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Il fatto: Bottas castiga Raikkonen due volte, ma non viene punito

A Maranello non capiscono come mai Valtteri che ha "silurato" Kimi a Barcellona e Baku riesca sempre a uscire pulito da qualsiasi contatto. I commissari sportivi hanno un po' abbassato la guardia, ma si moltiplicato i casi di chi se ne approfitta...

Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H, Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W08 alla partenza

Foto di: Sutton Motorsport Images

Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W08, Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Kimi Raikkonen, Ferrari, Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
Kimi Raikkonen, Ferrari festeggia nel parco chiuso
Il secondo classificato Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1, il terzo classificato Kimi Raikkonen, Ferr
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H, viene assistito dai marshal dopo essersi fermato
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H, riflesso
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso. Carlos Sainz Jr., Scuderia Toro Rosso
Carlos Sainz Jr., Scuderia Toro Rosso STR12
Sergio Perez, Sahara Force India VJM10, Esteban Ocon, Sahara Force India VJM10
Sergio Perez, Sahara Force India guarda il compagno di scuadra Esteban Ocon, Sahara Force India VJM1

Due finlandesi. Che non si amano, ma che si stimano. E se possono se le suonano di santa ragione. In passato le scaramucce avvenivano da una parte e dall’altra, mentre quest’anno il segno è unidirezionale.

Valtteri Bottas per due volte in otto GP disputati ha condizionato la gara di Kimi Raikkonen e in entrambi i casi il collegio dei commissari sportivi ha giudicato le entrate del pilota Mercedes sulla Ferrari dei normali incidenti di gara, per cui non è scattato alcun provvedimento punitivo.

Per onore di cronaca bisogna ricordare che la FIA in questa stagione ha deciso di allentare un po’ le maglie sui contatti, dopo che i team principal avevano chiesto una maggiore elasticità da parte dei commissari sportivi che spesso in passato hanno appioppando penalità a destra e a manca con un rigore nell’applicazione delle norme che lasciava ben poco spazio alla ragione.

I giudici di primo grado (tre commissari sportivi più un ex pilota) erano apparsi come dei castigamatti che avevano inibito i piloti a tentare dei sorpassi nel timore di un provvedimento punitivo che fioccava quasi automaticamente.

Domenica a Baku Kimi Raikkonen, terzo in griglia di partenza, è stato più lesto di Valtteri Bottas e il ferrarista stava completando il suo sorpasso sulla freccia d’argento alla Curva 2 quando la Rossa è stata “silurata” della W08 che ha cercato di riprendersi la posizione con un attacco all’interno.

Iceman, diligentemente, non aveva chiuso la traiettoria, lasciando lo spazio al connazionale per accodarsi. Non aveva fatto i conti che, invece, Valterri, non aveva alcuna intenzione di seguire la SF70H.

“Alla seconda curva sono stato colpito da Bottas – ha raccontato Raikkonen – non so cosa volesse fare perché ha frenato molto in anticipo e, probabilmente, quando se n’è reso conto ha rilasciato per un attimo il pedale, per cui ha preso velocità e mi ha colpito. A quel punto ho sbattuto contro il muro con il posteriore e ho danneggiato la macchina”.

La dinamica dell’incidente spiegata da Kimi è chiara, va solo aggiunto che quando Valtteri deve aver rilasciato il pedale del freno è decollato sul cordolo interno ed è finito addosso alla Ferrari.

Per i commissari sportivi c’è stato il non luogo a procedere dopo che il botto era stato messo sotto investigazione. E la cosa non è affatto piaciuta a Maranello che l’hanno presa male, non fosse altro per la ripetitività dei fatti visto che c’era il precedente del GP di Spagna quando Valtteri, subito dopo il via, alla prima staccata aveva infilato la sua freccia d’argento sul cordolo interno toccando nel retro la Ferrari di Kimi che poi è finita addosso alla Red Bull di Max Verstappen che si trovava all’esterno.

Al Reparto Corse si domandano se Valtteri abbia la licenza di speronare Raikkonen, perché a qualunque azione del finlandese non corrisponde alcun provvedimento dei commissari FIA e Maurizio Arrivabene, a caldo, non ha usato troppi giri di parole esprimere la sua posizione…

“Non vogliamo recriminare, perché non è nel nostro stile, ma se facciamo l’analisi della gara ma partendo da quello che è successo tra Bottas e Raikkonen, arrivando, poi, all’episodio di Vettel (con Hamilton, ndr), siamo in Formula 1 o al Colosseo? Se siamo al Colosseo, basta dirlo, basta fare una famosa technical directive e tutti ci allineiamo. Detto questo, ci siamo battuti e, purtroppo, i fatti non c’hanno dato ragione. In Austria ci riproveremo più determinati di prima, anche perché parliamo poco, ma lavoriamo molto".

Qualcuno vede nel comportamento recente di Bottas i ripetuti incidenti di Romain Grosjean con la Lotus nel 2012 quando si meritò un GP di squalifica a seguito del terzo crash. Un discorso analogo può essere allargato alla coppia dei piloti della Force India che sono passati dai dispetti del Canada al regolamento di conti di Baku: Esteban Ocon non ci ha pensato un momento a lasciare che Sergio Perez fracassasse la sua VJM10 rosa contro il muretto. Ma anche il galletto transalpino ci ha rimesso lo zampino causando prima la terza safety car e subito dopo la bandiera rossa che ha neutralizzato la corsa.

Anche questa azione non è stata giudicata dai commissari sportivi, proprio come l’incontro molto ravvicinato fra la Sauber di Pascal Wehrlein e Marcus Ericsson e il tentativo di harakiri fra i due piloti della Toro Rosso, Daniil Kvyat e Carlos Sainz già alla prima curva.

Possibile che non ci possa essere una misura di giudizio fra il tutto e il niente? Perché se no dobbiamo prepararci: alla Bottas e via, seguirà sempre… il fallo di reazione. Tanto più che Valtteri e Kimi sono le due seconde guide dei team top e avranno modo di incrociare le spade molte altre volte nell'arco di questo campionato...

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