E nel GP dell’Azerbaijan c'è pure una Sauber in zona punti
Una gara a dir poco rocambolesca ha regalato alla scuderia elvetica la top 10 grazie al "solito" Pascal Wehrlein. Discreta anche la prestazione di Marcus Ericsson, che sul cittadino di Baku ha chiuso undicesimo le proprie fatiche.
The car of Marcus Ericsson, Sauber C36
Sutton Motorsport Images
È stata un settimana da montagne russe quella appena vissuta dalla Sauber. Dai tumulti seguiti alla notizia senza preavviso, malgrado i dissapori fossero nell’aria, del divorzio consensuale tra la Longbow Finance, neo proprietaria del team, e la ormai ex boss Monisha Kaltenborn, alla gioia per un nuovo piazzamento utile conquistato a Baku dopo quello di maggio in Spagna.
Al termine di 51 giri caratterizzati da diversi incidenti, Safety-Car e addirittura da una bandiera rossa Pascal Wehrlein è infatti riuscito ad artigliare un punticino che vale oro per una classifica costruttori che vede la squadra svizzera nona con tre lunghezze di margine sulla McLaren.
“Sono contento del decimo posto”, ha confidato il tedesco.
“Aver centrato il Q2 in qualifica ed essere entrato nei dieci in gara è molto di più di quanto ci aspettavamo dal week end, tuttavia dobbiamo essere realisti per il futuro. Abbiamo ancora tante cose da migliorare e di certo in condizioni normali e senza tante interruzioni non avremmo raggiunto un simile risultato. Ad ogni modo, abbiamo fatto un grande lavoro e dato tutto quello che avevamo proprio nel momento in cui dovevamo”, ha quindi riflettuto.
“È stata una corsa divertente”, il parere invece di Marcus Ericsson.
“La partenza e il primo stint (su soft) sono stati ottimi, ho compiuto alcuni sorpassi (lo svedese partiva 17esimo, ndr) e mi sono portato in centro gruppo. Stava andando tutto bene, finché i vari stop non hanno reso più difficile mantenere la concentrazione. Anche il restart è stato buono, tuttavia dei detriti hanno danneggiato la parte posteriore destra del fondo della mia C36, per cui ho cominciato a faticare nelle curve a sinistra e in generale a tenere il passo”, il suo racconto.
“Dietro avevo il mio compagno, che a sua volta era seguito da vicino dalla McLaren di Vandoorne. Ricevuto l’ordine di lasciarlo passare in modo da conservare almeno il punto, l’ho fatto andare”, ha voluto puntualizzare.
“In generale un risultato positivo per la scuderia, meno per me dato che sono stato decimo per gran parte della corsa. Penso comunque di aver giocato un ruolo importante nella riuscita avendo tenuto a bada Stoffel nelle ultime tornate”.
Archiviata la trasferta azera e con la testa già all’Austria in programma fra due settimane, si fanno sempre più insistenti le voci di un prossimo approdo alla dirigenza dell’ex capo della Renault, Frédéric Vasseur.
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