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Il motore Honda 2 ha chiuso il gap di potenza dal Mercedes!

Le rilevazioni fonometriche svolte al Red Bull Ring confermano che la power unit RA621 H ha pareggiato i valori della Mercedes con il motore 2. Risolti i problemi di affidabilità, la Casa giapponese può sfruttare tutta la potenza che il propulsore era in grado di esprimere in Bahrain e che poi era stata ridotto per il timore di rotture. La partita mondiale si gioca sulle prestazioni o sulla durata?

Sergio Perez, Red Bull Racing RB16B

Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images

Lo avevamo anticipato in mattinata quando avevamo scritto che la superiorità della Red Bull non poteva limitarsi solo e soltanto all’assetto aerodinamico più scarico deliberato sulle RB16B. Ora abbiamo anche una prova tangibile: i rilevamenti fonometrici che sono stati svolti a Spielberg durante il GP della Stiria indicano che la Honda ha chiuso il gap di potenza dalla power unit Mercedes con l’adozione del motore 2.

Nelle rilevazioni di Baku c’era una differenza di 16 cavalli a favore della power unit della Stella, ma quel margine sembra svanito da quando il motore RA621 H numero 2 è entrato in azione al Paul Ricard sulle due Red Bull e sulle AlphaTauri.

I giapponesi vogliono uscire dalla F1 lasciando il segno e ci stanno riuscendo: hanno lavorato sulla gestione del turbo e sullo sfruttamento dell’impianto ibrido. Interventi che non sono affatto vietati, visto che l’hardware della power unit è identico a quello del propulsore omologato a inizio stagione.

“Non so dire se la loro superiorità è dovuta alla maggiore potenza o all’ala scarica – ha detto Lewis Hamilton – sta di fatto che sono più veloci di noi in rettilineo. Qui si corre anche la prossima settimana e non ci sarà il tempo per cambiare la macchina in tre giorni. Hanno portato degli aggiornamenti e noi dovremo reagire lavorando”.

Toto Wolff aggiunge: “La Honda ha portato in Francia un nuovo motore che non va forte solo con la Red Bull ma anche con Gasly e Tsunoda. Il regolamento dice che gli aggiornamenti possono essere autorizzati per migliorare l’affidabilità, ma non le prestazioni”.

Il dubbio è stato insinuato, anche se la questione non è stata posta in termini perentori: le squadre non hanno bisogno delle prove fonometriche per rilevare le potenze perché dispongono dei dati GPS, ma la questione è sul tavolo. Mantenendo gli stesso pezzi che compongono il motore è possibile guadagnare una quindicina di cavalli? Questa è la domanda che cercherà una risposta che può valere un mondiale.

Secondo Mattia Binotto, team principal Ferrari, la Red Bull non ha incrementato la potenza sul motore 2: "Vediamo i dati GPS e la Red Bull ha la stessa potenza che c'era in Bahrain. Probabilmente non hanno potuto usarla sempre e ora che sembra abbiano risolto i problemi di affidabilità sono tornati ai valori di inizio campionato".

La spiegazione Ferrari aiuta a capire l'attuale situazione e dà una chiave interessante sul lavori di sviluppo della Red Bull: che disponga del miglior telaio e dell’aerodinamica più efficiente non lo mette in dubbio nessuno, ma la Mercedes per la prima volta da quando è stata varata la formula ibrida subisce una netta superiorità della concorrenza.

Visti i limiti di sviluppo dettati dal budget cap e dalla decisione di orientare tutte le risorse umane e tecniche alla monoposto 2022, diventa fondamentale la partita dell'affidabilità nella quale la Mercedes si sente ancora superiore. Red Bull sta spremendo il motore Honda (Pierre Gasly è già arrivato all'uso della terza MGU-H sulla sua AlphaTauri): sarà questa la chiave del mondiale?

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