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Imparato: "Alfa Romeo sostiene il taglio dei costi in F1"

Jean-Philippe Imparato, 54enne francese, è il manager che il gruppo Stellantis ha dedicato al rilancio del marchio Alfa Romeo. Ecco qual è il suo piano in Formula 1: "Siccome siamo in un ecosistema nel quale ogni giorno succede qualcosa, riteniamo giusto che con Sauber ogni anno di rivedano gli obiettivi, ricordandoci che è necessaria una gestione prudente, perché la F1 non è un mondo a parte e l'efficienza sarà una delle sfide più importanti".

Jean Philippe Imparato, Brand CEO, Alfa Romeo

Foto di: Jean Philippe Imparato

Dallo scorso mese di gennaio Jean-Philippe Imparato è al timone dell’Alfa Romeo, ruolo che gli è stato affidato dalla ristrutturazione manageriale del gruppo Stellantis.

Una sfida che il cinquantaquattrenne francese ha accettato con entusiasmo, e dopo aver definito le linee guida della Casa del Biscione nei prossimi dieci anni, ha affrontato il capitolo motorsport.

La decisione maturata, ed annunciata questa settimana, è la conferma della partnership con il team Sauber, un prolungamento di contratto tutt’altro che scontato. All’indomani dell’annuncio di un rinnovo pluriennale (ma con opzione di rinnovo ogni 12 mesi) Imparato ha fatto visita alla squadra nel paddock di Silverstone, in divisa team Alfa Romeo perché “siamo un gruppo, e per me è fondamentale che si remi tutti dalla stessa parte”.

Sembra che la notizia del rinnovo della collaborazione con Sauber sia stata accolta molto bene...
“Si, abbiamo ricevuto molti messaggi di congratulazioni. Siamo contenti”.

Ci spiega i dettagli del nuovo contratto?
“Abbiamo scelto un contratto in linea con la situazione che stiamo vivendo, se avessi operato diversamente sarei un irresponsabile. Abbiamo disegnato l’Alfa Romeo del futuro con un piano decennale, poi abbiamo lanciato la GTA e poi ci siamo dedicati al programma Formula 1. Nel pianificare il futuro di Alfa Romeo abbiamo valutato che stiamo operando in un ‘ecosistema’ nel quale ogni giorno può accadere qualcosa. Ieri, ad esempio, abbiamo avuto la notizia che nel dal 2035 potrebbero essere messi al bando i motori endotermici, poco prima ci era stato comunicato che dal 2030 le emissioni Co2 dovranno essere abbattute del 55%, così come l’entrata in vigore di uno standard Euro 7 nel 2026 che ammazzerà molti motori termici attuali".

"Tenendo presente questo contesto in continua evoluzione credo che sia doveroso al termine di ogni anno ritrovarci per mettere a punto i programmi futuri in modo responsabile. L’intenzione è quella di andare avanti, e per molti anni, ma come Alfa Romeo ho bisogno di stabilità ma vogliamo essere agili e fare in modo da poter interagire con Sauber aggiornandoci in caso di necessità. Mi sembra un accordo trasparente, con l’intenzione di andare avanti nel miglior modo possibile, da 111 anni Alfa Romeo è in qualche modo legata alla Formula 1”.

Avete rinnovato anche l’accordo di collaborazione tecnica con Sauber?
“I tecnici Sauber hanno contribuito al progetto GTA e GTAm, ed è stata una partnership molto interessante che ci ha portato diverse componenti presenti sulla vettura. Nel momento in cui scatterà il progetto di un Alfa Romeo Quadrifoglio ‘elettrificata’ avremo bisogno di efficienza, e la Formula 1 è il laboratorio per eccellenza se si parla di efficienza".

"Questo campionato è elettrificato da 11 anni, anche se non lo sa quasi nessuno, ed è un laboratorio che ha partorito molte idee, vincendo sfide importanti. Se penso ad un modello Quadrifoglio del 2025 credo che possa esserci un grande serbatoio di idee ed esperienza che potremo condividere”.

