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Kubica: "Al rientro in F1 ho sempre creduto, ho dimostrato che nulla è impossibile"

Il pilota polacco racconta quali sono le motivazioni che lo hanno portato a rientrare nel mondo dei GP otto anni dopo il drammatico incidente nella Ronde di Andora. Robert è convinto di contribuire alla rinascita della Williams che ha avuto il coraggio di credere in lui.

Claire Williams, Vice Team Principal, Williams Racing, annuncia Robert Kubica, Williams Racing, per il 2019

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Robert Kubica, Williams Racing, parla con la stampa
Claire Williams, Vice Team Principal, Williams Racing, annuncia Robert Kubica, Williams Racing, per il 2019
Robert Kubica, Williams Racing, parla con la stampa
Claire Williams, Vice Team Principal, Williams Racing, annuncia Robert Kubica, Williams Racing, per il 2019
Robert Kubica, Williams
Robert Kubica, Williams FW41
Robert Kubica, Williams FW41
Robert Kubica, Williams FW41, con vernice aerodinamica sull'intera monoposto
Robert Kubica, Williams FW41, con vernice aerodinamica sull'intera monoposto
Robert Kubica, Williams FW41
Robert Kubica, Williams FW41
Tifosi con striscioni per Robert Kubica, Williams
Tifosi di Robert Kubica, Williams Martini Racing
Robert Kubica, Williams Martini Racing
Robert Kubica, Williams Martini Racing, si cala nell'abitacolo della sua monoposto

“Si, è un momento molto emozionante perché ripenso a tutto il lavoro che lo ha reso possibile. Sono felice di essere tra i venti piloti che il prossimo marzo saranno al via del Gran Premio d’Australia, e devo ringraziare Clarie, Frank e tutta la Williams per questa opportunità”.

Robert Kubica ha riportato sulla Williams un’attenzione mediatica che mancava da tempo alla squadra inglese, e non avrebbe potuto essere diversamente trattandosi di uno dei ‘comeback’ più clamorosi nella storia del motorsport.

La fase 1 è completata, il trentatreenne polacco sarà nuovamente al via di un Gran Premio di Formula 1, tra meno di quattro mesi. Mancava l’ufficialità, ed è arrivata oggi ad Abu Dhabi. 

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Kubica ha risposto alle domande di rito, con un concetto su tutti gli altri: si sente pronto ad una sfida che è di per sé già difficile per tutti, e lo sarà ancora di più per un pilota con dei limiti motori ad un braccio. Ma se ci crede lui, forse è davvero possibile.

Credi di aver completato una buona progressione da quando sei tornato in monoposto?
“L'anno scorso eravamo abbastanza vicini ma non tutto si è incastrato nel modo giusto. Molte persone hanno letto l’accaduto come una mia sconfitta, ma onestamente oggi posso dire che questa stagione è stata molto utile. Ho avuto l’opportunità di lavorare con il team e guidare la monoposto. Capisco che c’è mi ricorda al volante di una Formula 1, ma quando sono venuto qui ad Abu Dhabi lo scorso anno per il test con la Williams era la seconda volta che provavo una vettura di Formula 1 di questa generazione".

"Il 2018 mi ha offerto l’opportunità di capire di più queste vetture dal punto di vista tecnico, e allo stesso tempo di familiarizzare con il sistema di lavoro del team. Quando sei un pilota sei giustamente concentrato sul tuo lavoro e le cose che vedi sono limitate alle tue esigenze dirette, mentre in questa stagione sono stato parte attiva del team senza gareggiare, quindi ho potuto vedere altri aspetti".

"È stato molto utile, non ovviamente nell’ottica della guida, ma dal punto di vista del lavoro di gruppo e su cosa serve per provare ad andare meglio. Questo è il motivo per cui non vedo l'ora di essere in pista, mi sento pronto a lavorare con il team e con George per riportare la Williams dove deve essere”.

Sarai in pista domani in FP1 e nei test della prossima settimana. È un assaggio di 2019?
“La prova di domani era stata pianificata da tempo, fa parte delle attività concordate ad inizio anno e non ha nulla a che fare con il 2019. Non è il momento di pensare ad ambizioni, bisogna lavorare per il futuro, abbiamo già fatto una breve chiacchierata su cosa faremo domani e nei test".

