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Kubica: "In mattinata avevo molti dubbi, poi la giornata è cambiata..."

Robert al debutto con la Renault R.S.17 ha percorso 142 giri durante la seconda sessione di test all'Hungaroring: "E' stata una giornata importante per me, peccato che non sia riuscito a fare una qualifica per le bandiere rosse".

Robert Kubica, Renault Sport F1 Team RS17

Robert Kubica, Renault Sport F1 Team RS17

Sutton Motorsport Images

Robert Kubica, Renault Sport F1 Team RS17
Robert Kubica, Renault Sport F1 Team RS17
Robert Kubica, Renault Sport F1 Team RS17
Robert Kubica, Renault Sport F1 Team RS17
Tifosi di Robert Kubica, Renault Sport F1 Team RS17
Robert Kubica, Renault Sport F1 Team RS17
Robert Kubica, Renault Sport F1 Team and Alan Permane, Renault Sport F1 Team Race Engineer

Lo sport a volte esalta la vita, e la vita a volte esalta lo sport. Le due cose si sono fuse oggi sul circuito dell'Hungaroring, in quella che sulla carta era ‘solo’ una giornata di test, l’ultima prima della fine del Mondiale di Formula 1 2017.

Che non fosse una giornata normale lo si è capito subito, arrivando all’ingresso del circuito. Striscioni ovunque, e un solo nome “Kubica”. L’ondata di tifosi polacchi si è posizionata davanti al box della Renault, in attesa di vedere il loro beniamino.

“Ed io ho iniziato con una bella ca…ta”, ha commentato Robert, che uscendo dai box ha toccato con la ruota posteriore destra il telaio della saracinesca facendo cadere il cartello con il nome “Nico Hulkenberg” posto sopra la postazione. E’ stata l’unica sbavatura di una giornata lunga ed intensa, conclusa con 142 giri all’attivo e il quarto tempo assoluto.

Un’altalena di emozioni, con un inizio forse meno semplice del previsto ed un pomeriggio i cui Kubica è tornato a godersi la guida di una monoposto di Formula 1.

Dopo 142 giri al volante di una monoposto decisamente impegnativa e 40 gradi di temperatura, credi di aver raggiunto gli obiettivi che ti eri prefissato?
“E’ stata una giornata impegnativa, per me è stato un banco di prova. Sapevo che le monoposto 2017 sono molto più esigenti sul fronte della guida, quindi ero pronto a qualcosa di più difficile rispetto alla vettura 2012 che avevo guidato in precedenza. Un minimo di dubbi c’era, ma ho trovato le risposte che cercavo. Non è stato facile, ma è stata una giornata che è stata una lezione di guida e di vita”.

Cosa ti ha sorpreso di questa monoposto?
“Rispetto a quanto ho guidato in precedenza non c’è niente di uguale su questa monoposto ad eccezione del volante, anzi, anche il display è cambiato. Sul fronte tecnico è tutto nuovo, ed anche lo stile di guida è richiesto di adattarsi in modo differente. E’ stata una giornata impegnativa sul fronte delle novità, tante cose da scoprire ed imparare”.

Prova superata?
“A mezzogiorno quando mi sono fermato avevo molti dubbi, poi nel pomeriggio nel primo ‘run’ la giornata è cambiata. E’ stato il momento più importante del test, ho capito che i supereroi non esistono, ma che passo dopo passo usando la testa si possono risolvere molte cose. Non ho migliorato la guida, ma ho rivalutato tutte le cose nuove che ho dovuto gestire, dandogli una priorità. Ho analizzato i dati del mattino, e sono partito in modo più naturale, senza forzature. E’ stato un buon pomeriggio, una bella giornata. Ho la sensazione che quando analizzerò tutto con maggiore freddezza mi sembrerà tutto ancora più bello di quanto mi sembri ora”.

Come è andata sul fronte della tenuta fisica?
“L’Hungaroring è una pista difficile, una delle più esigenti per il fisico. Nico Hulkenberg alla vigilia del test ha detto che se si riesce a guidare qui, probabilmente si può farlo ovunque. È stato un lavoro duro, e credo che la maggior parte dei piloti in pista oggi non hanno avuto vita facile. Alla fine ho percorso più di 140 giri, e sento che potrei guidare anche domani, quindi sono contento. Ci sono aspetti migliorabili, ma quello credo sia normale, è sempre così. Se qualcuno mi avesse detto tre mesi fa che sarei stato in grado di venire su questa pista coprendo 140 giri, non credo che ci avrei creduto”.

Nel 2006 eri arrivato in pista per il tuo primo Gran Premio di Formula 1, stamane, undici anni dopo, per un test dal significato molto speciale per la tua storia umana e professionale. Cosa è cambiato?
“Due momenti diversi, difficili da paragonare. Nel 2006 è arrivato in pista un giovane con una voglia matta, con poca esperienza ma allo stesso tempo con un quadro ben chiaro su ciò che lo attendeva, avevo ho fatto molti test, ero preparato. Oggi sono entrato nel box con molte conoscenze in più su alcuni fronti, ma ad attendermi c’era una monoposto sconosciuta, mai guidata prima. E con tutti gli occhi puntati addosso… ma è stata una giornata intensa. Molto intensa”.

Cosa è mancato?
“Non sono riuscito a fare la simulazione di qualifica con le gomme ultrasoft a causa delle bandiere rosse finali, peccato”.

Hai avuto difficoltà nella gestione dei comandi sul volante?
“No, nessun problema”.

L’opportunità che ti ha dato la Renault è l’unica che hai ricevuto dal 2011?
“Un paio di anni fa mi è stata offerta una chance simile, ma avevo priorità diverse, e credo che rifiutare quell’offerta sia stata la scelta giusta”.

Cosa è cambiato da quel giorno?
“Negli ultimi 6 anni ho attraversato diversi periodi della mia vita dedicati principalmente ai miei problemi fisici, quindi naturalmente c'era altro nella mia testa, e credo sia comprensibile. La chance che ho avuto oggi mi ha insegnato che tutto può succedere, negli ultimi quattro mesi dono accadute tante cose, ho migliorato molto e sono andato avanti con la preparazione fisica come mai avevo fatto prima”.

Oggi abbiamo visto un pubblico incredibile incitarti con un tifo da stadio.
“Bellissimo, non mi aspettavo una cosa del genere. Ci sono tanti appassionati, e probabilmente c’è tanta gente che ci crede”.

E tu ci credi?
“Domani torno a casa, poi vedremo”.

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