Negli ultimi anni il team Alfa Romeo ha accolto piloti come Charles Leclerc e Antonio Giovinazzi che provenivano dal vivaio Ferrari. Il nuovo accordo ha mantenuto questa opportunità?
“Abbiamo ovviamente una collaborazione con Ferrari. A livello di piloti non vogliamo però interferire, non è il nostro lavoro, noi gestiamo un marchio, chi gestisce il team è Frederic Vasseur, e a lui spetta la scelta dei piloti".

"Noi stiamo gestendo Alfa Romeo, come quartier generale, con quarantanove persone, non abbiamo un’esperienza in merito alla scelta di un pilota, ed è giusto che questo aspetto venga gestito dal team principal della squadra, ovvero Vasseur. Possiamo avere un’idea, un suggerimento, ma la scelta finale spetta a lui”.

Come vede la crescita che sta confermando Antonio Giovinazzi?
“Do una grande importanza allo spirito di squadra, Antonio fa parte di questo team da anni e non lo cambierei con nessuno. Il successo si ottiene se si spinge tutti dalla stessa parte”.

Nei programmi sportivi di Alfa Romeo può trovare spazio un progetto nel contesto Endurance?
“Ci penso sempre, in passato ho lavorato nel contesto WEC, ma arriva un momento in cui diventa indispensabile fare delle scelte. L’investimento richiesto dal programma Formula 1 non è un impegno da poco sul fronte economico, ci siamo confrontati (in azienda), abbiamo valutato tutto, e quando è stata presa la decisione di proseguire in Formula 1 abbiamo tenuto conto che non ci sarebbero state risorse da dedicare ad altro, la dispersione di energie non è l’ideale. Se ci fossero risorse senza limiti, beh, vi assicuro che valuteremmo tutto il possibile!”.

La tendenza di chi è alle redini della Formula 1 è quella di strizzare l’occhio ad un pubblico più giovane. È favorevole a questo orientamento?
“Ci voleva! Il nostro piano di prodotto va in due direzioni: elettrificazione e una clientela più giovane. A giugno 2022 arriverà la Tonale, per famiglie abbastanza giovani, e anche dopo arriveranno altri prodotti in linea con questa politica”.

Nel weekend del Gran Premio d’Austria c’è stato un incontro che ha visto intorno al tavolo i CEO degli attuali produttori di power unit più Porsche e Audi. Crede che la Formula 1 possa tornare a interessare i grandi gruppi dell’automotive?
“Benvenuti! Anni fa abbiamo scelto il Wec con Carlos (Tavarez, ai tempi della Peugeot) e non c’era nessuno, poi abbiamo visto quanta gente è arrivata dopo. Mi piace la competizione, e mi piace quando c’è interesse”.

La Formula 1 attuale si prepara ad un’espansione del calendario, con una continua caccia di nuovi contesti. È una politica che condivide o può essere dispersiva?
“Sono assolutamente d’accordo. Uno degli aspetti sorprendenti del brand Alfa Romeo è la sua fama nel mondo, pensate che ci sono 200 club Alfa sparsi in tutti i continenti. La nostra piattaforma commerciale è il mondo, quindi completamente coerente con la politica della Formula 1. Ogni iniziativa mirata ad aprire nuovi mercati è la benvenuta, basta che resti in linea con dei budget sostenibili”.

La Formula 1 è sempre stata l’apice della tecnologia nel contesto del motorsport, ma negli ultimi anni si è fatta strada la priorità di contenere i costi, un aspetto che non sempre si sposa con l’HiTech. Crede che ci sia il rischio di ridimensionare il ruolo storico di questo campionato?
“Personalmente sono convinto che oggi, e ancora di più in futuro, l’aspetto legato ai costi sarà sempre più prioritario. Una gestione prudente delle risorse sarà fondamentale, e credo che anche il pubblico comprenderà questa necessità, anche i più appassionati si rendono conto che è un aspetto da cui non si può prescindere. La Formula 1 non è un mondo a parte, e l’efficienza anche in questo sport sarà una delle sfide più importanti, non credo che ci sia possibilità di scelta, sarà così”.

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