"Domani non mi aspetto tempi importanti, non siamo qui per questo. La Formula 1 è cambiata rispetto a quando l’ho lasciata anni fa, non ci sono più test, le prove sono molto limitate quindi bisogna usare le sessioni FP1 per provare modifiche e nuove componenti. La prossima settimana scopriremo gli pneumatici Pirelli 2019, un test molto importante in quanto le gomme sono cruciali in questa Formula 1. Cercheremo di sfruttare i due giorni insieme al team e a George per capire il più possibile”.

Quali sono le tue aspettative all’inizio di questo nuovo ciclo della tua carriera? Credi che potrai tornare ad essere ciò che sei stato?
“È una buona domanda. Ho molta esperienza con le corse, in Formula 1 e non solo, e credo di sapere cosa serve per essere un buon pilota di F1. Non ho paura, so che la sfida che ho davanti richiede lavoro e dedizione, e mi sento pronto. Da un punto di vista tecnico avremo a disposizione il prossimo test e le prove pre-campionato del prossimo mese di febbraio, quindi credo che ci sia il tempo necessario per essere pronti in Australia".

"Non saranno tanto questi test di Abu Dhabi ad essere importanti, visto che mi vado a confrontare con piloti che hanno già disputato un’intera stagione di gare, quanto le prove del prossimo anno a Barcellona, quando partiremo sotto alcuni aspetti tutti da zero. Ripeto: non mi spaventa essere rimasto fuori dal giro otto anni, se faccio bene il mio lavoro alla fine tutti saranno contenti”.

Sei consapevole del modo in cui le persone vedono ciò che hai raggiunto?
“Dal punto di vista umano capisco che è una storia in cui probabilmente nessuno ha mai creduto, probabilmente l'unico che non ha mai mollato sono stato io e le poche persone a me vicine. Temevamo comunque che sarebbe stata essere qualcosa di non realizzabile, ma visto che invece siamo qui a dimostrare il contrario, direi che abbiamo dimostrato che in qualche modo nulla è impossibile".

"Dal punto di vista della guida le risposte arriveranno tra qualche mese, ma se non fossi abbastanza certo di farcela, non sarei qui. Capisco che sia normale avere dei dubbi sulla possibilità di guidare una Formula 1 con i miei limiti, so che è difficile da credere, ma la Williams ha avuto modo di avere le sue risposte nell’arco dell’ultimo anno. Io ho iniziato ad avere le risposte che cercavo quando ho provato la Formula 1 a Valencia lo scorso anno, mi sono reso conto che posso farlo”.

Credi di poter gestire anche le situazioni critiche come ad esempio le correzioni molto veloci che richiede la guida sul bagnato?
“Non c'è motivo per cui non dovrei esserne in grado. Chi conosce il mondo dei rally può facilmente avere la risposta guardando i filmati on-board e vedendo ciò che ho fatto, credo che si possa avere una visione chiara. La maggior parte delle persone non ha compreso davvero perché mi sia dedicato ai rally, è un argomento complesso e non ha senso parlarne ora, ma una delle ragioni era riuscire a capire quali dei miei limiti avrei potuto superare. Alcuni di queste risposte sono valide al di là della vettura che si guida, valgono per ogni categoria”.

Quando hai capito che la chance Williams avrebbe potuto concretizzarsi?
“Da parte mia ho iniziato ad essere fiducioso alla fine dello scorso anno, ma capisco molto bene che chi ti deve dare una chance si ponga dei dubbi. Anche io se fossi responsabile di un team avrei dei dubbi, ed è per questo che ringrazio Claire e tutta la squadra. Credo che l’anno trascorso insieme ci abbia tolto molti dei dubbi che avevamo dodici mesi fa”.

Credi di sarai più pronto a Melbourne 2019 rispetto a quanto lo saresti stato all’inizio di quest’anno?
“Indubbiamente più esperienza hai, maggiore è la tua sicurezza e più ti senti pronto. In parte ero già pronto, ma sicuramente quest'anno mi ha dato più tempo per imparare sfruttando i chilometri che ho potuto percorrere. Non è che impari tutto, ma è sempre utile. All’inizio del prossimo anno dovrò familiarizzare con molte cose nuove, ma tutti i piloti dovranno comunque farlo con nuove monoposto e nuove gomme. Sono pronto ed emozionato”. 

 

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