a riportare il marchio del Biscione nella classifiche di Formula 1 sarebbe stato Charles Leclerc, il campione di Formula 2 promosso con pieno merito nel Circus.

Il giovane pilota della FDA ha avuto un avvio piuttosto guardingo con la C37 e il merito del nono posto in Bahrain va riconosciuto interamente a Marcus Ericsson. Lo svedese è un pilota sottostimato: non sarà un campione, ma è indiscutibilmente un pilota che ha saputo in certe occasioni mettere in difficoltà i compagni di squadra più blasonati come Felipe Nasr, Pascal Wehrlein e ora Charles Leclerc.

L’arrivo di Fredric Vasseur al vertice dell’Alfa Romeo Sauber ha cambiato il rapporto fra Marcus Ericsson e la Formula 1. Il pilota svedese ha trovato nel manager francese un capo che non lo ha considerato solo un pilota pagante, ma ha cercato di valorizzarne il talento che è sempre rimasto un po’ nascosto.

Non a caso l’atteggiamento di Marcus è cambiato da metà della scorsa stagione, quando ha capito che regalava qualche decimo di secondo al giro per quei cinque chili di peso in più che pagava nei confronti di Pascal Wehrlein.

Il biondo nordico si è messo a dieta ferrea, ma non sembra anoressico come altri colleghi che sono stati “costretti” a dimagrire per compensare l’aumento di peso della monoposto con l’Halo. Anzi, il vichingo ha intensificato la preparazione psico-fisica dal dottor Ceccarelli a Formula Medicine, facendo un clic mentale di consapevolezza nei propri mezzi.

E con l’arrivo di uno sponsor importante come l’Alfa Romeo, Marcus ha scoperto anche una certa notorietà che in Sauber non aveva mai avuto negli anni scorsi. Schivo, se non timido, Ericsson sembra uscito dalla sua corazza.

E ha mostrato gli attributi: in qualifica ha siglato un due a zero su Leclerc, mentre in gara dopo il repentino ritiro a Melbourne, ha centrato il nono posto in Bahrain che sono valsi due punti iridati molto importanti per la crescita della squadra svizzera, più che mai decisa a lasciare l’ultima fila dello schieramento.

Il nono posto di Ericsson non è un piazzamento rosicchiato a fine gara per le disgrazie altrui, ma è stato un risultato conseguito con freddezza e determinazione, rinunciando a qualcosa anche durante la qualifica.

“Sapevo di avere una possibilità per fare bene, ma non dovevo commettere errori. Abbiamo rinunciato a fare una macchina per il giro secco, concentrandoci di più sulla gara. Questo è il motivo per cui non sono uscito dalla Q1 sebbene la C37 avesse il potenziale per farlo, ma sapevo che avrei avuto un buon approccio nel GP, anche se scattavo 17esimo e, quindi, lontano dalla zona punti”.

“Ho fatto una buona partenza e un primo giro nel quale ha fatto dei sorpassi che mi ha messo nella condizione di puntare da subito a una strategia di una sola sosta”.

Scattato con le gomme Soft si è fermato al 23esimo giro per montare le Medium, vale a dire le più dure della Pirelli a disposizione a Sakhir e con queste è arrivato fino al traguardo dimostrando di riuscire a mantenere un buon passo senza mettere in crisi gli pneumatici.

“La macchina sta crescendo, mentre a Melbourne non mi era piaciuta. Spero che si possa fare bene anche in Cina nel prossimo fine settimana, confermandoci nel gruppo di metà griglia. Il risultato di domenica ci ha dato una grande spinta, ma è arrivata una giusta ricompensa per il duro lavoro svolto dalla squadra durante l'inverno. E ora cominciamo a raccogliere qualche frutto…”.

Charles Leclerc, invece, deve ancora prendere le misure alla F.1: c’è chi vorrebbe che rifilasse mezzo secondo ogni volta a Ericsson per meritar il posto di Kimi Raikkonen sulla Rossa del 2019.

Sul ragazzo monegasco, che è un talento indiscutibile, si è messa una pressione esagerata: il pupillo di Nicolas Todt ha bisogno di fare le sue esperienze (e i suoi errori) per entrare in confidenza con il Circus: una spiattellata nelle prime fasi di gara ha costretto Charles a fare la prima parte della corsa con forti vibrazioni all’anteriore, ma alla fine si è arrampicato al 12esimo posto che è già meglio del 13esimo di Melbourne. Avrà tempo per stupirci…

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